Ancora al cinema - Dal 20 Maggio al cinema in versione originale e dal 27 in italiano - RECENSIONE in ANTEPRIMA - Oscar 2021 - VINCITORE di 2 Premi: al 'Miglior Attore' (Anthony Hopkins) e alla 'Miglior Sceneggiatura Non Originale' (Christofer Hampton e Florian Zeller) - Oscar 2021: 6 Nominations: 'Miglior Film Drammatico'; 'Miglior Attore in un Film Drammatico' a Anthony Hopkins; 'Miglior Attrice Non Protagonista' a Olivia Colman; 'Miglior Sceneggiatura Non Originale' a Florian Zeller e Christopher Hampton; 'Miglior Montaggio' a Yorgos Lamprinos; 'Miglior Scenografia' a Peter Francis e Cathy Featherstone - Golden Globes 2021 - 4 Nominations: 'Miglior Film Drammatico'; 'Miglior Attore in un Film Drammatico' a Anthony Hopkins; 'Miglior Attrice Non Protagonista' a Olivia Colman; 'Miglior Sceneggiatura' a Florian Zeller e Christopher Hampton; 6 Candidature e vinto un premio ai Satellite Awards; 6 Candidature a British Independent; 4 Candidature a Critics Choice Award; 2 Candidature a SAG Awards; 1 Candidatura a Goya - Anthony Hopkins padre affetto da demenza senile dà del filo da torcere alla figlia Olivia Colman
"Quando ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura tratta dalla mia opera il primo volto che ho avuto davanti è stato quello di Hopkins. Ho avuto sin da subito la convinzione che sarebbe stato perfetto"
Il regista e co-sceneggiatore Florian Zeller
(The Father; REGNO UNITO/FRANCIA 2020; drammatico; 97'; Produz.: Trademark Films, Cine@, AG Studios NYC, Embankment Films, F Comme Film, Film4, Viewfinder; Distribuz.: BIM Distribuzione)
Titolo in italiano: The Father - Nulla è come sembra
Titolo in lingua originale:
The Father
Anno di produzione:
2020
Anno di uscita:
2021
Regia: Florian Zeller
Sceneggiatura:
Florian Zeller e Christopher Hampton
Soggetto: Tratto dall'omonima pièce teatrale dello stesso regista e co-sceneggiatore Florian Zeller il film racconta di una figlia alle prese con un bizzarro e divertente padre affetto da demenza senile.
Un uomo rifiuta tutta l'assistenza di sua figlia mentre invecchia. Mentre cerca di dare un senso alle sue mutevoli circostanze, inizia a dubitare dei suoi cari, della sua mente e persino del tessuto della sua realtà .
Short Synopsis:
A man refuses all assistance from his daughter as he ages. As he tries to make sense of his changing circumstances, he begins to doubt his loved ones, his own mind and even the fabric of his reality
Hopkins è il perno su cui ruota il tutto, per copione, questo The Father si impone all’attenzione come storia corale: una vera e propria ‘sinfonia del dolore’, appunto, condivisa dalla figlia Anne (Olivia Colman altrettanto monumentale), e da quel manipolo di personaggi che ruotano come satelliti intorno al pianeta Hopkins. Ironia della sorte, per il suo personaggio Hopkins ha scelto il suo stesso nome: Anthony, quasi si accingesse ad interpretare quella bieca possibilità - che Dio non voglia! - della demenza senile, inscenata nel film quale effetto collaterale della vecchiaia.
Per una volta, il titolo italiano centra la drammatica questione in campo: The Father-Nulla è come sembra è, in effetti, l’essenza di quel che succede sul grande schermo. Tessere di una quotidianità , con le relative conversazioni ed incontri tra i vari personaggi, che sembrano schegge impazzite: si accavallano, si ripetono, in parte o del tutto, laddove alcuni personaggi, la stessa
figlia o la badante di turno, si confondono per identità , movimenti, pensieri e cronologia. Tant’è che, man mano che ci si inoltra in questa fitta selva, dagli innumerevoli incroci, lo spettatore stesso può avere l’impressione che ‘nulla sia come sembra’, pur non riuscendo a dipanare la matassa per trovarne il capo e la coda. Solo a percorso avanzato, in dirittura dell’epilogo, si realizza che l’intero film altro non è se non la proiezione, percepita come reale, di un autentico ‘labirinto mentale’. Una lunga ed intensa soggettiva che la stupenda regia di Florian Zeller ama concludere con una elegiaca metafora esistenziale.
al dramma pieno ed estremamente dilatato. Florian Zeller sembra qui quasi incarnare il direttore di un’orchestra che suona l’ultimo capitolo dell’esistenza, guardandolo in faccia mentre ci si avventura nelle piste mentali del protagonista, realisticamente, senza tradirne i drammatici connotati eppure evitando di esasperarli. Si dà così voce all’assolo del protagonista Anthony di Hopkins, concedendogli carta bianca: un’esclusiva sulla sua percezione, laddove, arrivati a quel punto, ‘nulla è come sembra’, appunto. E’ il momento in cui il tempo inizia a riavvolgere il nastro della moviola, mentre passato e presente si ritrovano sullo stesso binario. Ed è anche il momento in cui, il temporaneo ritorno alla realtà , può rappresentare un colpo letale. Una girandola di sensazioni che diventano le nostre, un labirinto in cui rischiamo di perderci, insieme al protagonista, illustre solista in questa superba sinfonia, unica superstite di una decadente architettura esistenziale, che, a dispetto di tutto, al culmine del paradosso,
si fa inno alla vita.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)