RECENSIONE in ANTEPRIMA - Il film è stato distribuito in streaming su HBO Max a partire dal 10 dicembre 2020, mentre in Italia è disponibile per l'acquisto o il noleggio, su varie piattaforme, dal 27 maggio 2021.
Girato in appena due settimane e con la maggior parte dei dialoghi improvvisati dagli attori, Let Them All Talk, il nuovo film del regista premio Oscar Steven Soderbergh con Meryl Steep, Candice Bergen, Dianne Wiest e Lucas Hedges, ha stregato i critici americani per la sua capacità di andare a fondo nella psiche umana e nelle sue contraddizioni. Una piccola perla autoriale che ci auguriamo possa, prima o poi, avere l'onore di una distribuzione italiana.
(Let Them All Talk; USA 2020; Dramedy; 113'; Produz.: Extension 765, HBO Films, LS Productions, Warner Bros.; Distribuz.: Warner Bros. Italia)
E' la storia di un’autrice di alto profilo (Meryl Streep) che fa un viaggio con alcuni dei suoi amici più cari (Dianne Wiest e Candice Bergen) per divertirsi e curare vecchie ferite. Anche il nipote dell’autrice (Lucas Hedges) si unisce a lei e alla fine rimane invischiato nel dramma che si svolge tra il trio di amici. E, come se questo gruppo non fosse abbastanza vivace, anche l’agente letterario dell’autrice (Gemma Chan) si inserisce in questo racconto.
Short Synopsis:
A famous author goes on a cruise trip with her friends and nephew in an effort to find fun and happiness while she comes to terms with her troubled past.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
“Cercare di cogliere il raggio di luce in una bottiglia per la seconda volta†è il nuovo obiettivo di una scrittrice di successo…
la proposta alternativa di una crociera in nave, di contro ad un viaggio aereo che l’autrice non può affrontare, tanto per preparare il terreno, la sfanga finalmente su ogni rimostranza.
che a un certo punto, imbastito per lo più sull’intreccio di conversazioni a coppie, appuntate sulla lavagna della routine a bordo di questa nave di lusso, il film vira quasi in una sorta di thriller psicologico. Il filo su cui corrono questi scorci di conversazioni sembra essere il secondo fine di ciascuno: ognuno di loro ha un obiettivo, un’idea rotante intorno a quella Alice/Streep che, da amica dei tempi che furono, è diventata per loro un’estranea, cambiata in tutto e per tutto, nel modo di essere e di pensare, poco disponibile al punto da centellinare il proprio tempo con i suoi ospiti, limitandosi alla sola cena, col pretesto della scrittura, della piscina e del suo personale spazio vitale. Ed ecco che la parola, non necessariamente del processo di scrittura, si affina pronta a pungere come un ago. Soderbergh fa in modo che tutti continuino a parlare fino a rendere, a
tratti, fin troppo verbosa ed elegiaca l’intera storia, mentre intanto la sua macchina da presa circuisce ed ammanta la laconica e raffinata intellettuale Alice, davvero abile a nascondere i propri scheletri nell’armadio, colei che Meryl Streep cesella in punta di un tocco snob sotteso e cangiante, come solo lei riesce a fare. Un processo per sottrazione, ben più rappreso e in sospensione, rispetto alle mirabolanti esternazioni pur sempre snobiste esibite dalla sua Miranda ne Il diavolo veste Prada. Meryl Streep deve aver avuto anche in questo caso un interessante riferimento reale o persino un mix di personaggi interrelati col mondo della scrittura per incarnare la sua Alice in un modo tanto viscerale e naturale. Ma del resto è perfettamente nelle sue corde e rientra nei suoi straordinari parametri di approccio artistico, praticamente da sempre.
Pazientare tra una riflessione e l’altra premierà man mano che ci si avvicina verso un epilogo drammatico