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    Home Page > Movies & DVD > Joker: Folie à Deux

    JOKER: FOLIE À DEUX

    Da Venezia 81. - Tra i più attesi!!! - RECENSIONE - Dal 2 Ottobre - Joaquin Phoenix torna nei folli panni di Joker nel sequel di Todd Phillips dal titolo a carattere 'psichiatrico': Folie à Deux può essere tradotto come 'follia condivisa da due' che pare essere peraltro una condizione medica molto rara. La 'folie à deux' è difatti caratterizzata dal trasferimento di un quadro delirante da un paziente (il 'partner dominante') a un altro (il 'partner sottomesso') legato al primo da una stretta relazione. Resta da capire chi qui sia il sottomesso.

    "Sono ancora più emozionato per questo film perché ci saranno molte aspettative, sono felice di essere a Venezia dopo il successo del Joker precedente. La musica ha un ruolo importante, la musica è dentro Arthur perché esprime quello che sente e la musica lo abita come la danza, sembrava logico continuare con l’idea della musica per il suo personaggio. Quando prendeva forma l’idea della musica abbiamo pensato a Lady Gaga... Quando lavoravamo a Joker nel 2018 non avremmo mai immaginato che avrebbe toccato corde così profonde nel pubblico di tutto il mondo. Con Joaquin avevamo parlato di un sequel, ma mai seriamente, finché non abbiamo assistito alle reazioni che la storia di Arthur stava provocando. Sapevamo che per farne un seguito dovevamo superare noi stessi: volevamo creare qualcosa di folle e temerario come lo stesso Joker. Con Scott Silver abbiamo quindi scritto una sceneggiatura che approfondiva ulteriormente l’idea di identità"
    Il regista e co-sceneggiatore Todd Phillips (Venezia 81)

    "Inizialmente abbiamo preso a riferimento Sinatra, Sammy Davies Jr, abbiamo cercato di emulare il suono ma poi ci siamo resi conto che non rappresentavano Arthur, forse avrebbe voluto e quindi abbiamo dato un’interpretazione personale ai brani. Stephany mi aveva detto faremo le canzoni live ma alla fine ce l’abbiamo fatta ed era l’unico modo, ogni parte della registrazione è stata fatta live. Ogni ripresa è una versione diversa della canzone e per me è stato molto emozionante"
    L'attore Joaquin Phoenix (Venezia 81.)

    "Il modo in cui ci avviciniamo alla musica è molto particolare, non è musical ma la musica consente ai personaggi di esprimersi perché il dialogo non è sufficiente. Molta della musica è live, abbiamo lavorato molto sul modo in cui cantare quindi la tecnica, ho dovuto dimenticare la tecnica e far sì che la canzone rispecchiasse il personaggio"
    L'attrice e cantante Lady Gaga (Venezia 81.)

    (Joker: Folie à Deux; USA 2022; musical drammatico noir; 138'; Produz.: DC Entertainment, Village Roadshow Pictures, Warner Bros.; Distribuz.: Warner Bros.)

    Locandina italiana Joker: Folie à Deux

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Joker: Folie à Deux

    Titolo in lingua originale: Joker: Folie à Deux

    Anno di produzione: 2022

    Anno di uscita: 2024

    Regia: Todd Phillips

    Sceneggiatura: Todd Phillips e Scott Silver

    Soggetto: Basato sui personaggi creati da Bill Finger, Bob Kane e Jerry Robinson.

    Preliminaria - Il titolo 'Folie à Deux' (Follia a due) tradisce una trama fondata sul disturbo psicologico:

    Che cosa significa "Folie à deux"? Si tratta di un disturbo mentale identico o comunque molto simile, che colpisce due o più individui, di solito i membri di una famiglia. Inoltre la maggior parte dei pazienti richiede trattamenti multipli tra cui separazione, farmaci antipsicotici, psicoterapia individuale e di gruppo e terapia familiare.

    Consiste nel trasmettere da una persona ad altre con cui l'apparente istigatore è in qualche modo intimamente associato, deliri paranoici o delusioni, in modo che lui o lei arrivino a condividere le stesse idee deliranti. Denominata così nel 1877 da Lasegue e Farlet, per descriverla sono stati usati molti sinonimi esemplificativi della trasmissibilità della condizione, vale a dire: "follia comunicata", "follia contagiosa", "follia infettiva", "psicosi di associazione" e "doppia follia". Interessante sottolineare che può colpire anche più di due individui.

    Nonostante non vi siano dati esatti sull'incidenza, sono stati segnalati casi in vari paesi occidentali, o anche in Nigeria e India. Ma da cosa viene causata? I fattori organici svolgono un ruolo importante solo nel caso di soggetti anziani, mentre i fattori psicologici e ambientali sono ovviamente quelli predominanti.

    Dal punto di vista Psicodinamico invece la persona sottomessa acquisisce inconsciamente le caratteristiche dell'induttore, dominante, che costringe quindi ad accettare le sue delusioni piuttosto che rischiare il deterioramento di una relazione stretta e gratificante. Folie à deux mantiene così la coppia unita, ma aumenta il loro distacco dal mondo della realtà. Si viene dunque a creare una relazione ambivalente di amore-odio.

    Alcuni studi condotti in Occidente hanno inoltre dimostrato che l'isolamento sociale, specialmente nelle donne, è favorevole alla produzione di psicosi di tipo paranoico.

    Preliminaria-I personaggi:

    Arthur Fleck/Joker, interpretato da Joaquin Phoenix: un criminale nichilista malato mentalmente con un personaggio ispirato a un clown, ex clown da festa impoverito e aspirante cabarettista. Il regista Todd Phillips ha assicurato che nel sequel ci si avventurerà ulteriormente nella psiche di Fleck, e che non diventerà il "Clown Principe del Crimine" come accade nei fumetti, poiché Arthur non è e non è mai stato una mente criminale, diventando invece un simbolo involontario per le persone che gli danno l'amore che ha sempre desiderato.

    Harleen "Lee" Quinzel/Harley Quinn, interpretata da Lady Gaga: una musicoterapeuta dell'Arkham State Hospital che incontra Arthur; La sua curiosità alla fine si trasforma in ossessione intraprendendo una relazione romantica tossica con lui.

    Maryanne Stewart, interpretata da Catherine Keener: l'avvocato difensore di Arthur.

    Jackie Sullivan, interpretato da Brendan Gleeson: una guardia dell'Arkham State Hospital.

    Sophie Dumond, interpretata da Zazie Beetz: una madre single ed ex vicina di casa di Arthur, con cui Arthur immaginava di avere una relazione romantica.

    Harvey Dent, interpretato da Harry Lawtey: il procuratore distrettuale di Gotham City che intende perseguire Arthur per i suoi crimini.

    Paddy Meyers, interpretato da Steve Coogan: un conduttore televisivo che intervista Arthur ad Arkham.

    Leigh Gill e Sharon Washington riprendono i loro rispettivi ruoli di assistenti sociali di Gary e Arthur. Jacob Lofland e Ken Leung sono stati scelti per ruoli non ancora resi noti.

    Cast: Joaquin Phoenix (Arthur Fleck/Joker)
    Lady Gaga (Harleen 'Lee' Quinzel/Harley Quinn)
    Zazie Beetz (Sophie Dumond)
    Brendan Gleeson (Jackie Sullivan, guardia dell'Arkham State Hospital)
    Catherine Keener (Maryanne Stewart)
    Steve Coogan (Paddy Meyers)
    Jacob Lofland
    Gattlin Griffith
    Harry Lawtey (Harvey Dent)
    Bill Smitrovich (Giudice Herman Rothwax)
    Mike Houston (Guardia)
    Ken Leung
    John Lacy (Guardia Arkham)

    Musica: Hildur Guðnadóttir

    Costumi: Arianne Phillips

    Scenografia: Mark Friedberg

    Fotografia: Lawrence Sher

    Montaggio: Jeff Groth

    Makeup: Jacqueline Fernandez, Heather Galipo, Brian Kinney, Martina Sykes

    Casting: Francine Maisler

    Scheda film aggiornata al: 06 Novembre 2024

    Sinossi:

    In breve:

    Joker: Folie à deux, sequel del primo Joker, vede Arthur Fleck internato ad Arkham, in attesa di processo per i suoi crimini nelle vesti del Joker. Alle prese con la sua doppia identità Arthur non solo si imbatte nel vero amore, ma scopre anche la musica che ha sempre avuto dentro di sé. La folie a deux è una sindrome psicotica per cui individui che vivono in grande intimità e isolamento possono intraprendere una relazione che amplifica i disturbi psichici già presenti, ed è quello che accade tra Arthur Fleck e Harleen Quinzel – Lady Gaga, una ragazza ricca e figlia di un dottore infatuata del personaggio di Joker ma non del vero Arthur.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    La verità vi renderà liberi... o forse no! Arthur o Joker? Amore e musica in una follia condivisa, tra processi e - come sempre esagerata e distruttiva - attenzione mediatica! Sognare non è reato e, contro il dolore... una risata vi seppellirà! Incommensurabile Phoenix, in solitaria e in coppia d’eccezione con Lady Gaga, nel magistrale dittico su Joker di Todd Phillips

    Non è solo bellissimo, ma è persino geniale e sofisticato, questo secondo atto di Joker. E se Joaquin Phoenix è ormai senza più limiti e confini per quel che riesce a fare e trasmettere, letteralmente incorporando il DNA del personaggio, la regia di Todd Phillips (Joker) si conferma illustre: lo attestano l’intelligente mix di generi e l’ensemble di un cast semplicemente superbo, con l’eccellente new entry di Lady Gaga, ma non solo. Insomma l’atto secondo non è affatto da meno del primo, e insieme formano quel che si dice il

    capolavoro di un dittico in nome della ‘follia’ e del dolore, declinati nelle sue più drammatiche espressioni. Sappiamo ormai bene quanto l’esteriore maschera colorata del joker non sia in grado di salvare Arthur Fleck, neppure all’ombra della fragorosa risata, divenuta icona climax del suo dolore interiore, nonché il termometro della sua rabbiosa intolleranza. Risata cui qui Phoenix non solo ricorre ripetutamente per soccorrere il suo Arthur nei momenti peggiori, ma su cui sembra aver lavorato per offrire allo spettatore inedite declinazioni. E’ quel che può succedere a chi, fin dall’infanzia, ha subito e sopportato troppo, violato nella sua innocenza e nel desiderio di essere amato, in particolare da una madre in cui avrebbe voluto avere fiducia per acquisire sicurezza e, soprattutto, per dare anima e corpo a quel sorriso, con lo scopo di essere e rendere felici. Ma quando è la tua stessa madre a mentire, quale speranza può esserci?

    Ed ecco che arriverà il punto che, scoperta la menzogna nel peggiore dei modi, in un’aula di tribunale, Joker non avrà più senso, così come la speranza di essere felice, e sarà tutta la disperazione di Arthur Fleck ad emergere in primo piano. Allora la domanda sorgerà spontanea: privato della sua ombra, chi è Arthur Fleck?

    A proposito di Ombra:

    Un capitolo a parte è rappresentato dall’apertura geniale di Joker: Folie à deux, con l’ardita scelta di genere dell’animazione. Scelta tanto ardita quanto efficace premessa ai contenuti successivi. Un film nel film dal titolo Io e la mia ombra che meglio non avrebbe potuto esprimere il condizionamento della volontà di Arthur Fleck, da parte di questa ombra, appunto, irridente espressione figurativa del suo dark side. Un’ombra nera che lo tallona, lo strattona, lo trattiene e lo imita fino a prendere il suo posto nell’entertainment nelle vesti di Joker. Una entità oscura senza

    volto, a parte quando veste essa stessa i panni di Joker, giusto per irridere e dare il tormento ad Arthur Fleck. Entità d’altra parte inscindibile dalla persona e da cui Arthur non può separarsi, in una sorta di condominio obbligato. Un prologo divertente che prepara al dramma, quando al posto delle cortine rosse da palcoscenico per lo show, la raffinata regia sostituirà iconiche - ed espressioniste - fratture narrative, con degli stacchi che vanno ad oscurare lo schermo per qualche istante. Un artificio fondamentale e illuminante, speculare delle fratture interne, tra realtà e immaginazione, che abitano la mente di Joker/Arthur Fleck e che faranno l’ossatura del film: basculante per l’intera durata, tra la realtà vissuta al momento e le contemporanee deviazioni mentali, talora con valenza di flashback, talaltra come proiezione visiva degli impulsi cui solo in una realtà parallela fittizia Arthur Fleck/Joker può dar vita.

    Arkham State Hospital

    Lo avevamo lasciato

    internato all’Arkham State Hospital, e ci aveva salutato in punta di passi di danza, un po' alla Charlie Chaplin, come un grande attore che si commiata dal suo pubblico, lasciando il ‘palcoscenico-corridoio’ di spalle, prima di scomparire da un’uscita laterale. Chissà come mai gli ospedali psichiatrici nei film - ma talora anche nella realtà purtroppo - assomigliano più a delle carceri che a dei luoghi di cura! E Arthur Fleck, qui ancora una volta ritratto da un incommensurabile Joaquin Phoenix - forte di un sensibile dimagrimento e dell’ausilio di protesi per le innaturali sporgenze ossee - nei termini paragonabili a un detenuto involontario nei campi di concentramento nazisti, o magari, a un qualche logoro e logorato personaggio riesumato dalle pagine più tragiche di Cesare Pavese, vive una quotidianità talmente squallida che gli ha fatto perdere il sorriso. La sua è una maschera di autentica sofferenza reale, senza neanche più la

    forza di esprimerla in alcun modo. Neppure sull’onda delle benevole - temporaneamente - guardie carcerarie che gli richiedono la barzelletta del giorno, mentre intonano le note del celebre gospel When the Saints Go Marching In, nato per la verità come marcia funebre jazz. Consuetudine ammuffita dietro la tetra detenzione fatta di pillole e di banale routine senza stimoli, a parte la moltitudine di sigarette che Arthur Fleck riesce a garantirsi e a fumare praticamente in ogni momento della giornata. Nulla di nuovo all’orizzonte dunque, finché non scorge lei, o, per meglio dire, lei scorge lui, quando si trova ad un laboratorio musicale da cui Arthur Fleck è al momento escluso.

    Harleen 'Lee' Quinzel/Harley Quinn (Lady Gaga), il tassello che mancava, e Arthur Fleck ritrova il sorriso e una nuova lingua condivisa: la musica

    L’entrata in scena di Lee/Harley Quinn, portata in scena egregiamente da una Lady Gaga praticamente perfetta e persino migliore,

    dimessa e quasi senza trucco, cambia le cose non solo per Arthur Fleck/Phoenix ma anche per i toni stessi della narrazione che, con impeccabile senso della misura, vanno ad acquisire l’innesto di un nuovo genere: il musical, senza lasciargli d’altra parte spazio e tempo per assumere il dominio. E’ nelle digressioni mentali di Arthur da una parte e di Lee/Gaga dall’altro, che prendono vita canzoni e balli, tip tap compreso - con tanto di citazioni in direzione Fred Astaire - che tutto sono meno che intrattenimento. Anzi, meriterebbero un capitolo a sé stante. Ci basti per il momento sottolineare come rappresentino semplicemente il valore aggiunto di una trama che parla la lingua interiore dei sentimenti di entrambi, e di tutto quello che è più facile cantare piuttosto che dire: una sequenza per tutte, l’accorata telefonata cantata da Arthur/Phoenix alla disperata ricerca di Lee/Gaga che si nega, in dirittura dell’epilogo. Praticamente

    una lirica dell’anima! Sembra inoltre che qui si stia giocando una sorta di doppio nel doppio, se solo si pensa a quanto, come attori, sia Joaquin Phoenix che Lady Gaga osano fare in e per la loro arte. La Lady Gaga cantante ad esempio, ama caricarsi di trucco e parrucco - superando Madonna dopo averne tratto ispirazione - tanto da sembrare un po' il Joker della sua persona reale, la Stefani Joanne Angelina Germanotta, ricacciata in seconda, nelle retrovie della vita vera, a favore della maschera ‘plurima’, volutamente declinata sull’eccesso, indossata in nome dell’arte. C’è un passaggio in cui i due interpreti si fronteggiano, lei al pianoforte in un brillante abito nero mozzafiato e lui che duetta con lei nel canto, talmente accorato e potente, dove per un attimo dimentichiamo Lee per vedere e ascoltare Lady Gaga in una inedita performance con Joaquin Phoenix. Spettacolo nello spettacolo!

    L’effetto mediatico: tutti amano

    Joker, non Arthur

    E’ entertainment” dice Lee/Gaga ad Arthur/Phoenix su quella, ben nota, scalinata in cui Joker si era già esibito nel primo atto. Glielo dice spezzandogli il cuore, insieme ai sogni di una ‘follia a due’ che li avrebbe portati fuori da ogni restrizione, in fuga verso un futuro - del tutto improbabile - allo scopo di costruire una montagna da una collina. Il sogno impossibile di Arthur innamorato, al contrario di lei, la cui vera identità viene svelata e comunicata dal suo avvocato della difesa Maryanne Stewart (Catherine Keener), licenziata per ringraziamento di lì a poco, per suggerimento di Lee, ‘interessata’ a Joker, non certo ad Arthur. Si perché tra i vari generi in Joker: Folie à deux, parallelo allo stesso musical e al reale correre degli eventi c’è pure il legal-thriller. Dopo cinque crimini (anzi sei, se si include la madre soffocata con il guanciale) Arthur/Joker/Phoenix deve andare

    a processo, rischiando la pena capitale. Ed è qui che si approfondisce, in una sorta di psicanalisi in tribunale, la doppia identità di Arthur/Joker, giocata tra l’avvocato dell’Accusa, della Difesa, con il concorso di tutte le testimonianze di rito, interrotte dai ritorni in cella ma, soprattutto, dalle digressioni mentali di Arthur ogni qualvolta si chiamano in causa eventi e personaggi del suo passato, in relazione alle sue vittime. Colpisce altresì l’effetto mediatico e l’entusiasmo da stadio dei fan, persino in tribunale, oltre naturalmente all’esterno, dove, come ad un concerto, inneggiano gli emulatori del personaggio. Ma anche all’interno dello stesso ‘ospedale carcerario’, con una sequenza in particolare, che tradisce, in citazione, un amore dichiarato a L’Attimo fuggente di Peter Weir. Perché tutti amano Joker ma a chi importa di Arthur?! Chi è Arthur?!

    Chi è Arthur?

    Per una volta non ho paura perché qualcuno ha bisogno di me… per una volta nella vita

    non mi lascerò ferire dal dolore. Non sono più solo… Finché so che ho l’amore posso farcela”

    Privato di una follia condivisa in una danza a due, è lui stesso nell’arringa finale a rivendicare un’unica identità, negando la sua ombra: il Joker tanto popolare, quanto illusorio e malefico, viene stracciato via come altro da sé, quale ancora di salvezza sbagliata. Un tentativo estremo per rivendicare l’autenticità identitaria reale senza paraventi, come per guardarsi dentro, finalmente, in maniera limpida e senza orpelli di sorta.

    Chi è allora Arthur Fleck? La risposta è in quel piano sequenza che ne raccoglie e conserva l’immagine interiore, vivida e profonda come una voragine - Dio salvi Joaquin Phoenix! - a conclusione di una trappola mortale tesagli proprio in quello stesso ospedale che avrebbe dovuto curarlo. “Fleck, ce l’hai una barzelletta per noi oggi?”. Tu prova a disattendere le aspettative del pubblico, ad uscire dal personaggio, a rivelare

    verità scomode, a dire qualcosa di troppo, a carico di chi, senza apparire coinvolto, vuole sfruttare l’immagine di qualcun altro, per quanto fittizia, per averne lauto vantaggio - vedi la sequenza della firma sul libro, negata e convertita in insulto dopo aver carpito l’utilizzo che ne sarebbe stato fatto - e vedi che cosa succede. Dalle stelle alle stalle! Non c’è più musica che possa ricomporre le fratture che abbiamo dentro. No Joker, no Arthur!

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS

    Perle di sceneggiatura

    Guardia: Hey Fleck, ce l'hai una barzelletta per noi?

    Voce off: Usiamo la musica per completarci, per ricomporre le fratture dentro di noi.

    Harley Quinn (Lady Gaga): Io non sono nessuno, non ho fatto qualcosa della mia vita come te.

    Voce off (Steve Coogan): Dicci, cos'è cambiato Arthur?
    Joker (Joaquin Phoenix): Ve lo dico cos'è cambiato: non sono più solo.

    Harley Quinn: Voglio vedere il vero te.

    Links:

    • Brendan Gleeson

    • Joaquin Phoenix

    • Catherine Keener

    • Steve Coogan

    • Zazie Beetz

    • Lady Gaga

    • Tra i più attesi!!! - 'JOKER: FOLIE À DEUX' di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix di nuovo nei panni di Joker, e Lady Gaga tra gli altri. Dal 2 Ottobre (Anteprime)

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    Joker: Folie à Deux - trailer ufficiale

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    Joker: Folie à Deux - teaser trailer ufficiale (V.O.)

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