BATMAN V SUPERMAN: DAWN OF JUSTICE - IL PIĂ GRANDE MATCH TRA GLADIATORI NELLA STORIA DEL MONDO: IL FIGLIO DI KRYPTON CONTRO IL PIPISTRELLO DI GOTHAM! CHI VINCERAâ?
Dal 23 MARZO - RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by ANDREW BARKER (www.variety.com)
"Ci è sembrato un modo interessante con cui iniziare questa storia, cioè quello di esaminare Superman da un'altra prospettiva, quella di Batman. Bruce non sa chi sia Superman; tutto ciò che conosce è quello di pubblico dominio. Lo considera colpevole per le vite sacrificate a Metropolis, vite di cui si sentiva responsabile. Il suo odio cresceva dentro di lui ed ora, dopo tutto questo tempo, trova sostegno in ciò che raccontano i mezzi di informazione... Quando incontriamo Superman, è indaffarato con la sua vita di tutti I giorni come Supereroe, ma ora câè una diversa evoluzione su come le sue azioni vengano giudicate, proprio grazie alle involontarie conseguenze di quelle azioni. Ogni azione ha una reazione; il salvataggio di una persona ne mette in difficoltĂ unâaltra. Volevamo esplorare la realtĂ del salvataggio delle persone e cosa possa veramente significare lâintervento. Lâidea classica che si ha di Superman è che lui è una brava persona che prova a fare le cose giuste e che nulla ha a che fare con la politica, ma in realtĂ , nel mondo di oggi è impossibile non esserlo, non importa quale siano le tue intenzioni".
Il regista Zack Snyder
(Batman v Superman: Dawn of Justice; USA 2015; Fantastico; 151'; Produz.: DC Entertainment/Syncopy/Warner Bros. con la partecipaz. di: Dune Entertainment; Distribuz.: Warner. Bros Pictures Italia)
Bailey Chase Tao Okamoto (Mercy Graves) Christina Wren (Carrie Farris) Ray Fisher (Victor Stone/Cyborg) Callan Mulvey Harry Lennix (Generale Swanwick) Stephanie Koenig (Insegnante al Day Care) Nicole Forester (LeBlanc) Abigail Kuklis (Attendente di volo) George Seder (Cameraman)
Musica: Hans Zimmer e Junkie XL
Costumi: Michael Wilkinson
Scenografia: Patrick Tatopoulos
Fotografia: Larry Fong
Montaggio: David Brenner
Effetti Speciali: Joel Whist (supervisore effetti speciali); John 'D.J.' Des Jardin e Dan Lemmon (supervisori effetti visivi)
Makeup: Victoria Down (capo dipartimento makeup); Kristin Berge (capo dipartimento acconciature)
Casting: Jo Edna Boldin, Kristy Carlson e Lora Kennedy
Scheda film aggiornata al:
18 Aprile 2016
Sinossi:
IN BREVE:
Temendo le azioni incontrollate di un Supereroe semidio, il potente giustiziere di Gotham City affronta il piĂš rispettato eroe dei nostri tempi di Metropolis, mentre il mondo si divide su quale tipo di eroe abbia veramente bisogno. E con Batman e Superman in lotta tra di loro, una nuova minaccia si staglia rapidamente allâorizzonte, ponendo la razza umana nel piĂš grande pericolo mai affrontato prima.
Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)
Dopo che per anni Superman (Henry Cavill) si è dedicato al salvataggio di innumerevoli vittime in giro per il mondo, venendo per questo idolatrato, accade però che anche le sue buone azioni ingenerino una scia di distruzione, seppur non voluta. Danni collaterali che portano lâumanitĂ a mettere in discussione molte cose, tra cui la vera finalitĂ di tanti sforzi da parte del supereroe da Krypton. Primi tra tutti gli abitanti di Metropolis, teatro di una battaglia mai vista prima. La cittĂ ha subito infatti le perdite principali e le vite distrutte sono il dilemma maggiore dei sopravvissuti. Nel frattempo, impegnato contro la criminalitĂ a Gotham City con mezzi poco convenzionali, Bruce Wayne (Ben Affleck), aizzato anche dalla propria rabbia interiore, temendo che le azioni del âsalvatoreâ mantellato possano diventare altro prima o poi, decide che è il momento di intervenire. Ma mentre Superman e Batman sono in guerra tra loro,
una nuova minaccia rapidamente si alza, rappresentata da Lex Luthor (Jesse Eisenberg) e dal suo piano per prendersi tutta la posta in palioâŚ
In una scena di Io Sono Leggenda del 2007 con Will Smith, film diretto da Francis Lawrence, appare un cartellone pubblicitario con una immagine che allâepoca aveva fatto strabuzzare gli occhi a molti, mentre altri avevamo riso: lâinconfondibile sagoma del pipistrello batmaniano con al centro la supermaneggiante âSâ stilizzata. Era, per capirci, lo stesso poster di questo Batman V Superman: Dawn of Justice, diretto da Zack Snyder, che vediamo oggi nelle nostre cittĂ . Caso di preveggenza? Per niente. In veritĂ dellâatteso crossover con i due supereroi si parla da anni, tuttavia solo ora il progetto arriva in sala. E lâattesa non è stata ripagata. Il regista di 300 - L'alba di un Impero e L'uomo d'Acciaio, con un budget spropositato di oltre 400 milioni di dollari tra
produzione e marketing, prova a far sua lâaurea dark che Christopher Nolan ha dato alla nota Bat-trilogia, azzardando anche la stessa dolenza che Sam Mendes ha instillato in Skyfall (le scene cimitero/magione abbandonata sono quasi un plagio), ma riesce lo stesso a fallire il compito dichiarato: spostare piĂš in lĂ lâorizzonte dei cinecomics.
Il film semplicemente non gira, impastoiato in rimandi continui che ne snaturano lâessenza stessa, o in virtuosistici flashback che ne zavorrano la comprensione (soprattutto per chi non ha visto i tre Batman di Nolan e Lâuomo dâAcciaio). La sensazione è quella di una sceneggiatura rimaneggiata nei punti sbagliati e drenata da un elemento di cui aveva un bisogno dannato: lâironia. Non che Snyder non ci abbia provato a tenere insieme lo script di Chris Terrio e David S. Goyer, ma infarcito comâè di reminiscenze dei classici fatti alle medie - mito di Prometeo e titanomachia in testa
- il compito è evidentemente fuori portata per lui. I risultati migliorano solo con lâentrata in scena di Wonder Woman (Gal Gadot), che si prende il film, ma qui vengono toccate le corde della nostalgia e su questo fronte si vince sempre. A ben vedere, la storia di potere e primazia tra maschi alfa molto metrosexual che, bontĂ loro, sono impegnati a giocare a chi ce lâha piĂš lungo, finisce per diventare un costosissimo prologo per il prossimo progetto, quel Justice League pronto per il 2017 e che vedrĂ tutti i superdotati di cui sopra, piĂš altri ancora, assoldati. Vi togliamo infine un dubbio: nel complesso, Ben Affleck non fa rimpiangere Christian Bale, da cui ha ereditato miliardi, Batcaverna e il maggiordomo Alfred (ed è qui che câè il rimpianto con tanto di richiesta: se vi si ridĂ Jeremy Irons, ce lo rendete Michael Caine?).
Secondo commento critico (a cura di ANDREW BARKER, www.variety.com)
ZACK SNYDER PAVES THE WAY FOR A DC COMICS UNIVERSE ON THE BIG SCREEN WITH AN EXHILARATING, SCATTERED SHOWDOWN BETWEEN TWO COMICBOOK TITANS.
Who would win in a fight, Batman or Superman? Could the Flash outrun Superman? Could Superman craft a boulder so heavy even he couldnât lift it? While âBatman v Superman: Dawn of Justiceâ ostensibly seeks to tackle the first of those evergreen schoolyard hypotheticals, itâs the third that ends up proving the biggest litmus test for director Zack Snyder. Tasked with colliding the two most archetypal of American superheroes while also answering critics of his last outing, âMan of Steel,â and perhaps most importantly, paving the way for an extended DC Comics universe of films on which much of Warner Bros. future bottom line relies, Snyder has set a Sisyphean task for himself. That this very long, very brooding, often exhilarating and sometimes scattered epic succeeds
as often it does therefore has to be seen as an achievement, and worldwide box office should be sufficiently lucrative to ensure future installments proceed on schedule. But amidst all the grueling work of saving the world and shouldering a franchise toward the heights, it would be nice to see these heroes, and this series, take a few more breathers to enjoy the view.
Proving that the placement of names in the title isnât simply alphabetical, the first few reels of âBatman v Supermanâ are dominated by the Caped Crusader, with controversial casting Ben Affleck stepping quite comfortably into the role. That the film opens with yet another operatic depiction of the young Bruce Wayneâs most formative trauma is perhaps unavoidable â Thomas and Martha Wayne have been killed so many times in so many different media that their deaths may as well be one of the Stations of the Cross
â but our first glimpse of the adult Wayne is hardly standard issue. Taking a civilian-level view of the cataclysmic destruction of Metropolis that ended âMan of Steelâ on a contentious note, we watch as Wayne attempts to remotely evacuate his own Metropolitan Wayne Enterprises skyscraper, crippled by a wayward Superman (Henry Cavill) as he battles with General Zod just outside the frame. Despite his mad drive through the battle-torn streets, Wayne arrives just in time to watch, horrified, as a friendly security guard loses his legs and a young girl becomes an orphan.
Setting Wayne up as the filmâs initial conscience is one of Snyderâs most interesting gambles, especially as his Batman quickly evolves into the most morally ambiguous iteration of the character yet seen on film. More than willing to shoot, brutalize and kill if the need arises, this Batman is still a figure of mystery in Gotham, and
Snyder refrains from showing us the character in full cowl until surprisingly late in the game.
Fortunately, Affleckâs Wayne â here sporting salt-and-pepper temples and all the baggage of a man who, as faithful butler Alfred (Jeremy Irons) notes, âgot too old to die young, and not for want of tryingâ â is a winningly cranky, charismatic presence even when out of costume. Diving headfirst into the sorts of detective work that Christopher Nolanâs Batman trilogy often short-shrifted, Wayne casts a skeptical eye on Superman while investigating a mysterious underworld figure named White Portuguese, his tracks traced by an equally mysterious woman (Gal Gadot).
Meanwhile, Superman has hardly recovered from the fallout of his chaotic battle with Zod when controversy strikes yet again. Though heâs been welcomed as a savior by most of Metropolis, in the course of rescuing Lois Lane (Amy Adams) from a terrorist interview gone awry, heâs
blamed for the deaths of several African villagers. This attracts the scrutiny of the crusading southern Senator Finch (Holly Hunter), who heads up a Congressional Superman Committee, disturbed by the Kryptonâs exercise of unilateral power.
She gains an uneasy ally in a cheeky young industrialist named Alexander âLexâ Luthor (Jesse Eisenberg, retaining his Zuckerbergian misanthropy from âThe Social Networkâ and his stringy, Cobainian hair from âAmerican Ultraâ), who hopes to seduce her into allowing him to import a mysterious glowing green substance discovered in the Indian Ocean. Scarfing Jolly Ranchers, quoting Nabokov and showing up to formal events wearing a white blazer and sneakers, Eisenberg tackles Luthor as the brogrammer from hell, a chattily malevolent presence who provides the only real moments of levity in the film.
Juggling all of these strands while steadily beating the drum toward the battle promised in the title, Snyder sometimes loses track of his various allegories.
Scripters Chris Terrio and David S. Goyer provide kernels of philosophical and theological quandaries throughout, while their nods toward contemporary political debates are more complex than the scattered visual gags (such as an anti-Superman protester waving an âAliens Are Un-Americanâ placard) might seem to imply. Yet the essential clash of ideologies promised by the central conflict â vigilante justice vs. self-sacrificing restraint, night vs. day, Dionysus vs. Apollo â never develops quite as forcefully as it should, and the life-or-death battle between the two icons ultimately comes down to a series of misunderstandings.
While âBatman v Supermanâsâ Dark Knight may be more of a pure punisher than some fans would prefer, Snyderâs conception of the character at least feels fully formed. Superman remains something of a work-in-progress. (If nothing else, itâs strange to see Clark Kent cast a more brooding figure than Bruce Wayne.) Daily Planet scenes are even more perfunctory
this time around, and Adamsâ Lois has plenty to do but little to say.
As a pure visual spectacle, however, âBatman v Supermanâ ably blows the hinges off the multiplex doors, and editor David Brenner does excellent work to comprehensibly streamline the chaos, capably captured by d.p. Larry Fong. Composers Hans Zimmer and Junkie XL are again key assets here, with Gadotâs theme in particular proving quite infectious. Snyder largely tamps down his penchant for hyper-stylized combat imagery until the end, when he stages a series of galactic battles that take style notes from sources as varied as classic WWE rumbles and Harryhausen creature features. As overblown as the lengthy showdown might become, Snyder gets closer than ever before to the chiaroscuro palette of classic comics, and even if his scrupulous efforts to avoid reopening âMan of Steelâsâ collateral damage debates are a bit on the nose, at least heâs
clearly received the message.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Warner Bros. Pictures e Silvia Saba (SwService)