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    EMPIRE OF LIGHT

    RECENSIONE in ANTEPRIMA - Dal 2 Marzo - Dal 40. Torino Film Festival - Storia potente e toccante sui legami umani e sulla magia del cinema con un cast stellare - tra cui Olivia Colman, Colin Firth e Toby Jones, diretto da Sam Mendes

    "Molte persone ritengono che i loro anni più formativi siano stati quelli dell’adolescenza. Ho vissuto la mia adolescenza tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta: la musica, i film e la cultura pop di quel periodo hanno contribuito in larga parte a formare la persona che ero. Fu un periodo di grandi sollevazioni politiche in Regno Unito, con molte politiche razziali controverse che infiammavano gli animi, ma allo stesso tempo fu un periodo meraviglioso per la musica e per la cultura in generale: un periodo molto creativo, molto politicizzato e pieno di energia. Tuttavia, però, 'Empire of Light' è un film nato quasi completamente per via della pandemia. Il lockdown è stato un periodo pieno di intense riflessioni personali per tutti noi. Ognuno di noi si è trovato a riesaminare la propria vita. E per me, questo significava fare i conti con alcuni ricordi con cui stavo lottando fin dall’infanzia. È stato questo a spingermi a scrivere la sceneggiatura: la volontà di esplorare quei ricordi per vedere se avrei potuto scoprire qualcosa di interessante... I film descrivono scenari mitici. Siamo sempre alla ricerca di un momento in cui il passato appaia più colossale, più ricco di materiale tematico e più fiabesco del presente. Ripensando al passato con gli occhi di oggi, mi sembrava che questo periodo della storia inglese presentasse un’intersezione particolarmente speciale e insolita tra le politiche razziali, la musica e il cinema... La scena politica del periodo – soprattutto le politiche razziali, Margaret Thatcher che dichiarava ‘La società non esiste’, il razzismo di Enoch Powell e del Fronte Nazionale, le rivolte di Brixton e Toxteth, la disoccupazione alle stelle e le divisioni estreme – alimentò la musica e la cultura del periodo, Stephen (il protagonista di colore del film) ama e adora 'The Specials', 'The Beat', 'The Selecter' e tutti gli altri artisti '2 tone': questo genere musicale, che all’epoca si trovava all’apice del suo successo, era una combinazione molto particolare tra il punk e lo ska. Queste band diversissime riuscivano a fare della musica fantastica ma anche a trattare temi attuali dal punto di vista politico. Scrivevano canzoni sulla disoccupazione, sul degrado dei quartieri poveri, sulle ragazze adolescenti che rimanevano incinte, sui ragazzi che passavano tutta la giornata a bere, sulla Thatcher… ad esempio, una canzone come ‘Ghost Town’ riusciva a
    balzare al primo posto nelle classifiche. Quelle canzoni facevano parte della cultura popolare e
    quelle band rappresentavano un fantastico melting pot creativo tra artisti neri e artisti bianchi
    che non è mai stato ripetuto allo stesso livello
    "
    Il regista e sceneggiatore Sam Mendes

    "Questa è la prima sceneggiatura che Sam ha scritto da zero, completamente da solo, senza l’apporto di altri sceneggiatori. La scrittura è davvero straordinaria, soprattutto nel modo in cui riesce a delineare i personaggi. È la storia di un’anima perduta che trova una strana famiglia all’interno di un cinema. L’ho trovata davvero toccante"
    La produttrice Pippa Harris


    Vai alla scheda completa del Film Empire of Light

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