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    Home Page > Ritratti in Celluloide > L'intervista > I RAGAZZI STANNO BENE - INTERVISTA alle attrici ANNETTE BENING, JULIANNE MOORE & CO.

    L'INTERVISTA

    I RAGAZZI STANNO BENE - INTERVISTA alle attrici ANNETTE BENING, JULIANNE MOORE & CO.

    13/03/2011 - I RAGAZZI STANNO BENE - UNA FAMIGLIA COMPOSTA DA QUATTRO PERSONE, PIÙ UNA

    ANNETTE BENING: "Nei film tutto viene dopo la scrittura. Per me 'I ragazzi stanno bene' è una toccante storia su una famiglia in cui tutti si vogliono molto bene, e che deve attraversare quello che molte altre famiglie attraversano – cose che condividiamo tutti e che tutti conosciamo. C’è molto sentimento, e molta sincerità, ma non è zuccherosa o moralistica; il moralismo è noioso".

    JULIANNE MOORE: "Una delle ragioni per le quali mi sono sentita attratta da questa sceneggiatura è che descrive come ci si sente in un rapporto che dura da diversi anni e nel quale ci sono figli. Annette ed io siamo state entrambe sposate a lungo, abbiamo figli e sappiamo cosa significhi essere genitori. Un figlio che se ne va di casa rappresenta una grossa transizione per tutti".

    MIA WASIKOWSKA: "Le dinamiche di una famiglia cambiano quando le persone crescono e cominciano a vivere la propria vita".

    ANNETTE BENING: "Tutti i personaggi della storia compiono un percorso. Nic e Jules sono delle mamme molto brave; hanno cresciuto i loro figli in un ambiente ricco di amore e di comprensione. Sono molto diverse una dall’altra; una cosa che mi è piaciuta della sceneggiatura e che le mostra nelle loro specificità".

    JULIANNE MOORE: "Il mio personaggio ha provato a fare diversi lavori: ha studiato architettura, si era messa in affari, e ora prova a fare la progettista di esterni. Ma è stata, tra le due, quella più presente in casa, e per lei l’idea che ora Joni se ne vada è una cosa grossa da affrontare. Perché la sua vita intera è stata dedicata per la maggior parte alla casa e alla cura dei figli. Questo dà vita ad una dinamica complicata. Nei film i personaggi generalmente hanno un’idea chiara di dove stanno andando. Nella vita invece molte persone non lo sanno. Volevo che nella mia interpretazione di Jules emergesse questa cosa; la sua condizione è quella di qualcuno che non sa se stia andando avanti o indietro, si sente bloccata, e Nic deve vedersela con questo problema, devono lavorarci su insieme. Mi piace il fatto che Jules si trovi in un momento così amorfo della sua vita, e mi è sembrata una sfida irresistibile dal punto di vista della recitazione".

    ANNETTE BENING: "A me è sembrato di capire Nic; l’ho vista come una donna equilibrata, stabile, intelligente. Il dilemma nel quale si trova, il fatto di dover affrontare una difficoltà…uno dei piaceri della recitazione è quello di provare a metterti il più possible nei panni di un altro e di guardare il mondo attraverso i suoi occhi".

    MIA WASIKOWSKA: "Nic e Jules tirano fuori aspetti diversi della personalità di Joni. Ai miei occhi Joni appare sempre come una persona fortemente motivata; molto ambiziosa e con la voglia di riuscire a scuola. E’ più interessata al cervello che alla moda".

    JOSH HUTCHERSON: "Laser va molto d’accordo con le sue mamme, ma quando incontra Paul è una cosa diversa, perché nella sua vita non c’è mai stata una figura maschile. All’inizio della storia, è lui quello che vuole rintracciare il padre biologico.
    Lisa, Julianne, Annette, Mia ed io ne abbiamo parlato: 'Cosa faresti se si trattasse di tuo figlio? Lasceresti che lo incontrasse?'

    MARK RUFFALO: "Paul è come interessato all’idea di intervenire laddove le mamme hanno un po’ lasciato perdere.
    Credo che Laser si aspetti un padre più tradizionale, invece Paul è un tipo eclettico. Non che Paul lo trascuri, solo che è più attratto da chi dimostra maggiore ricettività, ossia Joni".

    JOSH HUTCHERSON: "Laser è sulla difensiva, mentre Joni si dimostra più estroversa con Paul".

    MIA WASIKOWSKA: "All’inizio è molto timorosa, dato che si trova coinvolta in un rapporto che non immaginava di poter avere".

    MARK RUFFALO: "Paul non ha mai imparato ad avere una relazione emotivamente profonda con le donne, che ha sempre trattato come amichette con le quali andare a letto. Quando riceve la telefonata e scopre di avere figli per aver donato il suo sperma molti anni prima, credo che si senta abbastanza orgoglioso. Immagina 'Magari ora comincerò a fare il padre', senza peraltro doversi prendersi cura di un bebè".

    JULIANNE MOORE: "Al centro della famiglia si posiziona il rapporto primario tra i genitori. La cosa più interessante della relazione è vedere quanto questa sia ordinaria. Nella sceneggiatura si legge che Nic era un’insegnante all’Università della California quando ha incontrato Jules, che probabilmente in quel momento era al college. Si sono incontrate e hanno messo subito su famiglia".

    ANNETTE BENING: "Le due donne hanno trascorso insieme praticamente tutta la loro vita da adulte, cosa molto comune per la maggior parte delle famiglie; nella storia non c’è mai la consapevolezza esplicita che si tratti di due donne. Questo è solo uno dei tanti aspetti che caratterizzano questa famiglia".

    MARK RUFFALO: "Per Paul, Jules rappresenta l’estrema conquista; non solo è sposata, ma è anche lesbica. Un frutto proibito, una specie di tabù. Loro due entrano subito in intimità e si sentono complici perché condividono un figlio. Avevo già lavorato con Julianne in passato [per il film 'Cecità'], perciò ci conoscevamo già bene. Il fatto di girare delle scene sexy insieme è stato reso più facile dalla nostra amicizia, e lei è amica di mia moglie, cosa che aiuta molto".

    JULIANNE MOORE: "Ero felice del fatto che ci conoscessimo già da tempo, perché ha reso tutto meno strano. L’intero cast è fantastico, ed è la forza della sceneggiatura ad averci convinti a fare 'I ragazzi stanno bene'. Avevo incontrato Lisa anni fa ad un evento sulle Donne nel Cinema. Avevo visto High Art e pensavo fosse un film molto riuscito. Le ho detto 'Perché non mi hai proposto quella sceneggiatura!?' Credo che lei sia una scrittrice e una regista meravigliosa, e siamo rimaste in contatto alla ricerca di qualcosa da fare insieme. Mi ha spedito la sceneggiatura che aveva scritto con Stuart, io ho detto di sì, e poi c’è stato un lungo processo necessario per portare effettivamente il film sullo schermo. Ci sono rimasta incollata perché credo molto in Lisa, e credevo fermamente nel fatto che questa bellissima sceneggiatura dovesse diventare un film".

    JOSH HUTCHERSON: "Sono un fan di Laurel Canyon [il secondo film di Lisa]. Mi è sembrato che questa sceneggiatura avesse lo stesso tipo di atmosfere e di ritmo. Mentre la leggevo, il mio cuore si è messo a battere forte quando Nic trova un capello nello scarico. Pensavo 'No, ferma, non farlo!'".

    MIA WASIKOWSKA: "Nel leggere la sceneggiatura ho pensato che ci fosse molto in cui identificarsi. Mi sono immaginata Joni. Preparandomi per il ruolo, ho cercato di imitare quell’immagine che avevo già in mente; ho riletto la sceneggiatura diverse volte e poi ho scritto tutto quello che mi veniva in mente".

    MARK RUFFALO: "Lisa capisce molto gli attori, e sono stato benissimo con lei. Per un film così abbiamo dovuto girare 6-7 pagine di sceneggiatura al giorno. Ma l’ambiente sul set era rilassato; Lisa lascia filtrare la sua sicurezza in ogni cosa".

    JULIANNE MOORE: "Lisa era preparatissima; dopo aver atteso così tanto tempo per realizzarlo era davvero contenta e ha usato tutte le sue capacità al massimo, in ogni singolo istante".

    ANNETTE BENING: "La scena della cena è stata scritta in modo impeccabile e Lisa sapeva in anticipo come sottolineare drammaticamente il particolare momento di Nic; sapeva dove avrebbe posizionato la macchina da presa e quando sarebbe dovuta partire la musica. E’ come un romanziere che ti racconta una storia. C’è qualcosa nel suo modo di dirigere un set che è molto equilibrato. E’ molto tranquilla e percepisce tutto quello che accade. I bravi registi sanno di aver preso le decisioni più importanti nel momento in cui hanno fatto il casting, e riescono a coniugare l’istinto degli altri alle proprie decisioni quando si tratta di fare dei cambiamenti durante le riprese. Lei arriva e ti sussurra all’orecchio 'Prova così…'".

    JOSH HUTCHERSON: "Lisa è un tipo collaborativo, ma ha un suo punto di vista e lo tiene ben presente per tutto il tempo".

    MIA WASIKOWSKA: "La calma e la tranquillità di Lisa hanno contagiato l’intero cast e la troupe. Su alcuni set c’è tensione, lei invece mantiene un’atmosfera di leggerezza, che è una cosa davvero importante".

    JULIANNE MOORE: "Si è trattato di 21 giorni di riprese, ma [prima] abbiamo trascorso alcuni giorni in una stanza tutti insieme, solo per leggere".

    ANNETTE BENING: "Abbiamo esaminato in dettaglio i loro rapporti e le loro storie, e alcune parti di quelle storie sono finite nella sceneggiatura. Per me, come attrice, è importante comporre una storia nella mia mente, anche se nessun altro lo saprà mai; ma non è necessario condividere tutto. Lisa e Stuart erano attenti, hanno continuato per tutto il tempo a lavorare sulla sceneggiatura, cosa per me importante, perché si può imparare moltissimo durante le riprese. A quel punto della lavorazione piccoli dettagli possono fare una grande differenza per un film, che si tratti di un angolo di ripresa o del modo in cui si sceglie di interpretare una scena. Cerchi di essere in sintonia con gli altri attori in modo che quello che accade appaia naturale, cosa che è in questo caso successa immediatamente. Ancora una volta, questo è stato merito di Lisa; sa come creare un ambiente in cui le persone possano muoversi naturalmente piuttosto che recitare. Mi sono sentita molto a mio agio nel girare il film".

    JULIANNE MOORE: "E’ stato facile per noi sentirci una famiglia. Mia e Josh lavorano come attori professionisti da anni; è stato un piacere lavorare con giovani attori dotati di così grande esperienza e di tanto entusiasmo".

    ANNETTE BENING: "Sia Mia che Josh hanno capito che per funzionare davanti alla macchina da presa bisogna ascoltare, esseri pronti a ricevere e lasciare che la storia proceda … mentre sei impegnato nella tua performance, non sai come risulterà alla fine sullo schermo, perciò quello che puoi fare è investire il massimo di te in quello che fai, attimo dopo attimo. E’ vero, non si tratta di te, stai facendo finta, è una scena recitata. Eppure, desideri – per quanto possibile – meravigliarti. E’ il filo del rasoio sul quale ti muovi sempre durante le riprese".

    MIA WASIKOWSKA: "Poter lavorare su un set con Julianne Moore ed Annette Bening, e poterle osservare, vedere i loro metodi ed imparare da quello che fanno è stata un’esperienza straordinaria".

    JOSH HUTCHERSON: "Quando ho iniziato a recitare, non avrei mai immaginato che avrei girato delle scene insieme ad attrici che hanno totalizzato insieme sette candidature agli Oscar!"

    MARK RUFFALO: "Se metti da parte il tuo egocentrismo riesci ad entrare a far parte di un gruppo ottenendo un vero dare-e-avere. Stare su un set con qualcuno come Annette è come tornare a casa".

    ANNETTE BENING: "Sono rimasta molto colpita dalla generosità di Mark; mi ha chiamato al telefono prima del primo giorno delle riprese. Mark riesce a dare genuinità a Paul e rende tutto più stuzzicante perché è un tipo simpatico. Credo che la gente rivedrà se stessa in questi personaggi. I ragazzi stanno bene riflette la vita reale; le complicazioni, le gioie, le delusioni, le nevrosi, le intimità".

    JULIANNE MOORE: "I ragazzi stanno bene racconta una storia universale in modo speciale. Parla di cosa significhi vivere in una famiglia; che è una cosa che conosciamo tutti, non importa quale sia la nostra cultura, non importa a quale generazione apparteniamo".

    MARK RUFFALO: "Sono molto orgoglioso di questo film. E’ un modo bellissimo di parlare di famiglia… ed è divertente".

    LA REDAZIONE


     
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