I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Colin Firth veste i panni del velista dilettante Donald Crowhurst nel biopic di James Marsh. Al suo fianco Rachel Weisz - Dal 5 Aprile
"Potendo fare un’ipotesi sul background e sull’esperienza di Crowhurst, direi che fosse un uomo che aveva collezionato una serie di fallimenti, da cui scappava puntando una fiche ancora più alta sull’avventura successiva. Era un uomo con una grandissima energia e fascino ed erano proprio quell’energia e quel fascino, che lo portavano a prendere decisioni come quella di partecipare alla gara. Aveva anche una forte autostima e le persone intorno a lui la confermavano. Era riuscito a finanziare e a costruire quella barca; si rischia di lasciarsi sfuggire ciò che in questa storia lui riuscì a realizzare, se si guarda solo ciò che non gli riuscì. Lui ha raggiunto risultati straordinari. Era un marinaio con poca esperienza, ma non così inesperto come si pensa. Non aveva mai navigato adeguatamente sull’oceano, tuttavia costruì questo trimarano molto veloce, che però non era completamente finito e testato. La sua navigazione intorno al mondo fu complessivamente positiva; rimase in mezzo all’oceano per la maggior parte dei sette mesi, quindi in definitiva realizzò molto di più di quello che la gente si aspettava facesse. Semplicemente non raggiunse il suo obiettivo. Si è trattato di un volersi spingere troppo oltre, di presunzione, ed è questo che causò la tragedia della sua scomparsa. Il materiale di ricerca disponibile su Crowhurst è 'infinito'... ci sono parecchi libri e molta materia prima lasciata da lui, come i suoi registri, i suoi diari e le lettere che scrisse alla moglie... Nel nostro ritratto, lui diventa essenzialmente primitivo. È stato spogliato della civiltà e diventa molto più basico, in modo anche fisico: perde peso, non indossa più tanti indumenti come prima e inizia a sembrare un vagabondo sulla barca. Il viaggio mentale è molto più interessante di quello fisico e noi avevamo l’obbligo di completare il personaggio anche con questo aspetto... Il mare è come il deserto. È anche mercuriale, ha i suoi umori, cambia e ti minaccia. Ma tu vedi solo cielo e orizzonte. Il mare cambia colore, può essere burrascoso e ha questa personalità che può distruggerti. L’isolamento è una voce importante di ciò che è andato storto nella mente di Crowhurst. La chimica del tuo cervello cambia, se non parli con altre persone"
Il regista James Marsh
(The Mercy; REGNO UNITO 2017; biopic drammatico; 101'; Produz.: Blueprint Pictures/BBC Films; Distribuz.: Adler Entertainment e Good Films)
Soggetto: Tratto dalla vera storia del velista dilettante Donald Crowhurst, per la quale il regista si è basato sui diari di bordo e sulle registrazioni ritrovate sul trimarano.
La storia di Donald Crowhurst era già stata portata sul grande schermo dal documentario Deep Water (2006).
Cast: Colin Firth (Donald Crowhurst) Rachel Weisz (Clare Crowhurst) David Thewlis (Rodney Hallworth) Andrew Buchan (Ian Milburn) Finn Elliot (James Crowhurst) Eleanor Stagg (Rachel Crowhurst) Kit Connor (James Crowhurst) Genevieve Gaunt (Miss Teignmouth) Tim Downie (Stilista) Jonathan Bailey (Wheeler) Ken Stott (Mr. Best) Sebastian Armesto (Nelson Messina) Adrian Schiller (Mr. Elliot) Sam Hoare (Mr. Hughes) Simon Chandler (Sidney Rawle) Cast completo
Dilyana Bouklieva (Pubblicista Waterski)
Musica: Jóhann Jóhannsson
Scenografia: Peter Francis e Jon Henson
Fotografia: Eric Gautier
Montaggio: Jinx Godfrey e Joan Sobel
Makeup: Denise Stocker
Casting: Lucy Bevan e Olivia Scott-Webb
Scheda film aggiornata al:
16 Giugno 2024
Sinossi:
In breve:
Il Mistero di Donald C. racconta l’incredibile storia vera di Donald Crowhurst, velista amatoriale che partecipò alla Golden Globe Race del Sunday Times nel 1968, con la speranza di diventare la prima persona nella storia a circumnavigare il globo in solitaria senza soste. Con una barca non completamente pronta e la propria casa e il lavoro a rischio, Donald lascia la moglie Clare e i loro figli, imbarcandosi, non senza esitazioni, nell’avventura a bordo del trimarano Teignmouth Electron.
The incredible story of Donald Crowhurst , an amateur sailor who competed in the 1968 Sunday Times Golden Globe Race in the hope of becoming the first person in history to single-handedly circumnavigate the globe without stopping. With an unfinished boat and his business and house on the line, Donald leaves his wife, Clare and their children behind, hesitantly embarking on an adventure on his boat the Teignmouth Electron. The story of Crowhurst's dangerous solo voyage and the struggles he confronted on the epic journey while his family awaited his return is one of the most enduring mysteries of recent times.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Sbatti il mare in prima pagina ed è già storia! In teoria! Volendo riprodurre una vicenda reale sul grande schermo, può difatti succedere di non riuscire a coglierne l’essenza, sortendo dunque in una sorta di didascalico esercizio di cronaca illustrata. Ed è purtroppo per l’appunto il caso del The Mercy (la misericordia), ovvero Il mistero di Donald C. di James Marsh (Oscar 2008 per il documentario Man On Wire, Doppio gioco, La teoria del tutto). Doveva essere il ritratto di un’ossessione: l’ossessione di Donald Crowhurst (il Donald C del titolo italiano), velista dilettante che il 31 Ottobre 1968, volle abbracciare l’impresa, vera e propria (folle) sfida, di salpare dal porto di Teignmourth, nel Devon, per gareggiare alla Golden Globe Race, regata senza scalo intorno al mondo. All’inizio del film la celebrazione del precedente mito Francis Chichester (Simon McBurney), opera su Donald C (un Colin Firth mai così tiepido e decentrato,
di diventare straordinarie, decidono di realizzare imprese straordinarieâ€. Dice Donald C/Firth ad uno dei figli, dimenticando che nella vita reale di un adulto devono prevalere le responsabilità piuttosto che i sogni, soprattutto se campati per aria come questi. Tra scorci di famiglia e preparativi per la partenza, l’illusione prevarrà sulla ragione e sulla concretezza dei fatti. L’affresco familiare odora della temperatura controllata (e stereotipata) degli anni Cinquanta più che dei Sessanta, e l’emozione viene presto soppiantata da una didascalica cronaca di navigazione: tra diari di bordo e flashback di famiglia per stemperare la voragine della solitudine. Con la particolarità delle bugie che la fanno da padrone di contro alla verità , guadagnandosi le prime pagine dei giornali. Così l’orgoglio dei familiari, a cavallo dell’illusione alimentata da Donald C/Firth diventa un tradimento nei loro confronti - e di se stesso - prima ancora che il fallimento dell’impresa. Fallimento d’altra parte sempre tenuto
velista, dilaniato dalla solitudine, e finalmente consapevole della fine, la vede all’interno del trimarano e si confida con lei. Un’intimità rivendicata con la mente e col cuore in extremis, a supplire quelle mancate riprese intimiste, fatte di piani sequenza e di primissimi piani, necessari ad entrare nell’anima combattuta e devastata del protagonista. Anima carica di sensi di colpa affidati più alla verbosità della didascalica sceneggiatura che all’espressione emotiva (Donald C/Firth rammenta a se stesso come ‘il peccato peggiore sia quello della menzogna’). Il silenzio, alle volte, può risultare ben più intenso di tante parole - All Is Lost-Tutto è perduto di J. C. Chandor con un Robert Redford pure nei marosi in solitaria, docet - e l’ambiente circostante sa dire molte cose se ripreso come si deve. Così, alla fine, il mistero di Donald C resta fondamentalmente un mistero.
Perle di sceneggiatura
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Adler Entertainment, Good Films e Ornato Comunicazione.