Dalla 16. Festa del Cinema di Roma (14-24 Ottobre 2021) - RECENSIONE - Debutto alla regia dell'attrice Rebecca Hall - Dal 10 Novembre in streaming
"Mio nonno era nero e si è fatto passare per bianco per gran parte della sua vita... Ne ho parlato a un amico e lui mi ha suggerito di leggere 'Passing'. Ho letto il libro, lâho messo giĂš e ho scritto la sceneggiatura. In una decina di giorni avevo una bozza. La notte in cui lâho finita, sono andata a un evento a cui partecipava anche David Bowie, uno dei miei idoli. Siamo finiti a parlare di libri. Fino ad allora, quando nominavo 'Passing' nessuno lâaveva mai sentito, ma Bowie lo citava come uno dei suoi romanzi preferiti. Lâindomani mi ha inviato una rara biografia di Larsen e una nota di incoraggiamento a portare avanti lâidea di farne un film. Ho studiato e letto molto, e poi ho scritto unâaltra bozza con tutta quella conoscenza incorporata. Alla fine ho deciso che avevo bisogno di fare questo film per la mia formazione come regista, per il tipo di cinema che amo, e perchĂŠ fare questo film era il mio modo di tornare alla mia famiglia con compassione, generositĂ e amore verso coloro che si sono costruiti la loro identitĂ in un mondo che li temeva e li disprezzava"
La regista Rebecca Hall
(Passing; REGNO UNITO/USA 2021; drammatico; 98'; Produz.: AUM Group in associazione con: Film4, Flat Five Productions, Gamechanger Films, Picture Films, Significant Productions, Sweet Tomato Films, TGCK Partners, XRM Media; Distribuz.: Netflix)
Il titolo del film fa riferimento al termine inglese "passing", che si riferisce alla pratica di membri di minoranze, religioni, gruppi etnici oppressi, che fingono di essere bianchi (o comunque membri della cultura maggioritaria) per sfuggire al pregiudizio.
Cast: Tessa Thompson (Irene) Ruth Negga (Clare) Andre Holland (Brian) Bill Camp (Hugh) Gbenga Akinnagbe (Dave) Antoinette Crowe-Legacy (Felise) Alexander SkarsgĂĽrd (John) Justus Davis Graham (Ted) Ethan Barrett (Junior) Ashley Ware Jenkins (Zulena) Stu S. Becker (Cabbie)
Musica: DevontĂŠ Hynes
Costumi: Marci Rodgers
Scenografia: Nora Mendis
Fotografia: Eduard Grau
Montaggio: Sabine Hoffman
Effetti Speciali: Eugene Hitt (supervisore)
Makeup: Marjorie Durand (direzione)
Casting: Kim Ostroy e Laura Rosenthal
Scheda film aggiornata al:
03 Novembre 2022
Sinossi:
La storia è ambientata negli anni Venti, periodo noto nella comunità afroamericana per la nascita del Rinascimento di Harlem, un movimento artistico-culturale incentrato sulla storia dei neri negli Stati Uniti. Si racconta di Irene Redfield (Tessa Thompson) e Clare Kendry (Ruth Negga), due donne di etnia mista, che possono essere scambiate come bianche, ma che hanno, in verità , anche origini afro. Le due, però, hanno scelto di vivere in un modo totalmente differente e addirittura opposto: Irene è sposata con Brian (AndrÊ Holland), un medico afroamericano, e non rinnega le sue origini nere, mentre Clare si fa passare per una donna bianca, soprattutto con il suo ricco marito John (Alexander Skarsgürd), apertamente razzista.
Le due sono vecchie amiche d'infanzia e, quando si incontrano casualmente, riprendono a frequentarsi, ma trascorrendo del tempo l'una nella vita dell'altra finiscono per sconvolgere le loro esistenze...
Synopsis:
Mixed-race childhood friends reunite in middle class adulthood and become increasingly involved with one another's lives and insecurities. While Irene identifies as African-American and is married to a black doctor, Clare "passes" as white and has married a prejudiced, but wealthy white man.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Di coraggio ne ha avuto. Non câè alcun dubbio. Per il suo esordio alla regia lâattrice Rebecca Hall ha scelto difatti un tema âispidoâ e per giunta di grande attualitĂ . Lo si comprende fin dal titolo originale: âpassingâ, termine inglese che fa riferimento âalla pratica di membri di minoranze, religioni, gruppi etnici oppressi, che fingono di essere bianchi (o comunque membri della cultura maggioritaria) per sfuggire al pregiudizioâ. Il titolo italiano Due donne-Passing finisce per limitare, se non mortificare, il cuore pulsante di questa storia, raccolta dalle pagine di Nella Larsen nellâomonimo romanzo pubblicato nel lontano 1929. Si, vero, ci sono due donne protagoniste al centro della vicenda, ma oltre allâamicizia di gioventĂš e le scelte opposte fatte nellâetĂ adulta, allâessersi perse di vista e poi ritrovate, quello che le lega e paradossalmente le divide è proprio quel âpassâ che anzichĂŠ âgreenâ potrebbe essere black o, per meglio dire, white.
Il motivo per cui, tanto per rincarare la dose, per il suo primo film da regista la Hall ha scelto la cifra stilistica del bianco e nero di contro al colore.
Eâ lâepoca in cui le discriminazioni razziali in America sono allâapice, epoca in cui le persone di colore vivevano riunite in quartieri âdedicatiâ, per cosĂŹ dire, come ad esempio Harlem a New York. Epoca in cui non mancavano occasioni di linciaggio e persecuzione per motivi presunti o âconfezionati ad hocâ, epoca in cui il colore della pelle faceva davvero la differenza e ogni privilegio, comâè ben noto, era appannaggio dei bianchi. Epoca in cui le opportunitĂ di lavoro, di scuole per lâeducazione dei figli od altro, non erano affatto paritarie. Beh, in uno scenario di questo genere, ovvio che la tentazione di âmescolare le carteâ per poter âpassareâ dalla parte in vantaggio sulla corsa della vita, era alquanto forte.
Lo è stato per la Clare di Ruth Negga che la ritroviamo di nuovo a New York biondissima e sufficientemente chiara di pelle da essersi potuta permettere di giocare la carta vincente: si è âpassataâ per bianca e ha sposato un bianco da cui ha avuto una figlia, fortunatamente nata bianca, andandosene a vivere a Chicago. Il suo comportamento sfrontato e molto snob lascia ben intendere di essersi venduta lâanima per ottenere una vita agiata e libera da ogni vincolo o limitazione. Lâincontro con la vecchia amica Irene (per gli amici âRiniâ) con cui Tessa Thompson si gioca la sua carta migliore in fatto di cifra estatica ed introspettiva - anchâessa sposata e con due figli, coerente con se stessa al punto da vivere ancora ad Harlem una vita serena e dedita alla famiglia - innesca dinamiche relazionali alquanto âcostruiteâ, sul filo di un espressionismo esasperato, a tratti flaccido
e stanco, quando non sopra le righe, al punto da partorire ibridazioni un po' surreali: la stessa relazione tra le due donne, per cominciare, interfacciata a quella di Clare/Negga con il marito di Irene/Thompson.
Ad un certo punto tutto diventa meno interessante e persino fuorviante, soprattutto quando lo spaccato sociale perde di spessore, cedendo il passo al thriller. Thriller che ben presto sfocia persino in un improbabile noir di marca hitchcockiana. Epilogo in cui tutto viene livellato, a piano terra, per lâappunto, e stranamente nessuno, dato il contesto, va oltre la mera costatazione dellâaccaduto. Ogni dubbio viene dissolto su due piedi e lâindagine - che nella realtĂ dellâepoca sarebbe stata dâobbligo - muore sul nascere, ben sapendo di appartenere ad un altro film.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)