RECENSIONE in ANTEPRIMA - Dalla 18. Festa del Cinema di Roma (18-29 Ottobre 2023) - Grand Public - Dal Sundance Festival 2023 - Anne Hathaway è qui la bionda dark lady che trascina in un intrigo di stampo criminale la timida e dimessa Thomasin McKenzie: il tutto all'ombra di uno scenario carcerario nella Boston degli anni Sessanta - Dal 30 Maggio
"Appena ho letto il libro di Ottessa Moshfegh, ho desiderato di farne il mio prossimo film. I personaggi di Eileen e Rebecca sembravano fatti della stessa pasta di Lady Macbeth: frustrati, divertenti, scioccanti, oscuri, vividi e pronti a fare di tutto pur di ottenere ciò che vogliono. Thomasin McKenzie e Anne Hathaway sono state le nostre prime scelte per i ruoli di Eileen e Rebecca. Thomasin è una rivelazione: è l'attrice più disponibile e onesta con cui ho lavorato – oltre che la persona perfetta per esplorare le complessità e le contraddizioni di Eileen. Anne, invece, ha portato la sua vasta esperienza sullo schermo e un impeccabile tempismo comico che hanno dato vita alla perfetta Rebecca. Abbiamo corso dei rischi con la narrazione, la musica, le performance, il montaggio, il tono e abbiamo lavorato duramente per creare un thriller psicologico che mantenga costantemente alta l’incertezza del pubblico ad ogni svolta narrativa"
Il regista William Oldroyd
(Eileen; Usa 2023; Drammatico; 97'; Produz.: Fifth Season, Film4, Likely Story, Omniscient Productions, Scott Rudin Productions; Distribuz.: Lucky Red)
Soggetto: Tratto dal romanzo omonimo di Ottessa Moshfegh.
Cast: Thomasin McKenzie (Eileen) Anne Hathaway (Rebecca) Shea Whigham (Jim Dunlop) Owen Teague (Randy) Jefferson White (Buck Warren) Sam Nivola (Lee Polk) Siobhan Fallon Hogan (Mrs. Murray) Tonye Patano (Mrs. Stevens) William Hill (Guardia di sicurezza) Peter McRobbie (Warden) Peter Von Berg (Dr. Frye) Alexander Jameson (Buck Warren)
Musica: Richard Reed Parry
Costumi: Olga Mill
Scenografia: Craig Lathrop
Fotografia: Ari Wegner
Montaggio: Nick Emerson
Makeup: Anouck Sullivan (direzione)
Casting: Rori Bergman, Jeanne McCarthy
Scheda film aggiornata al:
13 Giugno 2024
Sinossi:
L'amicizia di una donna con una nuova collega, nata presso la struttura carceraria in cui lavora, prende una svolta sinistra.
Boston degli anni '60: Eileen (Thomasin McKenzie) vive in una squallida casa e lavora in una struttura carceraria. Sul posto di lavoro, la donna è stata emarginata dai suoi colleghi, ma le cose cambiano con una nuova arrivata. Una donna, dipendente dall'alcol, si unisce al personale della prigione, affascinando con la sua personalità sin da subito Eileen. Grazie alla nuova arrivata, Eileen sembra vedere una luce nell'oscurità della sua vita, ma l'amica la trascinerà in qualcosa di davvero pericoloso, che potrebbe distruggere completamente la sua vita...
Al centro della storia c'è dunque il complesso rapporto fra la dottoressa Rebecca Saint John (Anne Hathaway) ed Eileen (Tomasin McKenzie), entrambe impiegate in un piccolo carcere. Il loro legame - trainato da una chimica che emerge sin dai primi scatti ufficiali - le porterà però ad essere coinvolte in uno scioccante crimine...
sembrava ingenuo, e persino comprensibile, alla luce di un certo contesto, alla fine di un viaggio tanto insolito quanto indubbiamente emotivo, mostrerà il suo vero volto.
bionda e disinvolta psicologa Rebecca (nome hitchcockiano per eccellenza) di Anne Hathaway. Quel che si dice un corto circuito per Eileen/McKenzie, come ipnotizzata dalla conturbante dottoressa, alla stregua di un raptus tra ammirazione e attrazione.
tanto sveglia da stendere con un pugno il primo insolente di un bar in vena di avances, qualcosa di sotteso in lei, trapela qua e là , sfuggendo, d’altra parte, a manifestarsi pienamente. Per questo Eileen/McKenzie è attratta da questa donna decisa, indubbiamente determinata e coraggiosa, così, quando riceve un invito la vigilia di Natale a casa sua - che poi sua non è - non si fa problemi a raggiungerla con gioia, cogliendo l’occasione di rompere i tristi schemi ‘congelati’ delle sue ‘vuote giornate’, colorite solo dalla sua immaginazione. Immaginazione che, come abbiamo modo di constatare, travalica i desideri di ‘sbocciare’ sessualmente, varcando altre soglie. E’ come scoprire il primo seme del prossimo germoglio in noir, e questa volta non solo come rigurgito di cattivi pensieri.
Ma che cosa potrà mai succedere alla vigilia di Natale tra due donne sole, diventate care amiche l’una per l’altra? Beh, si direbbe l’inimmaginabile! Il
terreno di quella casa, alla vigilia di Natale, si imbrunisce sempre più quando Eileen/McKenzie scopre che quella è l’abitazione non sospetta della signora Polk (Marin Ireland), la madre del patricida Lee/Nivola, detenuto nel carcere dove lavorano entrambe. Ed è questo il momento per rivelazioni scioccanti che pescano in una verità altra, fatta degli abusi da parte del padre ai danni del ragazzo, con la complicità , per quanto involontaria, della madre stessa. Quale giustizia? Quale punizione? In una società di ‘vite al limite’, ogni cosa deflagra sulle spiagge più desolate di una dimensione umana ormai degenerata ed infranta sulla scogliera più buia e scoscesa. Così, un innesto ancor più truce è rappresentato dal monologo da gran teatro, o, per meglio dire, da tragedia greca, della madre del ragazzo nella estorta confessione: una vetta emozionale ad alta intensità nella grande interpretazione di Marin Ireland, protagonista di un climax scioccante che cala finalmente
i veli su una piaga alle volte nascosta proprio nell’alcova familiare.
Il film lambisce perciò, per quanto a volo d’uccello, le pieghe più oscure dell’animo umano, e non soltanto quello femminile, laddove certi coni d’ombra sconvolgono soprattutto quando vengono a galla e si vedono costretti a misurarsi con la luce. Ma si dà il caso che, lungi dal dipanare ogni filo di una matassa dai molti risvolti, destinati a restare irrisolti, che a quell’oscurità si possa persino far l’abitudine e decidersi in suo favore. E si direbbe proprio questa la scelta di Eileen/McKenzie, appuntata su un finale alquanto inaspettato: almeno non nei termini di così sconcertante e, oltremodo, sospeso.