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    THE COVENANT

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Guy Ritchie dirige Jake Gyllenhaal e Dar Salim che li vede in azione, eccezionalmente alleati in Afghanistan - Dal 27 Luglio in streaming

    (Guy Ritchie's The Covenant; Regno Unito, Spagna, Usa 2023; Thriller d'azione; 123'; Produz.: Fresco Film Services, STX Films, Toff Guy Films; Distribuz.: Amazon Prime Video)

    Locandina italiana The Covenant

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    Titolo in italiano: The Covenant

    Titolo in lingua originale: Guy Ritchie's The Covenant

    Anno di produzione: 2023

    Anno di uscita: 2023

    Regia: Guy Ritchie

    Sceneggiatura: Ivan Atkinson, Matt Davies, Guy Ritchie

    Soggetto: Preliminaria - un primato

    Il primo film ad essere effettivamente girato all'interno del palazzo delle Nazioni Unite, finora, infatti, si erano usati solo set costruiti. Le scene potevano essere girate solo nei fine settimana, quindi invece di impiegare circa sei settimane per le riprese, ci sono voluti circa 100 giorni.

    Cast: Jake Gyllenhaal (Sergente Maggiore John Kinley)
    Dar Salim (Ahmed)
    Alexander Ludwig (Sergente Declan O'Brady)
    Antony Starr (Eddie Parker)
    Jason Wong (Joshua 'JJ' Jung)
    Gary Anthony Stennette (Sergente al desk)
    Bobby Schofield (Steve Kersher)
    Sean Sagar (Charlie 'Jizzy' Crow)
    Emily Beecham (Caroline Kinley)
    Cyrus Khodaveisi (Wahid)
    Christian Ochoa Lavernia (Eduardo 'Chow Chow' Lopez)
    Fahim Fazli (Interprete afgano)
    Swen Temmel (Membro del Team Joe)
    Rhys Yates (Tom 'Tom Cat' Hancock)
    Jonny Lee Miller (Colonnello Vokes)
    Cast completo

    Musica: Christopher Benstead

    Costumi: Loulou Bontemps

    Scenografia: Martyn John

    Fotografia: Ed Wild

    Montaggio: James Herbert

    Effetti Speciali: Juan Ramón Molina (supervisore)

    Makeup: Pepe Abad, Rubén Samos

    Casting: Daniel Hubbard e Cynthia Huffman

    Scheda film aggiornata al: 26 Dicembre 2023

    Sinossi:

    Si raccontano le vicende del sergente John Kinley (Jake Gyllenhaal), che nel suo ultimo turno i servizio in Afghanistan viene incaricato di ispezionare la regione insieme ad Ahmed (Dar Salim), un interprete afgano. Quando la loro unità cade in un'imboscata nemica, John e Ahmed sono gli unici sopravvissuti. Il sergente è ferito e l'interprete rischia la propria vita pur di portarlo in salvo, percorrendo diversi chilometri nell'aspra natura e con i nemici alle calcagna.
    Una volta tornato a casa, John scopre che ad Ahmed e alla sua famiglia non è stato concesso il passaggio sicuro per l'America, che gli era stato promesso. Pronto a ripagare il suo debito verso l'amico che lo ha salvato, il sergente fa ritorno nella zona di guerra per recuperarli prima che i talebani giungano sul posto.

    Synopsis:

    Guy Ritchie's The Covenant follows US Army Sergeant John Kinley (Jake Gyllenhaal) and Afghan interpreter Ahmed (Dar Salim). After an ambush, Ahmed goes to Herculean lengths to save Kinley's life. When Kinley learns that Ahmed and his family were not given safe passage to America as promised, he must repay his debt by returning to the war zone to retrieve them before the Taliban hunts them down first.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    “7 Ottobre 2001. In rappresaglia agli attacchi terroristici dell’11 settembre furono dispiegate in Afghanistan 1300 truppe statunitensi. Entro il dicembre 2011 questo numero era salito a 98.000 truppe. L’esercito americano assunse 50.000 interpreti afghani, con l’accordo che avrebbero potuto fare domanda per ottenere un visto speciale e trasferirsi in Americaâ€.

    L’accordo, appunto, o se si preferisce ‘il patto’, traduzione letterale del titolo del film, The Covenant, di Guy Ritchie (regista che è passato dalle commedie action come Lock & Stock - Pazzi scatenati, 1998; Snatch - Lo strappo, 2000; e The Gentlemen, 2019; ai blockbuster come Sherlock Holmes, 2009; Sherlock Holmes - Gioco di ombre, 2011; e Aladdin, 2019). Con il non diffuso e recente (2022) Operation Fortune, Guy Ritchie sembra peraltro aver quasi scaldato i motori per cimentarsi in un ‘war movie’ in chiave alternativa, inconsueta, per lo più realistica, salvo qualche licenza cinematografica che prende comunque le distanze

    da spettacolarizzazione ed eroismo da cartolina, per andare al cuore delle persone che veicolano le operazioni: scovare fabbriche di ordigni esplosivi per mano talebana. Per una volta Hollywood, indirettamente, essendo il film una produzione mista - Usa, Regno Unito e Spagna - si prova a declinare una lingua meno ‘sintetica’ e il più prossima possibile ai ‘legami umani’ anche in campo militare, normalmente antagonista. Il che è cosa piuttosto rara. Tutto diventa più facile se come primo protagonista, nei panni del Sergente Maggiore John Kinley, c’è un interprete come Jake Gyllenhaall che qui incontra peraltro un degno contraltare – e anche questo non è affatto scontato – nell’afghano Ahmed di Dar Salim. Le operazioni militari non mancano di certo - immortalate pearltro con interessanti movimenti di macchina - ma è il loro legame, le motivazioni di quel legame, a strutturare la spina dorsale di questa storia. Storia con molta anima.



    Il debito di onore, ma soprattutto morale, tra questi due uomini, in cui l’uno salva la vita all’altro, diventa l’interessante parabola che riesce a farsi largo tra un’incredibile burocrazia, condita da una buona dose di indifferenza ai piani alti, mentre lo ‘stage afghano’ del Sergente Maggiore Kinley/Gyllenhaall, una volta a casa, tenta di espellere i devastanti e canonici effetti da stress post-traumatico. Ma quel che non può dimenticare, è di aver lasciato, abbandonato a se stesso, non si sa esattamente dove, il suo salvatore afghano Ahmed/Salim, con la moglie che nel frattempo ha dato alla luce un figlio: il legittimo tentativo di andare avanti, dopoché i talebani con cui precedentemente l’afghano collaborava, gli hanno ucciso l’altro figlio. E se inizialmente non era ben visto e destava sospetti come interprete dell’esercito americano, la sua lealtà affiora man mano come un dato di fatto. Così, il legame tra il Sergente Maggiore Kinley/Gyllenhaall

    e l’interprete afghano Ahmed/Salim, in mezzo a mille difficoltà sul campo, mai troppo esasperate artificiosamente, si rafforza sempre più. Quando Ahmed salva Kinley da morte certa, affrontando canali di percorrenza impervi e pericolosi, Kinley non trova pace e vuole in ogni modo onorare il debito con il ‘patto’ di partenza, riuscendo a consegnare il visto speciale per l’America promesso, per il suo operato da interprete. Più facile a dirsi che a farsi, come vediamo nel film. Nel frattempo Ahmed, inviso nel suo Paese proprio per quell’operato, per cui viene tacciato come traditore, si nasconde dai suoi. Ma a chi non piace l’happy ending, se, oltretutto, le riprese sono del tipo da incollare lo spettatore allo schermo? E se non è proprio una storia vera, è almeno una storia ideale, una perla rara, un’eccezione che si erge a confermare la regola. Regola secondo cui l’America ha di fatto consentito il riassetto

    del dominio talebano in Afghanistan, togliendo le tende nel momento meno opportuno, con danni mortali per i collaborazionisti locali, giustiziati senza troppi preamboli. Amen!

    Links:

    • Jake Gyllenhaal

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    Galleria Video:

    The Covenant - trailer ufficiale (V.O.) - Guy Ritchie's The Covenant

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