UN MILIONE DI MODI PER MORIRE NEL WEST: SETH MACFARLANE (TED) QUESTA VOLTA SI INVENTA UN MILIONE DI MODI PER TENTARE UNA PARODIA WESTERN. E TANTO PER GIOCARE SULL'EFFETTO SORPRESA, A BORDO DELLA SUA STESSA BARCA CARICA UNA SFUGGENTE AMANDA SEYFRIED, E PERSINO UN CATTIVISSIMO LIAM NEESON ED UNA PIU' CHE CONTURBANTE CHARLIZE THERON
RECENSIONE ITALIANA e PREVIEW in ENGLISH by SCOTT FOUNDAS (www.variety.com) - Dal 16 OTTOBRE
La parola al regista, co-sceneggiatore e attore Seth Macfarlane:
(A Million Ways to Die in the West; USA 2014; Commedia western; 116'; Produz.: Media Rights Capital; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
Effetti Speciali: Werner Hahnlein (supervisore effetti speciali); Blair Clark e Umesh Shakya (supervisori effetti visivi)
Makeup: Svetlana Britt, Danlee Winegar e Karla Muenze
Casting: Sheila Jaffe
Scheda film aggiornata al:
25 Ottobre 2014
Sinossi:
IN BREVE:
La mutevole fidanzata (Amanda Seyfried) di un pecoraro codardo (Seth MacFarlane) decide di lasciarlo per un altro uomo dopo che lui si è tirato indietro ad un duello. Una misteriosa e bella donna (Charlize Theron) appena giunta in città lo aiuterà a ritrovare coraggio, e i due si innamoreranno. Il contadino dovrà mettere alla prova il suo coraggio appena ritrovato quando il marito di lei, un noto fuorilegge (Liam Neeson), arriverà in cerca di vendetta.
SHORT SYNOPSIS:
As a cowardly farmer begins to fall for the mysterious new woman in town, he must put his newfound courage to the test when her husband, a notorious gun slinger, announces his arrival.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
QUANDO IL WESTERN COMICO TRAVALICA LA PARODIA, PUO' SUCEDERE DI TUTTO, MA PROPRIO DI TUTTO! ED ANCHE PER IL WESTERN SI PUO' PARLARE DI 'SPLATTER'!
Quando il western indossa la sottoveste da parodia, le aspettative sono quelle di divertirsi parecchio, sull'onda di gag piÚ o meno frizzanti, in un brindisi beneaugurante alla festa della dissacrazione del genere. E non vi è dubbio che vi siano almeno un milione di modi per farlo, tanto per parafrasare lo stesso titolo di questa sgangherata commedia western targata Seth Macfarlane a 360° (quello che ha fatto dell'orsacchiotto Ted il baluardo del successo popolare in celluloide). Lo sapeva bene Robert Aldrich quando scelse, al contrario di Macfarlane, una certa raffinatezza, per il suo Scusi dov'è il West?. CosÏ come lo sapevano Terence Hill e Bud Spencer, protagonisti rustici, grossolani e iridescenti per contrapposizione, sempre al centro di storielle 'popolane', il cui condimento sul piatto di portata
di un para-western da strapazzo, sapeva esaltarne il gusto con le canoniche sequenze climax all'insegna del 'botte da orbi', forti di lauti pasti non certo a base di spinaci, bensĂŹ di abbondantissime tegamate di fagioli. Beh, i fagioli, ammiccanti, non mancano neppure nel western di Macfarlane, ma non sono loro a render pan per focaccia nelle situazioni piĂš a rischio.
Un milione di modi per morire nel West è un vero e proprio - consapevolmente coltivato in vivaio tale e quale a come fiorisce - 'splatter' di genere: volgare, scurrile, kitsch, o, per meglio dire, 'trash'. Eppure, incredibile a dirsi, il tutto non è gratuito, anzi, si direbbe avere un preciso senso logico. Eh si, perchè il nostro protagonista, tradotto dallo stesso Macfarlane nel fallimentare allevatore di pecore Albert Stark, una sorta di allocco che potrebbe vincere il Premio Oscar per incapacità ed inettitudine praticamente in ogni cosa, sa di trovarsi
nel posto sbagliato (Arizona) al momento sbagliato (1882), ma soprattutto, sa di odiare tutto ciò che rappresenta il western: quello dell'iconografia trasmessa sulle migliaia di metri di tutta la celluloide trionfalmente girata negli anni proprio dal cinema americano ma non solo. CosÏ, camuffato dietro la maschera dell'equivalente dello 'scemo' del paese, avrà modo di far franare come birilli i piÚ iconici luoghi comuni del classico western, a suon di pesanti picconate alimentate da scurrile dissacrazione, sia pure attraverso una piÚ che strampalata cavalcata tra paesaggi mozzafiato, romantici tramonti e piÚ che improbabili innamoramenti.
Volete un parametro esemplare del livello a cui ci troviamo? Ricordate il celebre duello tra Indiana Jones e il saracino ne I predatori dell'Arca perduta durato pochi secondi? E ricordate il motivo per cui Harrison Ford faceva risolvere rapidamente al suo mitico personaggio la cosa, con un fulmineo colpo di pistola? Scena umoristica quanto provvidenziale soluzione per
una pesante dissenteria che andava mietendo molte vittime sul set, Harrison Ford incluso. La storiella ha fatto il giro del pianeta e visto che Seth Macfarlane in Un milione di modi per morire nel West era a quanto pare particolarmente in vena, dissacratoria intendo, provate solo ad immaginare il peggio di quel che ha potuto, su questo registro: la parodia della citazione ha partorito un duello saltato proprio per colpa di una dissenteria, qui provocata per conto di terzi. Non mi chiedete il come e il dove perchÊ non trovo le parole, o, per meglio dire, non voglio trovarle, non posso, mi vergogno troppo. Quel che succede in quella sequenza è indescrivibile! Per non dire inguardabile!
Eppure, Seth Macfarlane, non ancora soddisfatto del misfatto - mi si perdoni il bisticcio di parole in rima - si diverte a pasticciare ancora, unendo in matrimonio la parodia western con il surreale fantastico, approfittando
della 'bevanda indigena' offertagli da un tribÚ di indiani e dei conseguenti 'stati di allucinazione' per ritrovare la via maestra, la fondamentale decisione da prendere: e che, potevano mancare gli indiani, dopo i saloon con bordello incorporato, le fiere e i balli di paese etc. etc.? Ma, dopo una fugace incursione persino nel musical, non vuole dimenticarsi di un altro spicchio di western, e di questo spicchio è troppo innamorato per poterlo infangare, per cui, gettata per un momento l'ascia dissacratoria, si concede un omaggio nostalgico all'unico capitolo di Ritorno al futuro ambientato nel vecchio West. CosÏ, quando si apriranno le porte di quella vecchia rimessa, vi sorprenderete piacevolmente di chi vi troverete davanti. E quel momento sarà una condivisione assolutamente corale!
Ora mi direte voi, che cosa ci fanno in un simil 'degrado' Liam Neeson, tradotto nel pistolero piÚ temuto di frontiera - se si chiama Clinch non è certo
un caso e nel film si 'splattera' letteralmente il riferimento a Clint Eastwood, quale icona per eccellenza del western d'autore, come se non si fosse capito! - accoppiato con una Charlize Theron tanto ironica e di mano lesta quanto di una bellezza mozzafiato!? Bellezza che nelle vesti pratiche e funzionali di Anna, quasi fuori contesto per l'inedita modernità che la distingue dalle altre, si mangia letteralmente a colazione la leziosa quanto opportunista Louise di Amanda Seyfried. Cosa ci fanno?! Ma se la spassano alla grande! Perchè non avrebbero mai immaginato di avere l'inedita opportunità di partecipare ad una 'farsa in salsa western' come questa, e invece, eccoli lÏ, a provocarci, per vedere se siamo abbastanza 'sportivi' da fare altrettanto: ci invitano alla loro 'festa goliardica' in costume e noi che facciamo? Decliniamo l'invito? Ma daai!!!
Secondo commento critico (a cura di SCOTT FOUNDAS, www.variety.com)
SETH MACFARLANE STEPS OUT OF THE TEDDY-BEAR SUIT FOR AN OVERLONG, UNINSPIRED COMIC WESTERN
The saddles donât blaze in âa million ways to die in the west,â and the pacing is limper than a three-legged horse. in following up his 2012 smash âtedâ with a lavish comic western, seth macfarlane has delivered a flaccid all-star farce thatâs handsomely dressed up with nowhere to go for most of its padded two-hour running time. pic faces a formidable box office duel in its opening frame against disneyâs costly âmaleficent,â but regardless of the outcome there, it wonât come within striking distance of âtedâsâ $549 million global gold rush.
while it may be too tall an order to expect macfarlane to deliver at the level of classic mel brooks (or quentin tarantino), âa million waysâ fails to measure up to even its own creatorâs high standard for nose-thumbing irreverence. indeed, from âfamily
guyâ to âted,â weâve come to expect the 40-year-old wunderkind to go for broke and, when he fails, to go down swinging (as in his valiant but misjudged paean to hollywood cleavage at the 2013 oscars). what you donât expect from macfarlane is a genteel, weightless genre parody that, even with its de rigueur parade of dick and fart jokes, is unlikely to offend anyone born after the gunfight at the o.k. corral.
But thatâs exactly what macfarlane serves up in this tale of a nebbish sheep farmer who falls for a gorgeous moll and finds his inner gunslinger in the process. when we first meet him, macfarlaneâs albert stark has just weaseled his way out of a gunfight in the 1880s frontier town of old stump, ariz., and been promptly dumped by girlfriend louise (amanda seyfried), who already has her doe eyes set on the townâs cocky âmustacheryâ impresario foy
(neil patrick harris, the ends of his âstache pomaded into airtight curls). so a disconsolate albert returns to the family homestead and tends to his disobedient flock, until chance brings him face to face with strapping new-girl-in-town anna (charlize theron), who fails to mention that sheâs actually the wife of the most feared bandit for miles around, clinch leatherwood (liam neeson).
Much of âa million waysâ devotes itself to albertâs efforts to win back the hand of his erstwhile lady love, though itâs a measure of the movieâs lazy writing (by macfarlane and co-scribes alec sulkin and wellesley wild) that louise never materializes enough as a character for us to understand what drew albert to her in the first place. having impulsively challenged foy to a duel, the gun-shy albert gets a crash course in marksmanship from crack shot anna â a âraindrops keep falling on my headâ-style montage during which
one senses teacher and student developing more than a mere educational bond. and itâs largely thanks to the wonderfully loose, sassy theron that the film stays as engaging as it does for as long as it does. theron isnât given much to do here, but she makes the most of it, which is more than can be said for giovanni ribisi and sarah silverman, who seem trapped in the ninth circle of comic hell as a virginal shoemaker and the prostitute girlfriend who refuses to sleep with him before their wedding night.
Watching âa million ways,â it feels as if macfarlane fell in love with the idea of doing a comic western and decided heâd worry about the particulars as he went along, resulting in a disjointed series of sketches linked together by lovingly photographed monument valley panoramas. in one of the movieâs more inspired bits, albert quells a tense encounter
with the apache leader cochise (wes studi) by demonstrating a mastery of the indian tongue, but macfarlane almost ruins the joke by following it up with a distended peyote dream sequence during which the movie veers perilously close to an ego-soaked vanity project.
Periodically, macfarlane tries to gussy things up with off-color humor that simply feels off (like a ârunaway slaveâ shooting gallery at the county fair) and a few gross-out gags that land with bigger thuds than the giant ice block that vividly crushes one characterâs head into pulp. but nothing in the movie is quite so limiting as the presence of macfarlane himself in a lead role he proves ill fit to carry. in his first live-action lead, he lumbers through the film spouting dialogue that sounds like an extended standup riff about the horrors of the old west, all delivered with a modern, ironic-hipster smirk. the effect is
not unlike that of seeing brooks or woody allen in their own historical comedies, where they continued to âdoâ their patented comic personas even when the setting was the napoleonic wars or the spanish inquisition. except that macfarlane, who rose to prominence as an ingenious voice actor, proves surprisingly bland in the flesh, and his unmodulated delivery eventually runs as dry as the desert sands.
The movie benefits from an expensive period look courtesy of production designer stephen lineweaver and costume designer cindy evans (who dolls theron up in one particularly memorable green plaid number with an enormous bustle), though Macfarlane seems at a loss, visually, when he has to stage a barroom brawl or an elaborate folk-dancing sequence. michael barrettâs widescreen cinematography looks crisp by day, but has a somewhat milky, washed-out quality in the night scenes. a surfeit of unbilled celebrity cameos serves mainly to remind us what cool
friends Macfarlane has.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Universal Pictures International Italy e Xister Pressplay.
Un milione di modi di morire nel West - trailer (versione originale) - A Million Ways to Die in the West
Un milione di modi di morire nel West - featurette 'Il regista, sceneggiatore e interprete Seth MacFarlane presenta il film insieme a Ted' (versione originale sottotitolata)
Un milione di modi di morire nel West - featurette 'Dietro le Quinte' (versione originale sottotitolata)
Un milione di modi di morire nel West - Video Broll - Parte 1
Un milione di modi di morire nel West - Video Broll - Parte 2
Un milione di modi di morire nel West - Video Broll - Parte 3
Un milione di modi di morire nel West - Video Broll - Parte 4
Un milione di modi di morire nel West - Video Broll - Parte 5