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RECENSIONE - Diretto e co-sceneggiato (con Sev Ohanian) dal giovane regista indiano-americano Aneesh Chaganty, qui al suo esordio nel lungometraggio, è un thriller dal soggetto ordinario - la ricerca di un padre della figlia scomparsa - ma questa volta tutto raccontato dal 'punto di vista' dei computer e degli smartphone utilizzati dai protagonisti del film per comunicare tra loro, effettuare ricerche su internet, scattare foto, girare video e tutto quello che normalmente viene fatto con le tecnologie digitali diventate pervasive nelle nostre vite - Dal 18 Ottobre
"Quando ho aperto lo script sono rimasta di stucco. Non leggevo altro che le logistiche dello schermo: il cursore si muove a destra, poi si sposta al centro dello schermo, poi fa click sul lato sinistro, ecc... È stato semplice connettere con la Detective Vick: anche io sono una madre, e so bene che avere un figlio dato per disperso è il più grande terrore di tutti... Se al principio avevo dei dubbi? Sì, ma poi mi sono completamente immersa nella storia. A convincermi è stato soprattutto il regista Aneesh Chaganty: con 'Searching' ha creato un nuovo linguaggio nel cinema ed è eccitante l’idea di farne parte. Ho pensato che ci volesse un vero visionario per concepire un film del genere a soli 25 anni, per giunta al debutto cinematografico; volevo sostenere il suo coraggio. Quando poi ho visto il risultato finale ero letteralmente sbalordita: è incredibile... È stato un film duro da girare e all’inizio ero molto nervosa ma sentivo di essere in buone mani. Ho spedito a Aneesh cinque pagine di domande fitte prima delle riprese; cosa che non avevo mai fatto prima di allora. Non mi era mai capitato di dover recitare di fronte a uno schermo spento, con una Go-pro e il regista che dirigeva di volta in volta il mio sguardo. Tutto ciò che avevo era la voce di John (Cho, il co-protagonista, ndr) che avrebbe recitato in presa diretta insieme a me, di fronte a un altro schermo spento, e a un’altra Go-Pro, in un’altra stanza... (riguardo ai social) Ne sono stata al di fuori fino a cinque anni fa quando la NBC mi ha chiesto di aprire un account su Twitter e Instagram. Il primo può essere un mezzo valido per tenersi aggiornati sulle notizie di interesse ma Instagram è tutt’altra cosa: condividi la tua vita in foto, scegliendo accuratamente cosa mostrare. Non è reale, è un’illusione che finge di essere realtà. Anche mio figlio ha un account ma è privato e sa che posso controllare il suo telefono in ogni momento; questi sono i patti. Come ogni genitore nel 2018, avverto un senso di impotenza su come proteggere un figlio teenager dai pericoli di internet, non possiamo certo controllare ogni interazione che hanno online"
L'attrice Debra Messing
Galleria Fotografica:
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