VINCITORE agli Independent Spirit Awards: 'Miglior Film; 'Miglior Regia' e 'Miglior Sceneggiatura'; VINCITORE come 'Miglior Sceneggiatura' a Venezia 78. - Esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal - RECENSIONE in ANTEPRIMA - Dal 7 Aprile
(The Lost Daughter; USA/ISRAELE/REGNO UNITO/GRECIA 2021; drammatico; 124'; Produz.: Endeavor Content, Faliro House Productions, Pie Films, Samuel Marshall Productions; Distribuz.: BIM Distribuzione)
Soggetto: Il film è tratto dal romanzo La figlia oscura (2006) di Elena Ferrante edito in Italia da E/O.
Preliminaria: Tutti i Premi e le Nominations principali:
2022 - Premi Oscar
Candidatura alla miglior attrice a Olivia Colman
Candidatura alla miglior attrice non protagonista a Jessie Buckley
Candidatura alla migliore sceneggiatura non originale a Maggie Gyllenhaal
2022 - Golden Globe
Candidatura alla miglior regista a Maggie Gyllenhaal
Candidatura alla migliore attrice in un film drammatico a Olivia Colman
2022 - Critics' Choice Awards
Candidatura alla miglior attrice protagonista a Olivia Colman
Candidatura alla miglior sceneggiatura non originale a Maggie Gyllenhaal
2022 - Premio BAFTA
Candidatura alla migliore attrice non protagonista a Jessie Buckley
Candidatura alla migliore sceneggiatura non originale a Maggie Gyllenhaal
2022 – Screen Actors Guild Award
Candidatura alla migliore attrice cinematografica a Olivia Colman
2021 - Mostra internazionale d'arte cinematografica Venezia
Miglior sceneggiatura a Maggie Gyllenhaal
Cast: Olivia Colman (Leda Caruso) Jessie Buckley (Leda da giovane) Dakota Johnson (Nina) Peter Sarsgaard (Professor Hardy) Paul Mescal (Will) Oliver Jackson-Cohen (Toni) Ed Harris (Lyle) Dagmara Dominczyk (Callie) Alba Rohrwacher (Escursionista) Nikos Poursanidis (Escursionista) Jack Farthing (Joe) Robyn Elwell (Bianca) Ellie Mae Blake (Martha) Panos Koronis (Vassili) Alexandros Mylonas (Professor Cole)
Leda è decisa a restituire la bambola il giorno dopo, ma il cattivo tempo la costringe a posticipare i piani e rimandare il ritorno in spiaggia. Mentre gira per la cittadina, la donna si reca in un negozio di giocattoli per comprare dei vestitini per la bambola; qui incontra Nina, Elena e Rosaria (la cognata della giovane mamma), che la ringraziano per aver ritrovato la piccola il giorno prima e le raccontano che la bambina è isterica da quando non riesce più a trovare la bambola. Leda non confessa di avere lei la bambola e mentre parla di maternità con Nina e Rosaria ammette con sua stessa sorpresa di aver abbandonato le proprie figlie per tre anni durante l'infanzia. Rosaria e Nina restano turbate dalla notizia e si allontanano frettolosamente.
Decisa a riconsegnare la bambola, Leda chiama il numero su un volantino affisso dalla famiglia di Elena per ritrovare il giocattolo e a risponderle è proprio Nina, che la protagonista sorprende in un momento intimo con Gino. Nei giorni seguenti, in cui continua a non restituire la bambola, Leda finisce per comprendere che la sua fascinazione per Nina nasce soprattutto dal suo riconoscersi in lei. Così come Nina, anche Leda è stata una madre giovane e talentuosa intrappolata in una situazione claustrofobica e snervante, da cui era poi fuggita quando le figlie erano ancora piccole per dedicarsi alla carriera accademica e a una relazione con uno stimato professore inglese. Era tornata dalle figlie solo tre anni più tardi e da allora aveva faticosamente ricostruito un rapporto con loro.
Gino chiede a Leda di poter usare la sua casa per un incontro segreto con Nina e la donna gli risponde di dire a Nina di chiederlo direttamente a lei. Nina si mette in contatto con Leda, che la invita a casa. Leda prova a spronarla a tornare a studiare, a lasciare il marito e a fare come lei, ma per Nina il comportamento di Leda è chiaramente quello di una madre snaturata. Leda comunque accetta di lasciarle le chiavi dell'appartamento e le restituisce anche il giocattolo. Nina reagisce violentemente alla scoperta che Leda ha tenuto la bambola per tutto questo tempo pur sapendo quanto Elena soffrisse senza di lei, la insulta e la punge con uno spillone che Leda stessa le aveva donato. Rimasta sola, Leda prepara i bagagli e decide di tornare a Firenze, ma prima di uscire dalla casa riceve una telefonata dalle figlie.
Short Synopsis:
A woman's beach vacation takes a dark turn when she begins to confront the troubles of her past.
in fondo, appartengono al romanzo prima ancora che al cinema.
Come regista Maggie Gyllenhaal debutta alla grande, mentre cavalca le riprese per la maggior parte in soggettiva, con primissimi piani lenticolari, persino sgranati o sfocati, in metafora dell’aura di pensiero e della confusione interiore. E non poteva scegliere interprete migliore per la sua protagonista Leda: Olivia Colman (La favorita, The Father-Nulla è come sembra) buca letteralmente lo schermo, sapendo bene come dare pieno significato al suo personaggio sconcertato al centro di una storia sconcertante, in cui tutti gli altri personaggi ruotano intorno al suo mondo come satelliti che sembrano lì unicamente per attizzare il fuoco dei sensi di colpa e dell’inesorabile rimorso che divampano dentro di lei, oramai quarantottenne in vacanza in Grecia. Una giovane madre (la Nina di un’affascinante Dakota Johnson), con la famiglia sulla spiaggia, la induce a rigurgiti di memoria che il montaggio alternato serrato, e continuato per
l’intera durata del film, inquadra una giovane Leda (Jessie Buckley assolutamente in parte) con le sue figlie ancora piccole, Bianca e Martha: quando i suoi interessi volgevano all’approfondimento culturale e la naturale ed inevitabilmente fastidiosa ingerenza delle piccole, non di rado poteva rappresentare un elemento di disturbo e di nevrosi. Quello che accade intorno a Leda/Colman su quella spiaggia, costeggia perciò i suoi trascorsi di vita in un binario parallelo che corre sull’onda della memoria, e per lei non è una passeggiata. Anzi, si direbbe tutt’altro.
Così, The Lost Daughter, va visto come lo scavo interiore che porta al ritratto di un essere umano alle prese con le sue contraddizioni e complessità : e prima ancora che vedere in Leda/Colman il profilo di “una madre snaturataâ€, così come lei stessa arriva a dipingersi, proviamo a guardare a lei come ad una donna che ha voluto essere prima una donna di pensiero, un’intellettuale,