Titolo in lingua originale:
Are You There God? It's Me, Margaret
Anno di produzione:
2022
Anno di uscita:
2024
Regia: Kelly Fremon Craig
Sceneggiatura:
Kelly Fremon Craig
Soggetto: Da un romanzo di Judy Blume.
Cast: Abby Ryder Fortson (Margaret) Rachel McAdams (Barbara Simon) Kathy Bates (Sylvia) Benny Safdie (Herb) Elle Graham (Nancy Wheeler) Amari Alexis Price (Janie Loomis) Katherine Mallen Kupferer (Gretchen Potter) Gary Houston (Paul Hutchins) Wilbur Fitzgerald (Morris Binamin) Mia Dillon (Mary Hutchins) Sloane Warren (Mrs. Fisher) Kate MacCluggage (Mrs. Wheeler) Jecobi Swain (Freddy Barnett) Keya Hamilton (Membro del Coro Gospel) Danni Heverin (Prima ballerina) Cast completo
Rakeem Massingill (Daniel)
Musica: Hans Zimmer
Costumi: Ann Roth
Scenografia: Steve Saklad
Fotografia: Tim Ives
Montaggio: Oona Flaherty e Nick Moore
Effetti Speciali: Schuyler White (supervisore effetti speciali); David Lebensfeld e Grant Miller (supervisori effetti visivi)
Makeup: Kim Greene (direttrice makeup); Therese Ducey (direttrice acconciature)
Casting: Melissa Kostenbauder
Scheda film aggiornata al:
12 Marzo 2024
Sinossi:
Quando la sua famiglia si trasferisce dalla città alla periferia, Margaret, 11 anni, naviga tra nuovi amici, sentimenti e l'inizio dell'adolescenza.
Margaret Simon ha solo undici anni e dodici anni quando la sua famiglia si trasferisce da New York a Farbrook, nel New Jersey. La madre di Margaret è cristiana e suo padre è ebreo. Margaret è cresciuta senza un'affiliazione a nessuna delle due fedi, e non pratica una religione organizzata, anche se spesso prega Dio con le sue stesse parole, iniziando dicendo: "Ci sei Dio? Sono io, Margaret". Comincia a sentirsi a disagio per la sua mancanza di affiliazione religiosa.
Per un compito scolastico, sceglie di studiare le credenze religiose delle persone, sperando di risolvere la questione della propria religione nel processo. Parte del suo studio prevede la frequentazione di diversi luoghi di culto per comprendere meglio la pratica religiosa e anche per vedere se uno di loro potrebbe essere giusto per lei.
Le piace passare il tempo con la nonna paterna ebrea, Sylvia Simon, che la ama così com'è, e spera che Margaret abbracci l'ebraismo dopo averla portata nella sua sinagoga per i servizi di Rosh Hashanah.
Synopsis:
When her family moves from the city to the suburbs, 11-year-old Margaret navigates new friends, feelings, and the beginning of adolescence.
Margaret Simon is just eleven going on twelve when her family moves from New York City to Farbrook, New Jersey. Margaret's mother is Christian and her father is Jewish. Margaret has been raised without an affiliation to either faith, and does not practice an organized religion, although she frequently prays to God in her own words, beginning by saying, "Are you there God? It's me, Margaret." She is beginning to feel uncomfortable with her lack of a religious affiliation. For a school assignment, she chooses to study people's religious beliefs, hoping to resolve the question of her own religion in the process. Part of her study involves attending different places of worship to better understand religious practice and also to see if one of them might be right for her. She enjoys spending time with her Jewish paternal grandmother, Sylvia Simon, who loves her as she is, and hopes Margaret will embrace Judaism after taking her to her synagogue for Rosh Hashanah services
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Io odio le festività religiose. Mio padre è ebreo, mia madre è cristiana, e non le festeggio†Margaret
Da un romanzo di Judy Blume, autrice ‘dedicata’ a bambini, ragazzi, giovani adulti, non poteva tradursi sul grande schermo che una storia ‘di formazione’, così come in effetti è uno dei cavalli di battaglia letterari della nota scrittrice statunitense: Are You There God? It's Me, Margaret (1970). Così la regista e sceneggiatrice Kelly Fremon Craig - nota per aver diretto, sceneggiato e co-prodotto 17 anni (e come uscirne vivi) e, per l’appunto, questo, Are You There, God? It's Me, Margaret, 2023 - ha raccolto il testimone mantenendo quel registro di marca adolescenziale, che, a quanto pare, sembra essere anche una sua predilezione. Con un tandem di genere come questo, ovvio che la prima protagonista a vestire i panni di Margaret, sia una teenager come Abby Ryder Fortson (Ant-Man, e Ant-Man and the Wasp,
Per sempre la mia ragazza, Qua la zampa 2-Un amico è per sempre), perfettamente in parte e ligia ad un copione veramente ‘minimo’ e banalmente spalmato su corde più televisive che cinematografiche. Una di quelle storie che la tira per le lunghe su questioni come mestruazioni ancora addivenire, la spasmodica voglia di crescere al punto da istituire un club con regole fisse: senza calzini e con reggiseno adattabile quando non c’è ancora nulla con cui riempirlo. Che sono poi, alle volte, la reale fissa delle adolescenti. Ma ad esempio, riguardo al fantomatico ‘esercizio’ declinato sull’urlo condiviso del “basta essere piatteâ€, una volta bastava e avanzava, portarlo troppo oltre, diventa noioso, se non persino… imbarazzante!
D’altra parte, il film non approfondisce abbastanza, se non epidermicamente, l’unico spunto interessante di una vicenda personale in seno ad una sostanziale differenza familiare: quella del credo religioso. Margaret/Ryder Forston è difatti figlia di madre cristiana
e padre ebreo. Ancor più interessante è il fatto che la madre Barbara sia interpretata da Rachel McAdams e che la nonna paterna Sylvia sia invece indossata come un guanto a maglia strettamente divertente da Kathy Bates. Peccato che le due attrici, già mattatrici doc in fatto di commedia, siano relegate in qualche modo a fare da supporto alla ragazzina che adotta come un mantra la costante preghiera rivolta ad un Dio super parte, ogni volta che c’è un problema o che ha un desiderio cocente: tutte cose piccolissime che nell’animo di un’adolescente, ancora in attesa delle prime mestruazioni, assumono dimensioni gigantesche.
Così, dopo il traumatico trasferimento da New York al New Jersey per il lavoro del padre, per madre e figlia inizia un nuovo ed incerto percorso di vita: rinuncia alle Belle Arti per la madre; alla nonna nelle vicinanze, agli amici e alla scuola frequentata fino a quel
termini di una non scelta, o, per meglio dire, di una fede alternativa in un Dio unico, cui rivolgersi in caso di bisogno, vale a dire costantemente: Dio ci sei? Sono io, Margaret.