I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Dalla 17. Festa del Cinema di Roma (Anteprima Mondiale) - Michele Placido scrive dirige e interpreta un suo personale affresco sul genio del tardo Rinascimento Caravaggio - Dal 3 Novembre
(L'ombra di Caravaggio; ITALIA 2020; Biopic storico artistico; 120'; Produz.: Goldenart Production con Rai Cinema; Distribuz.: 01 Distribution)
Sceneggiatura:
Sandro Petraglia, Michele Placido e Fidel Signorile
Soggetto: Soggetto di Michele Placido, Sandro Petraglia e Fidel Signorile. Il film segna l’esordio cinematografico di Tedua, l’artista e rapper tra i più influenti della nuova scena musicale italiana, nel ruolo di Cecco.
Preliminaria - un orientamento:
Un film evento sull’intricata e avventurosa esistenza del grande pittore del ‘500 - già una popstar al suo tempo - raccontato nelle sue profonde contraddizioni e nell’insondabile mistero del suo animo tormentato. Ribelle e inquieto, devoto e scandaloso, indipendente e trasgressivo, il Caravaggio che Placido mette in scena è un artista maledetto dal talento assoluto, ma soprattutto una 'rockstar ante litteram', un 'rebel without a cause' costretto ad affrontare gli inquietanti risvolti di una vita spericolata - con le sue donne e i suoi demoni - in cui genio e sregolatezza convivono per regalarci un personaggio fuori dal tempo e un’icona affascinante e universale.
Cast: Riccardo Scamarcio (Caravaggio) Louis Garrel (L'ombra) Isabelle Huppert (Costanza Sforza Colonna) Michele Placido (Cardinale Del Monte) Micaela Ramazzotti (Lena Antonietti) Vinicio Marchioni (Giovanni Baglione) Tedua (Cecco) Lolita Chammah (Anna) Alessandro Haber (Battista) Gianfranco Gallo (Giordano Bruno) Carlo Giuseppe Gabardini (Onorio) Erika D’Ambrosio Maurizio Donadoni (Papa Paolo V) Moni Ovadia (Filippo Neri) Brenno Placido (Ranuccio) Cast completo
Lorenzo Lavia (Orazio Gentileschi) Gianluca Gobbi (Scipione Borghese) Duccio Camerini (Costantino Spada) Carlo Gabardini (Onorio Longhi) Lea Gavino (Artemisia Gentileschi) Tommaso De Bacco (Fabrizio Colonna) Pietro Micci (Inquisitore) Michelangelo Placido (Fratello Ranuccio) Alberto Onofrietti (Cugino Ranuccio) Sebastiano Lo Monaco (Alof di Wignacourt) Guia Jelo (Serva di Caravaggio) Davide Paganini (Cavalier D'Arpino)
Musica: Planetoid
Costumi: Carlo Poggioli
Scenografia: Tonino Zera
Fotografia: Michele D’Attanasio
Montaggio: Consuelo Catucci
Casting: Barbara Giordani e Francesco Vedovati
Scheda film aggiornata al:
12 Marzo 2023
Sinossi:
In breve:
Italia 1600. Michelangelo Merisi è un artista geniale e ribelle nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento che tracciava le coordinate esatte nella rappresentazione dell’arte sacra. Dopo aver appreso che Caravaggio usava nei suoi dipinti sacri prostitute, ladri e vagabondi, Papa Paolo V decide di commissionare a un agente segreto del Vaticano una vera e propria indagine, per decidere se concedere la grazia che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello un suo rivale in amore. Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, avvia le sue attività di inchiesta e spionaggio per indagare sul pittore che - con la sua vita e con la sua arte - affascina, sconvolge, sovverte. Un’Ombra che avrà nelle sue mani potere assoluto, di vita o di morte, sul destino di un genio.
In dettaglio:
1610. Condannato a morte per omicidio, Caravaggio è in continua fuga dai suoi molti nemici. Papa Paolo V decide di verificare se sia possibile graziarlo; dell'indagine viene incaricato un misterioso inquisitore conosciuto come L'Ombra: il suo compito sarà scavare nella vita dell'artista e conversare con chi lo conosceva, per comprendere se l'uomo sia un folle o un genio.
L'indagine parte da Costanza Colonna, nobile protettrice del Caravaggio, che racconta come l'uomo, di umili origini, avesse manifestato sin da giovane il proprio talento, che aveva spinto la sua famiglia a finanziarne l'apprendistato. In seguito, Michelangelo si era spostato a Roma, dove aveva inizialmente frequentato gli ambienti artistici sviluppatisi attorno al Cavalier d'Arpino; tuttavia egli si era dimostrato presto insofferente ai dettami dell'arte manierista ed era andato in cerca di un linguaggio più personale: aveva perciò preso a frequentare l'ospedale di Santa Maria in Vallicella, dove aveva conosciuto una folla di reietti, prostitute e mendicanti. Affascinato dalle loro storie, aveva cominciato a prenderli come modelli per i propri quadri, facendogli interpretare di volta in volta santi, sante e perfino la Madonna.
Il modo rivoluzionario di "umanizzare" il divino guadagna a Caravaggio la simpatia di molti nobiluomini, tra cui i cardinali Francesco Maria del Monte e Scipione Borghese e il marchese Vincenzo Giustiniani, i quali gli commissionano molti dipinti che sono tuttavia costretti a tener nascosti per non incorrere nella censura; intorno all'artista si forma via via un circolo di pittori cui egli fa da maestro. Assieme alle amicizie, tuttavia, si aprono anche numerose rivalità , tra cui quella col pittore Giovanni Baglione (la quale gli comporta i primi guai giudiziari) e quella con Ranuccio Tomassoni, un prosseneta che ben presto diventerà suo acerrimo nemico. Caravaggio intratterrà infine diverse relazioni amorose, tra cui quelle con le prostitute Lena Antonietti e Anna, ciascuna delle quali finirà per fargli da modella.
Più cresce la fama di Caravaggio, più la Chiesa inizia a considerare le sue opere blasfeme e immorali, cosa che inasprisce il difficile carattere dell'artista. Quando Anna si suicida annegando nel Tevere, Michelangelo reagisce al grande dolore ritraendone il cadavere martoriato in un dipinto che desta scandalo per il crudo realismo: ha inizio il declino dell'artista, che culmina quando, in seguito a un banale litigio, egli uccide Ranuccio Tomassoni. Condannato alla decapitazione, il pittore fugge dapprima a Napoli e poi a Malta, dove grazie alle conoscenze di Costanza viene nominato cavaliere; le speranze di vedersi annullare la condanna vengono tuttavia meno a causa della sua condotta, che lo costringe a fuggire nuovamente a Napoli, dove subisce un tentativo di omicidio.
L'Arte di Caravaggio tuttavia sopravvivrà , e lui diventerà uno dei pittori più influenti della storia dell'arte.
Short Synopsis:
The Vatican secretly investigates the artist Caravaggio as the Pope weighs whether to grant him clemency for murdering a rival
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“In fuga da Roma dopo essere stato accusato di omicidio, Michelangelo Merisi detto Caravaggio arriva a Napoli nel 1609. Protetto dalla famiglia Colonna, è in attesa di una possibile grazia papaleâ€
Inizia e finisce con didascalie informative il lento e didascalico L’Ombra di Caravaggio di e con Michele Placido. Una cronistoria di riscoperte documentarie da cui trarre motivi da parte della Chiesa istituzionale dell’epoca, per ‘incastrare’ definitivamente Michele Merisi detto il Caravaggio, un ‘avanguardista’, rivoluzionario di una Fede, scoperta e riprodotta nei suoi quadri, traendo ispirazione dalla strada e dai reietti, coloro che più hanno sofferto nel corpo e nell’anima.
Peccato che, alla resa dei conti, ne affiori un film assolutamente decentrato, gratuitamente scurrile, persino volgare: non so quante volte si usa il verbo ‘chiavare’ in questa storia inutilmente prolissa, dai tratti reiterati su uno stesso registro, lasciandone dietro molti altri neppure sfiorati. Un percorso il cui movente è sostanzialmente la
fuga di Caravaggio dalla spada di Damocle che gli pende letteralmente sulla testa per un omicidio in cui è stato coinvolto: il film non a caso apre con una rissa confusa e irrisolta che presenta subito un Caravaggio furente, di cui si mantiene per lo più anche nel seguito il carattere ‘fuori dalle righe’: un braccato sempre arrabbiato con il mondo, litigioso e, per l’appunto, rissoso e pronto al duello. In attesa della grazia papale che tarda ad arrivare - e che mai arriverà - gli episodi della sua vita privata dominano, generosi al punto da risultare ridondanti, quelli della pittura, isolati ad alcuni rari momenti illuminati e fieri, di cui si raccoglie l’estetica ma si tende a dimenticarne l’anima, o comunque ad affossarla, ricorrendo inutilmente a rimarcare a parole, quel che invece parla da solo.
Per dare corpo alla visione diametralmente opposta dell’Inquisitore, alias Ombra, di Louis Garrel,
stereotipatissimo personaggio declinato sull’algido e insolente ad oltranza - patetico nell’improbabile piantino da coccodrillo finale - non si sentiva certo il bisogno di sopportare un Caravaggio (Riccardo Scamarcio), quasi sempre fuori di testa, mano lesta alla spada, urlante, sbavante, scopante, oltre ogni limite di sopportazione. Avremmo preferito un’impostazione narrativa completamente diversa, non certo limitata alla lezioncina fondata sull’anticonformismo e sulla trasgressione, in ovvia rotta di collisione con la Chiesa istituzionale e con l’Accademia artistica, fatta eccezione per la protezione di un cardinale lascivo, Cardinal Del Monte (Michele Placido), e pochi altri nobiluomini, amanti della sua arte collezionata di nascosto. Così, i rari confronti diretti, ci restituiscono per lo più l’immagine di un Caravaggio sempre in punta di aggressione, verbale ma spesso anche fisica. Il che rende il tutto ben poco affascinante se non persino tedioso e monocorde.
Altrove, si indulge sul superfluo: si era capito anche senza inscenare la sequenza di
sesso tra Caravaggio/Scamarcio e la marchesa Costanza Colonna (Isabelle Huppert) che l’aiuto, fin dal catechismo impartitogli da bambino, potesse andare oltre il limite della semplice protezione. Ma qui, come in molte altre occasioni, a Placido piace insistere laddove sarebbe più opportuno sfumare, e sembra farlo con un certo compiacimento, mentre intanto l’essenza dell’artista Caravaggio, viene ricacciato dietro le quinte di un’attesa ingiusta e perfino oltraggiosa. Sembra inoltre diventato un must, infilare scene orgiastiche in stile baccanale: dal raffinato esempio di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick al Kitsch esasperante del recente Babylon, adesso si aggiunge pure L’Ombra di Caravaggio, un Carnevale patetico e volgare di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.
Improprie e falsate forme dialettali contribuiscono poi ad allontanarci ancor di più dalla figura di Michelangelo Merisi, lombardo doc, che Michele Placido trasforma in un’agiografia sui generis dominata dal sesso, con donne e giovincelli. Calcando poi la mano
sul ‘popolo di contorno’ – con le sue frequenti visite all’ospedale di Santa Maria in Vallicella – dà campo libero ad un romanesco borgataro spesso pure stucchevole. Un esempio su tutti: la Ramazzotti, che sembra qui in pausa pranzo da un film di Paolo Virzì, nella sua Lena cantilenante. Una delle poche figure accattivanti e centrate è quella del Battista di Alessandro Haber.
La grazia pertinente ai costumi e alla fotografia d’epoca, di tutto rigore, ribadisce invece quella verità ricercata, dall’artista in particolare sulla strada, dai reietti. Ed è francamente la parte migliore del film, con le scenografie, che sembrano sottratte al palcoscenico di un Teatro. Un aspetto d’altra parte ‘inquinato’ dalla reiterazione del concetto di ricerca di verità , rimarcato a parole fino allo sfinimento dallo stesso Caravaggio, in attesa di essere mostrato nelle risultanze del suo pennello. Un percorso dunque sbilanciato e in prospettiva, fuori fuoco.
“Alla morte mi sono preparato tutta la vita, la sfidavo la morte, ci giocavo, ho amato ogni cosa della mia vita, violenta, piena di furori, colori, amori, ora più nulla… Vedo una nuova luce, infiniti mondi, infiniti cieli, infiniti universi, un’infinita divinità in cui tutto vive, e una profondissima quiete mi pervade. Mi hanno ordinato di pentirmi, ma io non so di che pentirmi, e non voglio pentirmiâ€
“AMOR VINCIT OMNIAâ€
Il didascalismo vince su tutto, e a ribadire per l’ennesima volta la ‘chiave verista’ dell’artista, ci si sente in obbligo di aggiungere un’ulteriore specifica:
“Molti dei personaggi presenti in questo film sono realmente esistiti. Prostitute, malfattori, e mendicanti che hanno intrecciato la loro vita con quella di Caravaggio, sono stati raffigurati dal Maestro come Madonne
e fondatori della Chiesa di cristo, e continuano a vivere in musei e luoghi sacri di tutto il mondoâ€
Ma và ! Non lo si era capito! Grazie della precisazione da documentario scolastico.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)