Tra i più attesi!!! - Dopo American Sniper e SullyClint Eastwood torna a raccontare un altro esempio di eroismo americano in cui l’essere umano si trova a dover far fronte a eventi più grandi di loro, ispirandosi ad un evento realmente accaduto il 21 agosto 2015, quando tre americani sventarono un attentato terroristico a bordo del treno in viaggio da Amsterdam a Parigi - RECENSIONE - Dall'8 Febbraio
Soggetto: Tratto dal libro The 15:17 To Paris: The True Story Of A Terrorist, A Train, And Three American Heroes di Jeffery E. Stern, ispirato a un evento realmente accaduto il 21 agosto 2015 quando tre americani sventarono un attentato terroristico a bordo del treno in viaggio da Amsterdam a Parigi.
Nelle prime ore della sera del 21 agosto 2015, il mondo ha assistito stupefatto alla notizia divulgata dai media, di un tentato attacco terroristico sul treno Thalys n. 9364 diretto a Parigi, sventato da tre coraggiosi giovani americani in viaggio attraverso l’Europa. Il film ripercorre le vite di questi tre amici, dai problemi dell’infanzia alla ricerca del loro posto nel mondo, fino alla serie di eventi sfortunati che hanno preceduto l’attacco. Durante quell’esperienza che li ha messi a dura prova, la loro amicizia non ha mai vacillato, diventando la loro arma più potente che ha consentito loro di salvare le vite di oltre 500 passeggeri presenti a bordo.
In altre parole:
Il 21 agosto 2015 tre americani sventarono un attentato terroristico a bordo del treno in viaggio da Amsterdam a Parigi.
I tre ragazzi - Spencer Stone, uomo della Air Force Prima Classe, Alek Skarlatos, militare delle forze speciali della Guardia Nazionale, e il loro amico Anthony Sadler - riuscirono a neutralizzare l’attentatore, terrorista dell’ISIS, armato di AK-47 grazie a una certa dose di freddezza e una piccola dose di fortuna in quanto il fucile del terrorista si era inceppato, evitando così il potenziale massacro di circa 500 persone a bordo del treno.
Short Synopsis:
American soldiers discover a terrorist plot on a Paris-bound train
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
88 anni suonati ed essere uno dei cineasti contemporanei dalla mente più vivida e creativa. Questo è Clint Eastwood oggi. Il coraggio di osare e la saggia perseveranza nell'operare. Deve aver avuto in mente il nobile e mai dimenticato cinema neorealista di Vittorio De Sica, per il quale pescare tra gli esemplari più veri e autentici dell'umana specie, magari quella delle ultime file del sociale, era diventata quasi una consuetudine. Clint Eastwood, particolarmente sensibile ai venti di terrorismo che spirano di questi tempi in ogni dove, l'ha evidentemente trovata la cifra stilistica più idonea ad esprimere al meglio, nella trasposizione sul grande schermo, proprio uno di questi fatti, realmente accaduti e pure abbastanza di recente. In Ore 15,17-Attacco al treno ha difatti chiamato sul set i veri 'eroi per caso' di quel tragico evento, fortunatamente risoltosi per il meglio, proprio grazie al loro tempestivo e non certo programmato intervento. Ha
Stiamo parlando di Anthony Sadler, Alek Skarlatos della Guardia Nazionale dell'Oregon e di Spencer Stone dell'Air Force Statunitense, "tre amici fin da ragazzini, che durante un viaggio in Europa, si ritrovano nelle prime ore della sera del 21 agosto 2015 sul treno Thalys n.9364 diretto a Parigi. Poco dopo la partenza da
Bruxelles, un terrorista belga di origine marocchina, Ayoub El Khazzani, entra in bagno per imbracciare il suo Kalashnikov intenzionato a compiere una strage. L'arma però si inceppa per un attimo e, ad evitare l'imminente strage, saranno proprio questi tre tonici ragazzi americani in vacanza salvando la vita agli oltre 500 passeggeri presenti a bordo".
valigie sulla banchina di un binario. Clint non ritrae i volti, ma solo scorci di passi, di bagagli a mano, di scale mobili. Dettagli. Sarebbe stato banale un racconto lineare e nel film non è certo quello tratteggiato dalla sinossi. Il suo montaggio parte dal treno per poi guardarsi indietro all'infanzia dei tre, torna sul treno e li ritrova giovani adulti, ognuno impegnato nel proprio individuale percorso di vita, quello che, frammentato in un caleidoscopio di episodici dettagli, li collega ai fatti di cronaca. E lo fa come dovesse ricongiungere tra loro i pezzi di un puzzle, alcuni davvero minimalisti - come il comportamento di Spencer in classe, a scuola di addestramento militare - funzionali ad una conoscenza tutt'altro che epidermica dei protagonisti. Nella vita come nel film.
L'operazione funziona a meraviglia anche se non si può gridare al capolavoro. Clint non vuole rinunciare a certe 'concessioni' che verrebbe quasi
anche parlando della romantica insistenza sulla preghiera, per quanto anche questa giustificata dalla fede cattolica di colui che fra i tre emerge e agisce a dispetto di una situazione critica e di una battaglia persa in partenza. In effetti verrebbe da credere nell'intervento divino per quel proiettile che fa cilecca, altrimenti le cose sarebbero andati un pò diversamente. Ma poi ci vengono in mente tutti gli innocenti trucidati nelle guerre, tutti i femminicidi che sembrano andare alla grande di questi tempi, tutte le malattie senza scampo neppure per i bambini e allora si pensa che la preghiera e il caso abbiano magari sottoscritto un accordo a nostra insaputa. Chissà !
di tutta la storia. Una storia incredibile e vera in cui, almeno per una volta, la violenza mortale non ha avuto la meglio. Una bella storia, fatta di belle persone. Sto parlando di una bellezza interiore, che non vuol dire perfezione, ma tensione a cuore aperto verso il prossimo. Ora, pensare che questo sentimento nasca da dei ragazzi americani che volontariamente hanno scelto un addestramento militare non tanto per recare morte ma per rendersi utili, beh, diciamo che era doveroso parlarne. E se a farlo per il grande schermo sono stati gli stessi protagonisti degli eventi reali, beh, per questo dobbiamo ringraziare l'indomito e inarrestabile Clint Eastwood, dalla mente ancora cristallina e romanticamente patriottica. Non senza una certa ironia che la si può raccogliere in Germania, dalla voce della guida turistica rivolta ai ragazzi americani: "Non potete prendervi sempre il merito ogni volta che il male viene sconfitto".
Uno, il
nostro inossidabile Clint, che, all'occorrenza, riesce a guardare da entrambi i lati di una stessa medaglia (Flags of Our father e Lettere da Iwo Jima) o che sa come porgere allo spettatore le pieghe più intime del sentimento umano in situazioni di conflitto interiore (Gran Torino). Uno che richiama volentieri in causa la voce del Divino in seno al grande mistero dell'esistenza (lo straordinario Hereafter). Uno che sa guardare dietro e dentro le divise militari partendo dal germe delle origini dell'individuo (American Sniper). Uno che va matto per tutti gli 'eroi per caso' partoriti dalla cronaca storica reale (Sully) e che non si accontenta di farlo alla sua maniera. Andando avanti tanto a lungo è sua premura non ripetersi. Sully e Ore 15,17 - Attacco al treno ne sono una palpabile dimostrazione. Due diversi episodi reali di 'eroismo casuale' ripescati dalla quotidianità contemporanea e trattati oggettivamente in termini opposti: per
Sully Eastwood ricorre a Tom Hanks per ritrarre il pilota americano Chesley "Sully" Sullenberger, autore dell'eroico atterraggio sul fiume Hudson di un aereo in avarìa pieno di passeggeri, mentre per Ore 15,17 - Attacco al treno, come si è detto, chiama in causa per l'appunto l'Aviatore della Air Force Prima Classe Spencer Stone - la figura dominante e il primo effettivo temerario che si è avventato personalmente per primo sul terrorista - il Militare della Guardia Nazionale Alek Skarlatos e l'amico di Spencer ed Alek, Anthony Sadler.
Questo significa una cosa sola: che alla sua veneranda età , Clint Eastwood non ha affatto perduto la voglia di 'sperimentare' e di confrontarsi con il nuovo. E questo, per un cineasta come lui, dalla mente ancora limpida e brillante di idee, è davvero un gran pregio.
Secondo commento critico (a cura di La parola al film)