I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Menzione Speciale della Giuria del XXVIII Noir in Festival (Milano-Como 3-9 Dicembre 2018) a Nicole Kidman qui nel ruolo di poliziotta a Los Angeles alle prese con i fantasmi del suo passato - Dal 6 Giugno
"You can't run from yourself.
There's nothing to lose when you've already lost everything".
"Non puoi scappare da te stesso.
Non c'è niente da perdere quando hai già perso tutto". Nicole Kidman (Erin)
(Destroyer; USA 2018; Thriller; 123'; Produz.: 30West/Automatik Entertainment; Distribuz.: Videa)
Cast: Nicole Kidman (Erin Bell) Toby Kebbell (Silas) Tatiana Maslany (Petra) Sebastian Stan (Chris) Scoot McNairy (Ethan) Bradley Whitford (DiFranco) Toby Huss (Gil Lawson) James Jordan (Toby) Beau Knapp (Jay) Jade Pettyjohn (Shelby) Shamier Anderson (Antonio) Zach Villa (Arturo) Natalia Cordova-Buckley (Det. Gavras) Colby French (Det. Kudra) Kelvin Han Yee (Lt. Oshima)
Musica: Theodore Shapiro
Costumi: Audrey Fisher
Scenografia: Kay Lee
Fotografia: Julie Kirkwood
Montaggio: Plummy Tucker
Makeup: Bill Corso (designer)
Casting: Mark Bennett
Scheda film aggiornata al:
21 Agosto 2021
Sinossi:
In breve:
Il detective Erin Bell (Nicole Kidman) si infiltra sotto copertura in una tra le più pericolose gang della California. Durante un colpo, qualcosa va storto e la copertura di Erin viene compromessa. Sedici anni dopo il capo della gang, Silas, ha in mente un piano per rapinare una delle più grosse banche americane. E questa volta Erin deve fermarlo, per pareggiare i conti con il passato e proteggere la sua famiglia.
Synopsis:
A police detective reconnects with people from an undercover assignment in her distant past in order to make peace
Destroyer follows the moral and existential odyssey of LAPD detective Erin Bell who, as a young cop, was placed undercover with a gang in the California desert with tragic results. When the leader of that gang re-emerges many years later, she must work her way back through the remaining members and into her own history with them to finally reckon with the demons that destroyed her past
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Inaspettatamente dimenticato e passato inosservato al cinema da "tappeto rosso", nonostante i molti premi per i quali ha concorso, in sordina anche all'estero, mai considerato dalla grande distribuzione nei cinema italiani e non proposto su nessuna delle piattaforme online nel nostro paese, Destroyer si presenta come una vera chicca del genere thriller-noir internazionale, grazie soprattutto ad una trama efficace e a una interprete straordinaria. Nicole Kidman si presenta infatti, a più di venti anni di distanza (The peacemaker, M. Leder 1997), nuovamente nelle vesti di personaggio di azione e qui, profondamente stravolta nei tratti somatici, coinvolta in ruolo crudo e duro, è protagonista eccellente di una storia dura e dolorosa. Incalzante, introspettivo e forte.
In continua lotta con il suo passato, totalmente dimentica di se stessa ma perfettamente consapevole delle conseguenze delle proprie azioni, Erin vive in solitaria gli ultimi giorni di una storia di riscatto estremo e atto ultimo
di una vita che in sedici anni l'ha intrappolata nel mondo della realtà più dura ed estenuante, sbattuta faccia a faccia con la consapevolezza del senso di colpa e di uno struggente desiderio di oggettivazione e libertà negata. Destroyer traduce e insieme riflette il gioco amaro del senso della vita, del rischio di una scelta, dell'illusione di un sogno che si concretizza, della lama che spezza per sempre il desiderio e che precipita nel disincanto più feroce. Attraverso una immagine quanto mai realistica che il senso di buio può essere capace di connotare, scenografia e sceneggiatura presentano un panorama, umano e di ambientazione, capace di trascinare lo spettatore nello stesso baratro della protagonista, tra angolature ruvide, in quel sottofondo gracchiante della radio della polizia che scandisce il tempo, arrugginite da una crudezza spietata degli accenti, sia quella dei nativi californiani sia la timbrica, tradizionalmente arrotata e armoniosa, dei sudamericani e degli
ispanici, qui totalmente alterata. A questo si aggiunge una fotografia magistrale che accompagna i ritmi lenti della narrazione con un dettaglio fortemente introspettivo enfatizzato dal taglio, spesso a bruciapelo, dei primissimi piani di quegli occhi capaci di fulminare, bucando la macchina da presa e squarciando l'anima, oltre il parabrezza della vettura di ordinanza mentre strade buie o polverose dalla luce abbacinante, scorrono inesorabili ai lati.
Qui Nicole Kidman, del tutto inaspettata in questo ruolo, mette a nudo il suo sguardo che si fa strada oltre la maschera distrutta di un volto che esprime senza parole tutta la sofferenza di quel voto interiore che è divenuto la sua unica ragione di vita. Un azzurro disperato che emerge dalla polvere e dal sangue, lacerante e insieme occhio, ferito e senza veli, capace di guardare in faccia la realtà e di affrontarla a qualsiasi costo.
Incomunicabilità , un rapporto in apparenza anaffettivo nei confronti di quella figlia erede unica di quell'amore strappato dal destino tragico, abituati come spettatori ormai a vedere uomini impegnati in una lotta senza pari col destino e col nemico, il punto di vista scelto dalla regia di Karyn Kusama precipita lo spettatore in una Los Angeles più cruda e reale che mai, attraverso la scelta di una figura femminile che mette insieme, eppure capovolge, tutti i tratti del canonico ritratto di detective alla maniera tormentata di Olivier Marchal.
Non è dato di sapere cosa separi Erin da quei sedici anni prima,
profonda Nicole Kidman, capace di dare corpo e anima a una figura devastata, con naturalezza rara, catalizzando tutti i mostri dell'anima in un profilo di verace introspezione.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)