BOXTROLLS - LE SCATOLE MAGICHE: E' DI SCENA UNA COMUNITA' DI CREATURE BIZZARRE E DISPETTOSE MA CON UN NATURALE ISTINTO GENITORIALE
NOMINATION agli OSCAR 2015 come 'MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE' - Dalla 71. Mostra Internazionale dâArte Cinematografica - RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by PETER DEBRUGE (www.variety.com) - Dal 2 OTTOBRE
Titolo in italiano: Boxtrolls - Le scatole magiche
Titolo in lingua originale:
The Boxtrolls
Anno di produzione:
2014
Anno di uscita:
2014
Regia: Graham Annable Anthony Stacchi
Sceneggiatura:
Irena Brignull ed Adam Pava
Soggetto: Tratto dal racconto di Alan Snow Here Be Monsters!
Cast: Ben Kingsley (Archibald Arraffa) (Voce) Jared Harris (Lord Gorgon- Zole) (Voce) Nick Frost (Mr. Trota) (Voce) Elle Fanning (Winnie) (Voce) Toni Collette ((Lady Cynthia Gorgon-Zole) (Voce) Simon Pegg (Herbert Trubshaw) (Voce) Isaac Hempstead Wright (Uovo) (Voce) Richard Ayoade (Mr. Pasticcio) (Voce) Tracy Morgan (Mr. Nervetto) (Voce) Dee Bradley Baker (Pesce/Ruote/Cerino) (Voce) Steve Blum (Scarpa/Scossa) (Voce) Nika Futterman (Oil Can/Knickers) (Voce) Pat Fraley (Fragile/Sweets) (Voce) Fred Tatasciore (Clocks/Specs) (Voce) Maurice LaMarche (Sir Langsdale) (Voce)
Musica: Dario Marianelli
Costumi: Deborah Cook
Scenografia: Paul Lasaine
Fotografia: John Ashlee Prat
Montaggio: Edie Ichioka ACE
Effetti Speciali: Steve Emerson e Brian Van't Hul (supervisori effetti visivi); Brad Schiff (supervisore dell'animazione); Georgina Hayns (supervisore creatico e produzione pupazzi)
Scheda film aggiornata al:
20 Gennaio 2015
Sinossi:
I Boxtrolls sono una comunitĂ di creature bizzarre e dispettose che hanno amorevolmente adottato un ragazzino orfano, Uovo (doppiato nella versione originale da Isaac Hempstead Wright di Game of Thrones) e lo hanno cresciuto, fin dall'infanzia, nella splendida casa nelle caverne che hanno costruito sotto i viottoli di Pontecacio. Qui vivono una vita felice ed armoniosa, lontano dalla societĂ ; i residenti snob della cittadina di epoca vittoriana sono ossessionati dalla ricchezza, dalla classe sociale, e dal benessere.. ma soprattutto dai formaggi puzzolenti. Lord Gorgon-Zole (Jared Harris di Mad Men), il sindaco de facto, detta legge circondato dai suoi uomini snob e dâĂŠlite delle Tube Bianche. Come tutti gli altri, crede alle leggende spaventose sui Boxtrolls, divulgate in lungo e in largo per oltre un decennio dal malvagio Archibald Arraffa (lâattore premio Oscar Ben Kingsley). Determinato ad ottenere il consenso delle Tube Bianche, Arraffa ha imprigionato il geniale inventore ed amico dei Boxtrolls Herbert Trubshaw (Simon Pegg di Star Trek), ed ha reclutato una banda nota come âTube Rosseâ per catturare tutti i Boxtrolls. Delle Tube Rosse fanno parte l'implacabile Mr. Nervetto (Tracy Morgan di 30 Rock), il goffo Mr. Pasticcio (Richard Ayoade di The IT Crowd), e lâimpassibile Mr. Trota (Nick Frost di The Worldâs End).
Pur mantenendo unita la loro comunitĂ sotterranea, la spazzatura degli umani diventa il tesoro dei Boxtrolls. I Boxtrolls indossano scatole di cartone riciclato come gusci di tartarughe. Questa comunitĂ gentile ed ingegnosa raccolglie i rifiuti immergendosi nei cassonetti per trasformarli in invenzioni strepitose. Assieme alla sua famiglia di Boxtrolls, mettendosi sempre piĂš in pericolo perchĂŠ malvista dai cittadini di Pontecacio, ed ostacolato dal regime pericoloso di Arraffa, Uovo deve avventurarsi fuori terra, "alla luce", dove incontra e si allea con una ragazzina undicenne ma straordinariamente grintosa, Winnie (Elle Fanning di Maleficent) â la figlia di Lord Gorgon-Zole. Uovo e Winnie escogitano insieme un piano audace per salvare i Boxtrolls da Arraffa, imbarcandosi in un'avventura fatta di follia ed affetto, che dimostra che gli eroi non hanno forme nĂŠ dimensioni â possono anche essere rettangolari.
Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)
Basato sul libro Here Be Monsters! di Alan Snow, Boxtrolls â Le scatole magiche è un buon film in stop-motion realizzato dalla studio LAIKA, quello di ParaNorman e Coraline e la porta magica, diretto da Graham Annable e Anthony Stacchi, e debitore di certa cupezza caratteriale e ironica tipica dei personaggi di Tim Burton. La storia è semplice e sembra trarre ispirazione da quel Rudyard Kipling del Libro della giungla, entrato ormai da oltre un secolo a buon diritto nellâimmaginario collettivo delle storie dâavventura, e da tutto Dickens. Certo, il contesto è totalmente differente, ma la vicenda del ragazzino che perde il padre, assassinato, e viene poi allevato nel mondo sotterraneo dei boxtrolls, delle creaturine che vivono sottoterra e rifuggono la superficie perchĂŠ è stato fatto credere agli esseri umani dal terribile Arraffa che uccidono i bambini (un poâ come i russi di Stalin insomma!), lo ricorda non poco. Il
giovane è infatti suo malgrado costretto a âtornareâ nel suo mondo e non ne conosce affatto gli usi e il linguaggio. Ma altrettanto essenziale è tutta la violenza che conosce e percepisce nel territorio umano.
Delicato, intenso, divertente, a tratti però perde il suo smalto con alcune trovate banali o di dubbio gusto per allietare i piĂš piccini, ma non per questo non è unâopera pregevole, soprattutto nella sua cura tecnica, nella sua valenza visuale, dove trova la sua meraviglia, in particolare, nella straordinarietĂ dei titoli di coda. Vale la pena guardare il film anche solo per arrivare a vederne la fine. Il tema cardine è quello della figura paterna - che si alterna fra quella del ragazzino, perduta, ma sempre presente nel suo cuore, e quella della giovane figlia del capo di Pontecacio, il luogo dove tutto ha vita, presente, ma del tutto indifferente ai bisogni della piccola â
punto nevralgico che gira intorno a quello della corruzione, della violenza, della brutalitĂ della vita, sempre costruita intorno alle connotazioni della fiaba. Si parla giĂ di candidatura agli Oscar come miglior film dâanimazione (e probabilmente scapperĂ pure, come di consueto, qualcosa per la colonna sonora, in questo caso del raffinato Dario Marianelli).
Secondo commento critico (a cura di PETER DEBRUGE, www.variety.com)
THE LATEST FROM THE STUDIO BEHIND 'CORALINE' AND 'PARANORMAN' SQUANDERS LAIKA'S CONSIDERABLE ARTISTIC TALENT ON AN UNAPPEALING CONCEPT AND SCREENPLAY.
Theyâre not cute, theyâre not funny. Theyâre neither scary nor special nor even all that original. Ladies and gentlemen, theyâre âThe Boxtrolls,â and as animated kid-movie characters go, these drab, cardboard-clad critters are about as compelling as a bunch of pet rocks. Repeating a lot of the same beats from the studioâs first two stop-motion adventures, âCoralineâ and âParaNormanâ â a pair of Gothic fantasies in which outcast kids play intermediary between superstitious humans and their supernatural neighbors â Laikaâs disappointing latest represents a baffling misappropriation of talent. Hundreds of gifted artists have poured untold hours into bringing to life this relentlessly unappealing script, ever so loosely adapted from Alan Snowâs âHere Be Monstersâ book series, yielding only modestly better B.O. prospects for the company, owing more to their reputation
than anything this pic delivers.
In the tradition of so many other kidlit-to-cartoon adaptations, from âShrekâ to âHow to Train Your Dragon,â the writers have taken only the thinnest sliver of inspiration from the source material â in this case, the Steampunk city of Ratbridge (rechristened Cheesebridge for the film) and the whimsical species of boxtrolls. As afraid of humans as the humans are of them, these reclusive nocturnal creatures live beneath the streets of Cheesebridge, mumbling a sort of Ewok-like nonsense language and popping in and out of their boxes like kleptomaniac hermit crabs, stealing whateverâs left outdoors after dark.
One night, the boxtrolls take an infant back underground with them and raise him as one of their own. Assumed kidnapped, the missing âTrubshaw Babyâ makes it easy for Archibald Snatcher (who looks like a tubercular Timothy Spall, but is voiced by Ben Kingsley) to spread nasty rumors about the boxtrolls
and offer his own services for their eradication. Like a sinister Pied Piper of Hamelin, Snatcher gleefully launches into his genocidal campaign, all with the aim of earning a place among the White Hat-wearing aristocracy, led by Lord Portley-Rind (a delightfully distracted Jared Harris), who spend their evenings sitting around eating cheese.
Meanwhile, growing up underground among the boxtrolls, totally oblivious to the fact that heâs not really one of them, the boy (âGames of Thronesââ Isaac Hempstead Wright) comes be known as âEggs,â after the carton that serves as his clothing. (His best friends are Fish and Shoe.) Given the peculiar rules of the parallel universe where the story takes place, directors Anthony Stacchi (âOpen Seasonâ) and Graham Annable (a videogame and comicbook vet) have a lot of ground to cover in the picâs first reel, and it doesnât help that itâs unusually difficult for audiences to figure out the
filmâs emotional core, from which all else should naturally follow. Judging by Irena Brignull and Adam Pavaâs script, itâs as if no one at Laika ever had to pitch the project, and now that it exists, itâs tough to figure out an entry point.
Not until super-late in this inelegantly structured story â when Cheesebridgeâs only other child character, Winnifred Portley-Rind (Elle Fanning) meets Eggs and follows him underground to boxtroll HQ â do we learn that the whole thing is intended as some sort of commentary on family. Winnie delivers a long speech on what fathers are, since Eggs grew up without one, and the audience is supposed to recognize that her dadâs a deadbeat, while all these misunderstood monsters have served as a remarkably supportive surrogate clan. So maybe families arenât as narrowly defined as societyâs been telling us (hint, hint), which would be a fine moral, if the
movie didnât immediately bludgeon that lesson with a grotesquely over-the-top finale, in which Snatcher unleashes something called the âMecha-Drillâ on Cheesebridge, sending Dario Marianelliâs orchestral score into overdrive.
Ever since making its feature debut with âCoralineâ in 2009, Laika has edged its way to the front of the stop-frame game, innovating a proprietary face-replacement technology that allows for the most versatile and expressive performances ever seen in the labor-intensive animation technique. (The film features a nifty end-credits joke, in which reluctantly evil henchmen voiced by Richard Ayoade and Nick Frost raise existential questions while hands-on Laika topper Travis Knight can be seen animating the exchange.)
Before the Portland outfit arrived on the scene, Bristol-based Aardman Animation was the undisputed master, supplying slightly cruder craftsmanship but a decidedly wacky British wit. With âThe Boxtrolls,â Laika appears to be synthesizing some of the most successful Aardman ingredients â big lips, bad teeth and a
cheese-obsessed inventor, a la Wallace and Gromit; an elaborate underground world straight out of âFlushed Awayâ; plus silly voices courtesy of Simon Pegg and a raft of other U.K. comics â but without so much as a dash of that studioâs charm.
Here, the meticulously crafted world is stunning to behold, imagined to the minutest detail and photographed with the sort of dramatic lighting and dynamic camera movement rarely seen in stop-motion. Trouble is, itâs not a place most folks would care to spend any time. Above ground, the humans are ruthless American caricatures of ineffectual European dandies, while the boxtrollsâ domain is even less appealing. It features a few nice touches, like the way they pack up and stack themselves into a neatly ordered cube to sleep, but mostly, itâs a dirty place where vaguely Minion-like creatures eat bugs and live in squalor â hardly a Peter Pan-like Neverland that
Winnie and audiences canât wait to visit and hope never to leave.
Trolls can be tricky that way, though there are no shortage of the cartoon buggers on the way, from the magical support crew seen in last yearâs âFrozenâ to a pair of upcoming DreamWorks Animation features (Guillermo del Toroâs âTrollhuntersâ and another pic based on the frizzy-haired Danish toy line). Apart from a couple clever Eric Idle-penned songs, âThe Boxtrollsâ doesnât feel especially distinct either from Laikaâs past two films or other toons in the pipeline, begging the question why the team, which typically eschews safe marketing-driven bets in favor of more original (and narrowly targeted) offerings, didnât abandon this concept and develop another project when they failed to crack the story on this one.
Perhaps the creative team simply fell in love with the world of Cheesebridge, which presented an entire island city to construct, along with a host
of distinctive-looking characters, as vividly hued as they are oddly shaped. While his cheese-craving motives border on ridiculous, Snatcher makes an especially rich villain to animate, owing to both his cross-dressing alter ego Madame Frou Frou and the nasty allergic reaction that swells his face in the presence of fromage â to say nothing of Kingsleyâs snarlingly over-the-top performance.
Compared to the above-ground world, with its steep streets and sharp corners seen both by day and night, the boxtrollsâ tunnels and caverns seem rather plain. So do the boxtrolls themselves: stumpy, gargoyle-like creatures who occasionally charm with their disobedient dog-like antics, but lack the memorable personalities of the Seven Dwarfs and other classic cartoon companions. If the idea here was to buy Snowâs book for these rascals, then junk the rest, instead of recycling Pixar tricks (during Eggs early bonding montage) and the same preachy anti-prejudice lessons seen in âParaNorman,â the
Laika team really ought to have thought outside the box.