RECENSIONE - La vera storia di Tammy Faye Bakker (Jessica Chastain) e di suo marito Jim (Andrew Garfield), due predicatori televisivi americani che negli anni 70' e 80' ebbero uno straordinario successo - Dal 3 Febbraio
(The Eyes of Tammy Faye; CANADA/USA 2021; biopic storico-drammatico; 126'; Produz.: Fox Searchlight Pictures, Freckle Films, MWM Studios, Searchlight Pictures, Semi-Formal Productions; Distribuz.: The Walt Disney Company Italia)
Titolo in lingua originale:
The Eyes of Tammy Faye
Anno di produzione:
2021
Anno di uscita:
2022
Regia: Michael Showalter
Sceneggiatura:
Abe Sylvia, Fenton Bailey, Randy Barbato
Soggetto: Basato sul documentario di Fenton Bailey e Randy Barbato.
Cast: Jessica Chastain (Tammy Faye Bakker) Andrew Garfield (Jim Bakker) Cherry Jones (Rachel Grover) Vincent D'Onofrio (Jerry Falwell) Mark Wystrach (Gary Paxton) Sam Jaeger (Roe Messner) Louis Cancelmi (Richard Fletcher) Gabriel Olds (Pat Robertson) Fredric Lehne (Fred Grover) Chandler Head (Tammy Faye da bambina) Jay Huguley (Jimmy Swaggart) Dan Johnson (Predicatore) Michael MacCauley (Grande uomo)
Musica: Theodore Shapiro
Costumi: Mitchell Travers
Scenografia: Laura Fox
Fotografia: Mike Gioulakis
Montaggio: Mary Jo Markey, Andrew Weisblum
Effetti Speciali: Bryan Sides
Makeup: Linda Dowds (direzione personal make up per Andrew Garfield e Jessica Chastain)
Casting: Avy Kaufman
Scheda film aggiornata al:
03 Marzo 2022
Sinossi:
Uno sguardo intimo alla straordinaria ascesa, caduta e redenzione di Tammy Faye Bakker, evangelista americana, personaggio televisivo, cantante, autrice e conduttrice di spettacoli religiosi al vivo.
Il film racconta la vera storia di Tammy Faye Bakker (Jessica Chastain) e di suo marito Jim (Andrew Garfield), due predicatori televisivi americani che negli anni 70' e 80' ebbero uno straordinario successo.
I due coniugi di modeste origini, diedero vita al più grande canale televisivo religioso degli Stati Uniti diventando dei veri e propri punti di riferimento cristiani per tantissimi americani. Nel loro programma, The PTL Club, noto anche come The Jim and Tammy Show, i due erano soliti trattare temi che avevano a che fare con il sesso, l'omosessualità e l'AIDS. I numerosi seguaci della coppia apprezzavano i loro insegnamenti d'amore e di accoglienza.
Tammy Faye divenne nota per le sue straordinarie ciglia, il suo modo unico di cantare e la sua amorevole attitudine nel dare accoglienza e accettare persone di ogni ceto sociale e con ogni tipo di esperienza di vita. Il programma ebbe un grandissimo successo, tanto che Tammy Faye e Jim divennero così ricchi e famosi che aprirono successivamente un grande parco a tema religioso.
Nel 1987 a seguito di uno scandalo sessuale che convolse Jim, cominciarono i primi problemi per la coppia, a cui seguirono irregolarità finanziarie, imbrogli e complotti, che segnarono non solo la fine del matrimonio tra Jim e Tammy Faye ma che demolirono completamente anche il loro grande impero.
Synopsis:
An intimate look at the extraordinary rise, fall and redemption of televangelist Tammy Faye Bakker. In the 1970s and 80s, Tammy Faye and her husband, Jim Bakker, rose from humble beginnings to create the world's largest religious broadcasting network and theme park, and were revered for their message of love, acceptance and prosperity. Tammy Faye was legendary for her indelible eyelashes, her idiosyncratic singing, and her eagerness to embrace people from all walks of life. However, it wasn't long before financial improprieties, scheming rivals, and scandal toppled their carefully constructed empire.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Che cosa colpisce di questo inconsueto biopic molto ‘American Style’? Assolutamente lei: la protagonista dominante che non si fa riconoscere, ‘raccolta’ nelle varie età , che da bambina la seguono nelle varie fasi della vita adulta, passando per un trucco e parrucco all’insegna del più radicale e raffinato trasformismo: una incredibile Jessica Chastain si è letteralmente spalmata nelle varie fasce dell’evoluzione esistenziale dell’eccentrico personaggio di Tammy Faye Bakker. Un percorso che ha molto a che vedere con la comunicazione televisiva di stampo promozionale ecclesiastico al gusto di soap opera, tanto è stucchevole e populista, oltre che un tantino ipocrita, come gli scandali inanellati strada facendo dimostrano a chiare lettere. Il mondo di un’evangelista americana conduttrice di spettacoli religiosi dal vivo.
Beh, lo sguardo di Tammy Faye Bakker (Jessica Chastain) che attraversa tutta la narrazione, si muove in mezzo ad una intricata selva mista, tra plagio mediatico, lockdown cognitivo, superstizione ed esibizione di
una fede così clamorosamente farlocca che stentiamo davvero a riconoscere non dico come autentica, ma anche solo vagamente possibile. Ma in fondo, la vera rovina di Tammy/Chastain è lui, il compagno che da inseparabile faro di illuminazione si qualifica nel tempo come feccia umana in grado di macchiarsi delle colpe peggiori: il marito Jim di Andrew Garfield, non certo al suo massimo dell’interpretazione. Così la coppia di predicatori televisivi americana di maggior successo negli anni Settanta ed Ottanta approderà ben presto ad una crisi senza pari difficile da gestire e destinata al capolinea.
La pellicola si dilunga peraltro più del previsto addentrandosi nei meandri della pluriarticolata vicenda dei due personaggi, cui ruota intorno un piccolo stuolo di co-protagonisti satellite dal fiato corto, il che, sommato alla leziosità del personaggio femminile cui il doppiaggio italiano conferisce una voce chioccia e leziosa insopportabile, alla lunga stanca e stucca. Uno scenario di predicazione
trasmesso per intermediazione tecnologica simile lo si era già visto in quella perla ingiustamente dimenticata che è stata il Mosquito Coast (1986) di Peter Weir – che peraltro vedeva uno strepitoso Harrison Ford in primo piano e una giovane Helen Mirren al seguito – ma in quel caso, l’episodio non era tratto da un fatto vero, mentre la vicenda dei Bakker ha colorito nel tempo i maggiori rotocalchi dell’epoca. Basato sul documentario di Fenton Bailey e Randy Barbato, Gli occhi di Tammy Faye ha dunque una radice narrativa tristemente documentabile, a quanto pare, e il regista Michael Showalter è colui che ne ha raccolto il testimone, lasciando purtroppo il segno della sua esperienza in gran parte televisiva.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)