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    WILDLIFE

    RECENSIONE in ANTEPRIMA - VINCITORE del 36. Torino Film Festival - Cannes 71. - La Semaine de la Critique - Nel debutto alla regia dell’attore 'indie' Paul Dano (Little Miss Sunshine, Il petroliere) un ritratto familiare collocato nell'America anni Sessanta che si trasforma nella 'vita distrutta' dei due protagonisti: Carey Mulligan e Jake Gyllenhaal - Uscito negli USA il 19 Ottobre 2018; In Italia in streaming su Netflix

    (Wildlife; USA 2017; Drammatico; 104'; Produz.: June Pictures/Nine Stories Productions/Sight Unseen Pictures; Distribuz.: Netflix)

    Locandina italiana Wildlife

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    Celluloid Portraits:



    See Short Synopsis

    Titolo in italiano: Wildlife

    Titolo in lingua originale: Wildlife

    Anno di produzione: 2017

    Anno di uscita: 2018

    Regia: Paul Dano

    Sceneggiatura: Paul Dano e Zoe Kazan

    Soggetto: Adattamento di Paul Dano e Zoe Kazan da un romanzo di Richard Ford.

    Cast: Jake Gyllenhaal (Jerry Brinson)
    Carey Mulligan (Jeanette Brinson)
    Ed Oxenbould (Joe Brinson)
    Bill Camp (Warren Miller)
    Zoe Margaret Colletti (Ruth-Ann)
    Sara Moore (Studentessa)
    JR Hatchett (Pompiere/Camionista)

    Musica: David Lang

    Costumi: Amanda Ford

    Scenografia: Akin McKenzie

    Fotografia: Diego García

    Montaggio: Louise Ford e Matthew Hannam

    Makeup: Sarah Rubano (direttrice); Toni Marlo e Sandra Stuckey

    Casting: Jodi Angstreich e Laura Rosenthal

    Scheda film aggiornata al: 25 Ottobre 2024

    Sinossi:

    Jeanette (Carey Mulligan) è una donna del 1960, di 34 anni: una madre e una moglie «modello», che per seguire il lavoro del marito Jerry (Jake Gyllenhaal) ha accettato di trasferirsi, isolata, in una casetta del Montana e che per accudire il figlio Joe (Ed Oxenbould, già visto in The Visit di Shyamalan) ha lasciato il suo lavoro da insegnante. L’occasione per ri-empanciparsi arriverà con il licenziamento del marito: per far quadrare i conti, la donna comincerà a dare lezioni di nuoto, mentre lui decide di «arruolandosi» nella guerra contro il fuoco, partendo con i pompieri impegnati a combattere degli incendi che imperversano sulle montagne circostanti. Per Jerry, evidentemente, stoico marito della provincia americana anni ’50, l’uomo è ancora quello che per farsi valere deve andare alla guerra, mentre le mogli restano ad attenderlo a casa con i figli. Ma per Jeanette non sarà così e quell’attesa di rivelerà un’opportunità di riscatto, ancorché sofferta. Un riscatto che però manderà in frantumi l’idilliaco ritratto di famiglia, con il piccolo Joe ad assistere inerme alla sua distruzione. E a diventare adulto, facendosi forte su quelle macerie.

    Short Synopsis:

    A boy witnesses his parent's marriage falling apart after his mom finds another man

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    Nella soggettiva di un figlio adolescente, l’esegesi di una crisi matrimoniale, all’ombra del profondo Montana degli anni Cinquanta

    “Il fuoco può essere una cosa positiva… ma gli incendi sono fuori controllo e possono essere pericolosiâ€. Si fanno persino lezioni su questo nel Montana degli anni Cinquanta, ma, di fatto, il tema incendio boschivo resta in sottofondo, salvo in un piano sequenza mozzafiato, simbolo di disgregazione. E se magari il romanzo di un autore estremamente introspettivo come Richard Ford ne aveva fatto una roccaforte narrativa, in ampie e dettagliate descrizioni, l’inedita cinematografia dell’attore Paul Dano - qui, in Wildlife (letteralmente ‘fauna selvatica’) alla sua prima, già notevole, regia - opera per sottrazione, più interessato a focalizzarsi su un altro tipo di incendio, quello interiore dei personaggi in campo. Anche perché sa che può farlo. La famiglia Brinson protagonista, portata sul grande schermo, è difatti egregiamente rappresentata dal padre Jerry (Jake Gyllenhaal, anche

    produttore del film), dalla madre Jeanette (Carey Mulligan), casalinga per scelta, per quanto con trascorsi da insegnante - negli anni Cinquanta un simile condizionatamento in e per a famiglia non era una rarità, piuttosto una consuetudine! - e il figlio adolescente di appena 14 anni Joe (Ed Oxenbould, The Visit). Ed è proprio il figlio ad essere scelto come filtro elettivo, la lente attraverso cui guardare, mentre si assiste alla disgregazione del matrimonio dei suoi genitori. E dire che le scene iniziali sembrano mostrare tutt’altro: il gioco a football del padre con il figlio all’aperto poco prima della cena che vede l’intera famigliola riunita intorno al tavolo a parlare e confrontarsi sugli eventi della giornata! E’ ancora presto, prima che la scintilla sotto la cenere generi un vero e proprio incendio interiore e la voglia di ricomporre un percorso di vita individuale autentico e pieno, piuttosto che trascinarsi dietro il

    paravento della famiglia perfetta, proposta anche nelle pubblicità in TV.

    Ora, se l’attore Paul Dano per la prima volta dietro la macchina da presa, offre il suo miglior contributo a questo ritratto di famiglia in via di sgretolamento, facendo perno su interpretazioni intense e sottili sul piano introspettivo, la penna condivisa con cui ha redatto lo script di Wildlife, tradisce il tratto argutamente femminile della collega, nonché compagna di vita, Zoe Kazan. Il tratto che tende a far ruotare il perno della storia intorno alla sofferta rivendicazione della dimensione altra, dalla moglie e madre di famiglia, da parte di Jeanette, ancora molto giovane, con i suoi soli trentaquattro anni. Personaggio che Carey Mulligan dota di una stratificazione introspettiva ricca e complessa, con i conflitti interiori inespressi, carboni ardenti ancora controllati prima di lasciarli divampare. Una donna trascurata e data per scontata, come spesso succede ancora oggi, da un marito tranquillo e

    relativamente sereno, almeno all’apparenza, giacché non riesce a tenersi un lavoro in maniera costante, costringendo la famiglia a frequenti trasferimenti. Il licenziamento al club del golf dove è umilmente impiegato - lo si vede chinato a ripulire le suole delle scarpe dei clienti e più tardi ad innaffiare una porzione di terreno con il figlio che lo aiuta rastrellandone un’altra – segna il punto di rottura di un equilibrio già fragile. Da sottolineare come Paul Dano scarti totalmente dal didascalismo narrativo per affidarsi al filtro di quel che il ragazzo percepisce pur non udendo la conversazione tra il capo e suo padre. La macchina da presa punta sul suo sguardo non sulla conversazione in atto. Ed è questo lo stile e il nervo emotivo di tutto il film. I centellinati piani sequenza appuntati sui primi piani dei protagonisti fanno il resto. Qui si prende semplicemente atto di quel che succede,

    se ne registrano ansie e timori, ma si prendono le distanze da ogni occasione di giudizio.

    Ed ecco che l’orgoglio ferito di Jerry/Gyllenhaal prende il sopravvento e quando viene richiamato o ha l’occasione per lavorare in qualche occupazione tappabuchi in attesa di un lavoro vero, rifiuta e si rifugia spesso in auto a riflettere o a sonnecchiare, pur di staccarsi dalla triste realtà. Sempre attento e affettuoso con suo figlio, non usa lo stesso riguardo con la moglie e quando decide di andare con altri lontano da lì, per spegnere un incendio boschivo per una miseria di paga, la frattura inizia a scricchiolare seriamente. E non passa molto prima che, Jeanette/Mulligan, insegnante di nuoto in piscina, per sopperire alla mancanza di entrate finanziarie in famiglia, trovi consolazione con un ricco signore anziano già suo allievo. Parte della storia è occupata dalle svariate, imbarazzanti, situazioni, vissute dal ragazzo senza il padre a

    casa, nella speranza di un sollecito ritorno, che avverrà solo con l’arrivo della prima neve. A quel punto, l’inevitabile confronto sull’onda del nuovo status, sempre con il figlio presente - anche Ed Oxenbould se la cava piuttosto bene con il suo Joe incorporando in silenzio disagio, imbarazzo ed inevitabile dolore - porta Jerry/Gyllenhaal sulla sponda della perdita di controllo e dell’aggressività, dando fuoco alla casa dell’amante - di fatto temporaneo - della moglie. Anche Joe/Oxenbould si è nel frattempo trovato un lavoretto dopo la scuola, in un laboratorio fotografico, in cui, col tempo, viene promosso. E’ lì che, molto più tardi, a separazione già avvenuta, invita entrambi i genitori per mostrare loro il suo nuovo talento. Ed è proprio lì che, almeno idealmente, ricompone la sua famiglia disgregata: in un ritratto da tenere per sé che conclude la storia con il fermo immagine dello stesso scatto fotografico. Un incantevole finale

    che apre le porte a Paul Dano, quale nuovo, raffinato e sensibile cineasta.

    Riproduzione riservata © Copyright CELLULOID PORTRAITS

    Perle di sceneggiatura

    Joe Brinson (Ed Oxenbould): "Con chi eri al telefono?"
    Jeanette Brinson (Carey Mulligan): "Se fosse stato tuo padre te lo avrei passato"

    Jeanette Brinson (Carey Mulligan) (di fronte al grande incendio): "Ecco ciò che per lui era così importante! Mi dispiace che entrambi non riusciamo a comprenderlo"

    Jerry Brinson (Jake Gyllenhaal): "Non puoi avercela con me se sono andato a domare un incendio"
    Jeanette (Carey Mulligan): "Prima, non ora. Ho bisogno di tempo per riflettere".
    Jerry Brinson (Jake Gyllenhaal): "Mi stai lasciando?"
    Jeanette (Carey Mulligan): "Si. Ti sto lasciando"
    (...)
    Jerry Brinson (Jake Gyllenhaal): "Credo di essere sprecato per te"
    Jeanette (Carey Mulligan): "Si, lo credo anch'io"

    Links:

    • Jake Gyllenhaal

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    Galleria Video:

    Wildlife - trailer ufficiale (V.O.)

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