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    SPACEMAN

    Dalla Berlinale 2024 - RECENSIONE - Dal 1° Marzo in streaming su Netflix

    (Spaceman; Usa 2023; Avventura drammatica Sci-Fi; 107'; Produz.: Free Association, Stillking Films, Tango Entertainment; Distribuz.: Netflix)

    Locandina italiana Spaceman

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Spaceman

    Titolo in lingua originale: Spaceman

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Johan Renck

    Sceneggiatura: Jaroslav Kalfar, Colby Day

    Soggetto: Tratto dal romanzo di Jaroslav KalfaÅ™, Il Cosmonauta edito da Guanda nel 2017.

    Cast: Adam Sandler (Jakub Procházka)
    Carey Mulligan (Lenka Procházka)
    Paul Dano (Hanus) (Voce)
    Kunal Nayyar (Peter)
    Lena Olin (Zdena)
    Isabella Rossellini (Commissaria Tuma)
    Sinead Phelps (Donna incinta)
    John Flanders (Gregor)
    Petr Papánek (Jakub da giovane)

    Musica: Max Richter

    Costumi: Catherine George

    Scenografia: Jan Houllevigue

    Fotografia: Jakob Ihre

    Montaggio: John Axelrad, Scott Cummings, Simon J. Smith

    Effetti Speciali: Jan Rejnus, J.D. Schwalm (supervisori)

    Makeup: Ann Pala (direzione)

    Casting: Nina Gold; Robert Sterne; Maya Kvetny (direzione Repubblica Ceca)

    Scheda film aggiornata al: 21 Marzo 2024

    Sinossi:

    In breve:

    Dopo aver trascorso sei mesi in una missione di esplorazione in solitaria agli angoli estremi dell'universo, l'astronauta Jakub (Adam Sandler) si rende conto che il suo matrimonio potrebbe non esistere più una volta ritornato sulla Terra. Mentre prova disperatamente a riappacificarsi con la moglie Lenka (Carey Mulligan), riceve aiuto da una misteriosa creatura che si nasconde nei meandri della sua astronave e che risale alla notte dei tempi. Hanuš (con la voce in inglese di Paul Dano) collabora con Jakub per capire cosa è andato storto prima che sia troppo tardi.

    In dettaglio:

    E' la storia di Jakub Procházka (Adam Sandler), rimasto orfano da piccolo e cresciuto dai suoi nonni nella campagna della Repubblica Ceca.
    Jakub è un grande appassionato di scienze fin dalla tenera età e il suo sogno è quello di andare un giorno nello spazio.
    Diventato un astrofisico, Jakub ha la possibilità di realizzare finalmente il suo grande desiderio. E' stato, infatti, scelto per essere il primo astronauta del suo paese. La sua missione solitaria, che lo porterà nei pressi di Venere, durerà otto mesi e lo vedrà impegnato nella ricerca di un'antica e misteriosa polvere intergalattica.
    È l’occasione per lui di realizzare il suo grande desiderio di entrare in contatto con la vastità dell'Universo e di fare pace con i traumi del passato.
    Il prezzo da pagare però, è quello di vedere andare in frantumi la sua vita sulla Terra. Sua moglie Lenka (Carey Mulligan) infatti, non è più disposta a vedersi trascurata per colpa delle grandi ambizioni del marito.
    Da solo in mezzo allo Spazio, l’uomo incontrerà un ragno alieno gigante con cui parlerà della vita, dell’amore e di filosofia. L’uomo non è certo se il ragno sia reale o solo frutto della sua immaginazione, ma con lui ripercorrerà tutto il suo passato: dalla tragica morte dei suoi genitori alla la sua infanzia con i nonni all'incontro con Lenka. Jakub metterà in discussione tutta la sua vita, facendo passare in secondo piano la sua missione spaziale...

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Non è questo il solito canovaccio di natura spaziale, solo perché il protagonista, il cosmonauta Jakub Procházka - occasione ghiotta per Adam Sandler di elevare il proprio standard scartando per una volta da fantasy e comedy - si trova per l’appunto in missione speciale (annuale) allo scopo di analizzare le particelle di una insolita nube policroma, cangiante sui toni violacei, che da circa quattro anni domina il cielo. La missione diventa ben presto una sorta di pretesto per scoprire i tormenti interiori del nostro protagonista, lontano da casa da mesi ormai e con una moglie incinta - la Lenka di Carey Mulligan - che lo ha appena lasciato con un messaggio che non gli arriverà mai. Premura del direttivo spaziale di Terra - circostanziali i camei di Isabella Rossellini qui tradotta nella Commissaria Tuma e di Lena Olin in veste di madre di Lenka/Milligan - che ha a cuore il

    suo equilibrio mentale per salvaguardare la missione, assolutamente prioritaria. E’ uno scenario che ha a che fare con la prima vera protagonista di questa storia, che è la solitudine, con tutti i suoi annessi e connessi. Ispirato dal romanzo Il cosmonauta dello scrittore ceco Jaroslav Kalfař, lo Spaceman di Johan Renck (qui al suo, solo, secondo lungometraggio, dopo Downloading Nancy, 2008) lambisce in qualche modo, ma solo alla lontana, il Moon di Duncan Jones, con un Sam Rockwell qualche spanna sopra, direi, nel ritrarre il genere di effetti collaterali che normalmente affligge i protagonisti di missioni nello spazio a vario titolo. Altra regia e altra interpretazione!

    Ma questo Spaceman, al di là di lacune e sensori che ne fanno un affresco un po' ‘dimesso’, al netto della reale portata, ha ugualmente i suoi assi nella manica da non sottovalutare, facendosi perdonare i tempi lenti, se non proprio vuoti, che affiorano

    qua e là. Curiosamente, l’habitat claustrofobico di un’astronave si trasforma ben presto in un immaginario e allegorico studio medico, in cui prende avvio una inconsueta seduta di psicoanalisi, retroattiva, per il nostro protagonista. Una finestra aperta su infiorescenze esistenziali cruciali per la persona in campo, che aprono a declinazioni di natura umana non sempre pienamente comprensibili. Soprattutto alla visione estranea di un improbabile alieno - nella voce originale, Paul Dano - che, infiltratosi nell’astronave, si mostra amorevolmente disponibile a voler comprendere e aiutare, non avendo più nulla da perdere, giacché la sua specie è stata estirpata da tempo. Strana specie quella che, in una fisionomia faunesca plurioculare, riesce metaforicamente a sondare in profondità, pescando nel grande pozzo della cecità umana, e rievocando, in visioni fluttuanti, focali scorci esistenziali di Jacob/Sandler, recalcitrante a questa inaspettata endoscopia introspettiva, indotta e mirata all’esame di coscienza, così come ad esorcizzare gli stagnanti sensi di

    colpa.

    Sensi di colpa che allargano il campo non solo all’ambito coniugale, ma anche a quello familiare, in particolare al rapporto con il padre, spia per il Partito comunista. Uno dei vari sassolini lanciati, solo per ristagnare in acque appena smosse, lasciando in sospeso ogni auspicabile approfondimento. Del resto, il focus è volutamente puntato su una relazione nata come un grande amore e ora invece agonizzante sugli scogli di sofferenze inferte da una mancata condivisione. Il lutto di un precedente nascituro alle spalle, con una nuova bambina in arrivo, si ancorano ad una solitudine non condivisa perché Jacob/Sandler non ha mantenuto la promessa. Ed è proprio grazie a questa surreale ‘seduta’ con l’esemplare di questa specie - fantasiosamente goloso della crema alla nocciola, in affettuoso omaggio allo spielberghiano E.T. - che Jacob/Sandler scopre cosa avrebbe da sempre voluto, e proprio con la complicità di quella nube cosmica dove tutto ha

    inizio e fine.

    Occasione per la regia di mettere a segno qualche suggestiva sequenza artistica di grande effetto, tra cui spicca la disgregazione cellulare dell’alieno, realizzata come vero e proprio sciame di particelle assimilate dalla nube cosmica. Alieno senza nome, almeno finché il nostro cosmonauta non gli attribuisce quello di Hanuc, per lui particolarmente significativo. Si sa che il malessere interiore può fare, laddove fallisce la più ardita delle diete, così l’alieno non si preoccupa dei nomi, limitandosi a rivolgersi a Jacob con il buffo, ma centrato, appellativo di ‘umano pelle e ossa’. Un alieno che, tramite interferenze di pulviscoli di polvere intergalattica derivati dalla nube, induce il nostro cosmonauta a guardare in faccia più la sua deriva esistenziale - magari sostando qua e là sulle sponde della tragedia greca - che quella spaziale. Non a caso la nube sembra dissolversi proprio quando quei pulviscoli luministici rimettono in connessione lei

    sulla Terra e lui nello spazio, eppure ‘a portata di mano’. La sovrimpressione delle rispettive mani, di lui e di lei per finire su quella di lui che stringe il nulla nel pugno richiuso, è di una potenza metaforica senza pari! Ma non si chiude ancora il cerchio, non prima di aver gettato il seme di quel genere di speranza che potremmo per l’appunto definire... intimamente ‘cosmica’!

    Perle di sceneggiatura

    Commissaria Tuma (Isabella Rossellini: "E' decisamente incinta, ed è decisamente sola. E quando si è soli si pensa. Ha avuto anche troppo tempo per pensare"

    Hanuc (voce di Paul Dano): "La tua specie porta con sé molti sensi di colpa... Ancora una volta lei é con la sua bambina e tu non sei lì. Il dolore che provoca ha un valore per te?"

    Hanuc: "Ogni vibrazione di tutti i tempi é qui... Tutto é permanente, eppure niente lo é mai"

    Jacob/Sandler: "Se avessi saputo quello che so adesso, non me ne sarei mai andato"

    Lenka/Mulligan: "Se avessi saputo quello che so adesso, ti avrei baciato"

    Links:

    • Lena Olin

    • Carey Mulligan

    • Adam Sandler

    • Paul Dano

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    Galleria Video:

    Spaceman - trailer ufficiale

    Spaceman - anteprima ufficiale

    Spaceman - trailer ufficiale (V.O.)

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