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LA STANZA DELLE MERAVIGLIE
I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dal 70. Festival del Cinema di Cannes (17-28 Maggio 2017) - Concorso - Il regista Todd Haynes torna a chiamare in causa Julianne Moore (dopo Lontano dal paradiso, 2002) - Dal 14 Giugno
"Spero che il film possa raggiungere un tipo di spettatori differente da quello che ho avuto in passato, mi piacerebbe fosse visto anche da bambini e famiglie. 'La stanza delle meraviglie' ha un lato artistico, strano, sensibile che penso possa essere amato dal pubblico più giovane: quando lo abbiamo mostrato ai più piccoli durante le varie fasi del montaggio hanno risposto in maniera molto positiva, questo mi ha regalato molta fiducia perché mi fido ciecamente della capacità dei bambini di apprezzare ciò che è un po' diverso, magari leggermente assurdo... La trama è certamente importante ma per me conta soprattutto il modo in cui viene raccontata, io cerco di evidenziare sempre il fatto che tutti noi incontriamo delle difficoltà, dobbiamo fare delle scelte e capire chi siamo nel mondo che ci circonda, un contesto che spesso non ci aiuta, tutt’altro. Molti dei miei film non si basano su storie felici o che forniscono troppe risposte, e non credo che tutte le storie più belle debbano diventare dei film... Le due epoche in cui è ambientato 'La stanza delle meraviglie' funzionano allo stesso modo: la New York degli anni 20 è quella dello sfarzo e del boom economico ma rappresenta anche una società in cui i sordi non avevano la possibilità di esprimersi pienamente perché il linguaggio dei segni non aveva ancora preso piede, mentre la città sull'orlo della bancarotta degli anni 70 è invece un terreno fertile e propositivo, dove i due protagonisti possono comunicare con gli altri e sentirsi parte di un tessuto umano vivo, partecipe. Alla fine penso sia esattamente il contrario, c'è una enorme speranza ne 'La stanza delle meraviglie'... Per me l'era del muto, quella in cui è ambientato 'La stanza delle meraviglie', è stata per il cinema il momento di maggiore innovazione. Molti Paesi avevano una loro cinematografia ben specifica, con uno stile preciso e innovativo, e tante storie venivano raccontate per la prima volta. La gente entrava in sala con un senso di meraviglia e voglia di essere stupiti che oggi non esiste più. Era uno dei miei sogni più grandi realizzare un film muto, ma non mi son accorto che ci ero riuscito finché non ho visto il montaggio finale, perché anche nella parte ambientata negli anni '70 dopo che Ben diventa sordo passa circa un'ora prima che inizi a parlare con il suo nuovo amico. In questa parte la musica ha ovviamente un ruolo fondamentale, e pensare che nello script solo l'ambientazione più lontana era stata pensata con una colonna sonora"
Il regista Todd Haynes
Galleria Fotografica:
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