PADDINGTON: DAI PRODUTTORI DI 'HARRY POTTER' UNA VERSIONE MODERNA DELLE ICONICHE AVVENTURE DELL'ORSO PADDINGTON CREATE DALL'INGLESE MICHAEL BOND. NEL 'LIVE ACTION' DI PAUL KING ANCHE NICOLE KIDMAN E JIM BROADBENT
Dal 25 DICEMBRE: RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by GUY LODGE (www.variety.com)
"Quando di recente, ho riletto le avventure di Paddington, le ho trovate molto divertenti. Mi hanno fatto ridere ma anche commuovere. In fondo, Paddington rappresenta una storia universale; è la storia di unâanima alla ricerca di una casa, una storia in cui ognuno di noi può identificarsi".
Il produttore David Heyman
"... anche io ho letto le avventure dellâorso Paddington da bambina e mi è sempre piaciuta lâidea di Londra, della âgrande cittĂ â da un lato, e di questo piccolo, tenero, orsetto dallâaltro; un orsetto che parla inglese, cammina per la cittĂ , va in metropolitana, sale sullâautobus⌠La storia del âpesce-fuor-dâacquaâ mi ha sempre attratto in generale e ho pensato che fosse di grande appeal anche per il cinema moderno e per le nuove generazioni".
Il produttore Rosie Alison
Soggetto: Adattamento cinematografico dell'orso Paddington, un orso gentile amante dei panini. Scritti da Michael Bond nel 1956, i libri dell'orsetto Paddington sono un caposaldo della letteratura inglese per bambini.
PRELIMINARIA - Origini del film
Realizzato dai produttori di Harry Potter, Paddington è una versione moderna delle iconiche avventure dell'orso Paddington create dall'inglese Michael Bond e tradotte in quaranta lingue con 70 titoli che hanno venduto piÚ di 30 milioni di copie in tutto il mondo.
Paddington ha iniziato a fare breccia nei cuori dei piĂš piccoli nel 1958, grazie al libro di Michael Bond, intitolato Lâorso Paddington. La serie di racconti dellâorsetto ha venduto oltre 35 milioni di copie ed è stata tradotta in oltre 40 lingue straniere. Le avventure dellâorso peruviano, che animato da gentilezza e buone intenzioni riesce a cacciarsi spesso in situazioni comiche, hanno conquistato i cuori di tutto il mondo e sono considerate oggi, a livello internazionale, un classico della letteratura per lâinfanzia. Da questo punto di vista, sorprende che il film sia arrivato solo questâanno. Dopo diversi adattamenti per il piccolo schermo, tra cui una serie inglese di 56 episodi, iniziata nel 1975, diretta da Ivor Wood per FilmFair, con la narrazione di Michael Hordern, questa particolare versione di Paddington segna per Michael Bond, lâesordio dellâamatissimo personaggio sul grande schermo.
Cast: Nicole Kidman (Millicent) Peter Capaldi (Mr. Curry) Ben Whishaw (Paddington) (Voce) Sally Hawkins (Mrs. Mary Brown) Jim Broadbent (Mr. Gruber) Julie Walters (Mrs. Bird) Hugh Bonneville (Mr. Brown) Samuel Joslin (Jonathan Brown) Dominic Coleman (Poliziotto) Deborah Rosan (Attrice) Madeleine Harris (Judy Brown) Tim Downie (Montgomery Clyde) Matt Lucas (Autista di taxi) George Newton (Angel)
Costumi: Lindy Hemming
Scenografia: Su Whitaker
Fotografia: Erik Wilson
Montaggio: Mark Everson
Casting: Nina Gold e Theo Park
Scheda film aggiornata al:
27 Gennaio 2015
Sinossi:
IN BREVE:
Viaggio, ambientato ai giorni nostri, del curioso ed educato orsetto Paddington, dal PerĂš alla stazione di Paddington a Londra, dove entra a far parte di una famiglia inglese.
IN DETTAGLIO:
Paddington è cresciuto nel profondo della giungla peruviana con la zia Lucy che, ispirata da un incontro casuale con un esploratore inglese, ha allevato il nipote preparando marmellate, ascoltando la BBC e sognando di una vita entusiasmante a Londra. Quando un terremoto distrugge la loro casa, la zia Lucy decide che è giunto il momento di nascondere il suo giovane nipote a bordo di una nave diretta in Inghilterra, in cerca di una vita migliore. Confidando nella gentilezza di qualche anima buona lega un'etichetta al collo del nipote che dice semplicemente: "Si prega di prendersi cura di questo orso. Grazie".
Perso e solo alla stazione di Paddington, l'orsetto scopre ben presto che Londra non è la terra accogliente e ben educata dei suoi sogni, ma piuttosto un'affollata, vivace metropoli dove nessuno nemmeno si accorge di lui. Per fortuna incontra la famiglia Brown che non si sente di abbandonare questo giovane orso senzatetto al suo destino. Dopo avergli dato il nome della la stazione dove lo hanno trovato gli offrono un posto dove stare mentre lui cerca l'unica persona che conosce a Londra: l'esploratore che tanti anni prima ha cosÏ tanto colpito sua zia Lucy.
I Brown non si rendono conto di quanto scompiglio un giovane orso porterĂ alla loro vita familiare e quando questo orso di una razza molto rara finisce nel mirino di un tassidermista non passerĂ molto tempo prima che la sua casa e la sua stessa esistenza siano in pericolo.
SHORT SYNOPSIS:
A young English boy befriends a talking bear he finds at a London train station. A live-action feature based on the series of popular children's books by Michael Bond.
A young Peruvian bear with a passion for all things British travels to London in search of a home. Finding himself lost and alone at Paddington Station, he begins to realize that city life is not all he had imagined - until he meets the kindly Brown family, who read the label around his neck ('Please look after this bear. Thank you.') and offer him a temporary haven. It looks as though his luck has changed until this rarest of bears catches the eye of a museum taxidermist...
Commento critico (a cura di GABRIELE OTTAVIANI)
Tanti tanti anni fa un geografo inglese di belle speranze parte da Londra alla volta del misterioso PerĂš per una spedizione scientifica. Il dono della sintesi lo assiste non solo quando redige o declama dei testi, ma anche quando prepara i bagagli, evidentemente: si porta appresso soltanto una pendola piĂš grossa del Big Ben e un pianoforte da viaggio (e lĂŹ viene in mente lâadagio vendittiano: âIo mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spallaââŚ) con cui causa con tutta probabilitĂ danni irreversibili alle colonne vertebrali dei suoi aiutanti. Uno scorpione sta per farlo diventare terra per ceci, ma un orso, con ogni evidenza una nuova specie, proprio mentre allâesploratore balena nel cervello, che tiene al caldo sotto il cappello, lâidea tentatrice â ma lui ha un cuore diverso, e ne pagherĂ il fio⌠- di sparargli una bella fucilata per portarselo inoffensivo a casa, mostrarlo
e fare la ruota del pavone coi colleghi, lo salva. E inizia una bella amicizia tra umano e plantigradi. Eh sĂŹ, perchĂŠ lâorso ha una legittima consorte. Lâesploratore dĂ loro dei nomi, uno in ricordo della mamma, lâaltro in memoria di un estroso boxeur conosciuto occasionalmente in un pub, e quando deve tornare via li prega di venirlo a trovare, perchĂŠ ci sarĂ sempre un posto per loro a Londra, una casa, qualcuno li accoglierĂ . Londra è la cittĂ in cui ognuno può sentirsi a casa (se poi hai giĂ un cappello e ti regalano pure un montgomery, sei a posto ancor prima di iniziare...). E dove troveranno sempre marmellata a catinelle. SĂŹ, perchĂŠ, piĂš che di miele, questi orsi sono ghiotti di marmellata (nella traduzione italiana si perde un poâ la freschezza del gioco di parole, perchĂŠ noi nellâusanza comune chiamiamo marmellata pressappoco ogni confettura, mentre qui si fa
riferimento proprio a quella di arance, âmarmaladeâ, lâaltra è âjamâ), di cui lâesploratore dĂ la ricetta. Anche se quella di zia orsa è ancora meglio⌠Il giorno della marmellata è un giorno di festa, quando gli agrumi sono maturi. Ma questâanno nel misterioso PerĂš è anche un giorno triste. PerchĂŠ arriva il terremoto. Gli anziani orsi hanno ormai un nipote, e sarĂ lui che andrĂ alla ricerca di una nuova casa piĂš sicura, dove crescere ed essere felice. E dellâesploratore. Non sarĂ facile. Londra è molto diversa da come se la aspettava. E della spedizione pare che ogni traccia sia sparita. Meglio, sia stata rimossa. Ma ci sarĂ qualcuno che lo aiuterĂ . Una famiglia. Nessuno a Londra si stupisce che un orso parli â nota di merito al doppiaggio italiano in generale e soprattutto al âsolito idiotaâ Francesco Mandelli, inaspettatamente efficace e misurato - e conosca le buone maniere, e
appena qualcuno va un poâ meno di fretta, e si accorge di lui, inizia tutta una serie di gustose peripezie. Anche perchĂŠ i soccorritori tornavano alla stazione di Paddington da una mostra sulla lana vittoriana, quindi accogliere un orso nella loro bella casa dove le decorazioni murarie fioriscono o appassiscono a seconda dello stato dâanimo degli occupanti piĂš che altro ha salvato loro. Da una morte certa per noia. Ma ci sono anche dei conti in sospeso da regolare, e una cattiva che piĂš cattiva non si può. O quasi.
Paddington è un film divertente, e a guardarlo si ritorna bambini. Sicuramente è stato divertente pure scriverlo, perchĂŠ si sono sbizzarriti, tra citazioni hitchcockiane, ironia anche pungente (basti pensare al fatto che ad un tratto lâorsetto si arrampica su un muro liscio, verticale e impervio, usando dei miniaspirapolvere, sulla musica di Mission Impossible: lo so, la cosa non è sarcastica
di per sĂŠ, ma guardate bene i nomi in locandinaâŚ), musicisti che suonano direttamente a vista i brani della colonna sonora come lâarpista nellâarmadio del geniale Bananas di Woody Allen, e una ridda di gag e personaggi ben connotati â un assicuratore specializzato in analisi dei rischi che appena diventato padre getta alle ortiche la moto e si compra UNA STATION WAGON BEIGE (!!!!!!!), parla per percentuali ma poi ritorna normale, unâillustratrice di libri per bambini dal cuore dâoro, unâadolescente musona â si sa, lâadolescenza è un caos⌠- che impara le lingue meglio di quanto si dice sappia fare Meryl Streep, una governante irresistibile, un vicino di casa che sembra una cornacchia impagliata e un bambino con la passione per le costruzioni, tanto per dire â e ben interpretati.
Se inventarselo ha fatto di sicuro sparire tanto grigiore dal cuore degli autori, girarlo devâessere stato esilarante: Sally Hawkins ha
probabilmente piĂš classe mentre addenta un tramezzino nella pausa pranzo di molte colleghe con carriere immeritatamente migliori, e lo dimostra anche in questa occasione, e tutto il cast funziona. Anche Nicole Kidman. Lâunico problema è che se hai visto Crudelia/Glenn Close nessuna cattiva ti sembra allâaltezza. Anzi, veramente di problema ce nâè anche un altro. Non è dato sapere il motivo, ma il suo viso non sembra un viso, appare levigata come un bambolotto o un marmo che avrebbe fatto andare in solluchero Winckelmann, piĂš plastificata di una carta da giuoco piacentina, circonfusa di luce anche al buio come una figura sacra ed eternamente sorpresa dallo âstupore della notte spalancata sul marâ, con buona pace di Mina e Maurizio Costanzo. Gli occhi azzurri e splendidi costantemente sbarrati, e lâimpressione che per conferire espressivitĂ attoriale e interpretativa alle parole delle battute sia costretta a muovere la testa perchĂŠ non può piĂš
muovere la faccia. Peccato!
Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)
'HARRY POTTER' PRODUCER DAVID HEYMAN SCORES AGAIN WITH A BRIGHT, BREEZY BIG-SCREEN DEBUT FOR THE BELOVED LITERARY BEAR.
âNo bears were harmed in the making of this film,â boast the closing credits of âPaddingtonâ â and happily, that promise extends to Michael Bondâs ursine literary creation. Fifty-six years after first appearing in print, the accident-prone Peruvian furball is brought to high-tech but thoroughly endearing life in this bright, breezy and oh-so-British family romp from writer-director Paul King and super-producer David Heyman. Affectionately honoring the everyday quirks of Bondâs stories, while subtly updating their middle-class London milieu, Kingâs film may divide loyal Paddingtophiles with its high-stakes caper plot, but their enraptured kids wonât care a whit. If Paddingtonâs signature line â âI think Iâm in trouble againâ â is absent from his feature-length debut, thatâs because even the fretful bear should feel bullish about its prospects.
With âPaddingtonâ out in Blighty on
Nov. 28, roaring domestic holiday biz is a given, though whether TWC-Dimension can sell U.S. auds on its ample charms when the pic opens Stateside in January is more of a question mark. From its ska-singing sidewalk chorus to the marmalade sandwiches stacked in its heroâs trademark hat, Kingâs film is thankfully reluctant to neutralize the national flavor of Bondâs distinctly English creation. (Substituting Oreo cookies for oatmeal digestives in one witty scene of biscuit analysis is about as egregious as the concessions to foreign auds get.) Nevertheless, just as Heymanâs blockbusting âHarry Potterâ series cannily fostered global Anglophilia through universal storytelling, this intrepid traveler could forge a similar path to more modest international success.
After all, few figures from childrenâs literature embody the spirit of cultural curiosity more directly than Paddington Bear, a plucky naif who journeys all the way from Lima to London in search of a better life.
Kingâs script, written with a story assist from Hamish McColl, fills in a more elaborate backstory for him than Bondâs books do: A swooping, colorful first act details Paddingtonâs blissful childhood with elderly relatives in the rainforests of Peru. The idyll is rudely destroyed by an earthquake that leaves his uncle Pastuzo (voiced by Michael Gambon) dead and his aunt Lucy (voiced by Imelda Staunton) headed to a retirement home.
Paddington (voiced by Ben Whishaw, a more suitably boyish mid-production replacement for Colin Firth) is left alone to make the transatlantic odyssey. Itâs a trip of which Lucy had only dreamed, since being educated in all things English by a friendly explorer from the Geographersâ Guild of Great Britain â a detail illustrated in an amusing introductory pastiche of 1930s newsreels that includes, of all things, a supremely unlikely reference to Jane Campionâs âThe Piano.â Such sophisticated in-jokery is to be
expected of King: Best known for his work on the wildly absurdist TV comedy âThe Mighty Boosh,â heâs a pleasingly left-field choice of helmer for this project.
Paddingtonâs eventual arrival at his namesake train station, and his subsequent discovery by the well-to-do Brown family, hews closely to the setup of Bondâs first book, âA Bear Called Paddingtonâ â with the key difference that their adoption of the animal is here announced as a temporary measure, his plaintive quest for a permanent home driving the filmâs story.
As in the books, the audience is required to believe that the arrival of a talking bear in London is unusual rather than extraordinary: Uptight dad and risk analyst Henry (Hugh Bonneville) is reluctant to take Paddington in, but mostly due to the insurance challenges the beast presents. Itâs his kindly, kooky wife, Mary (an utterly disarming Sally Hawkins), rather than his wary children, Judy and
Jonathan (Madeleine Harris and Samuel Joslin, both spikier than their golly-gosh counterparts on the page), who persuades him otherwise. Still, itâs not long before the bear begins winning over the family at large with his wide-eyed astonishment at urban living.
Itâs here where the film is forced to part ways most drastically from its literary source: Where Bondâs books are built from drolly episodic accounts of everyday misadventures, thatâs a tricky structure to maintain in a mainstream childrenâs film. In the interest of galvanizing the narrative and amping up the peril, King and McColl have devised a cheerfully silly, action-heavy chase plot that cribs heavily from â101 Dalmatians,â complete with its own Cruella de Vil: bleach-bobbed taxidermist Millicent Clyde (Nicole Kidman), whoâs determined to nab one particular Peruvian breed of bear for her collection.
This narrative development, replete with âMission: Impossibleâ-style stunts and superb location use of Londonâs neo-Gothic Natural History Museum,
may sit slightly oddly with the gentler situational comedy of Paddingtonâs other exploits, but the transition is eased by the filmâs bouncy pacing and consistently dry, cockeyed humor, in which Londonersâ seen-it-all cynicism comes in for repeated ribbing. (âItâs not much to go on,â a police detective wearily tells Mary after she files a missing-person report for a bear in a blue duffel coat.) Meanwhile, Kidman, splendidly served by costume designer Lindy Hemming in a range of sexed-up safari gear, is having such infectiously vampish fun as the villain â bringing a Joanna Lumley-style purr even to lines like âGet stuffed, bearâ â that one can hardly begrudge her presence.
Technically, the film finds King retaining much of the eccentric visual invention from his independent 2009 debut, âBunny and the Bull,â albeit with a hefty glob of studio polish. Gary Williamsonâs excellent, primary-colored production design is heavy on nuts-and-bolts gadgetry and
clever dollâs-house miniaturization that recall the work of Wes Anderson. The Brownsâ West London terrace home (with its interior cherry-tree fresco that seems an oblique nod to âMary Poppinsâ) is an ever-unfolding designerâs delight.
The challenge lies in matching that handcrafted aesthetic to the state-of-the-art visual effects (courtesy chiefly of Framestore, the collective that worked miracles on the Heyman-produced âGravityâ) that allow Paddington such characterful fluidity of movement and expression. The balance is successfully struck, with the effects warmly recalling the old-school animatronic work of Jim Henson: The film may be a world away from the rudimentary paper-and-plush-toy technique of the BBCâs âPaddingtonâ shorts from the 1970s, but their scrappy spirit is intact.
Commenti del regista
Il regista e sceneggiatore PAUL KING
"Come la maggior parte delle persone della mia generazione, anchâio ho guardato e seguito Paddington da piccolo. Sono cresciuto con i film di animazione della FilmFair e questâorsetto aveva un posto privilegiato nella mia cameretta. Solo quando ho avuto lâoccasione di rivisitare il personaggio però, mi sono chiesto come mai mi avesse conquistato cosĂŹ tanto. Gli animali parlanti sono certamente molto frequenti in letteratura, ma pochi di loro sono duraturi come Paddington. Per me, il segreto è proprio in quellâetichetta attaccata al collo: 'Per favore, prendetevi cura di questâorso. Grazie'. Malgrado la calma e la sicurezza di questo piccolo essere peloso, quella frase ci fa capire che è molto fragile e indifeso e che ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui in questo mondo cattivo. A un certo punto della vita, chi di noi non si è sentito come un pesce fuor dâacqua? E non parlo dello sfollato o del barbone che ha ispirato lâimmagine della povera
anima in pena su un binario o su una panchina; non parlo dei pericoli affrontati dallâamico di Paddington, Mr. Gruber, e neanche dellâoceano attraversato dagli immigrati del Windrush che si sono trasferiti a Notting Hill nel periodo in cui Michael Bond ha scritto le prime avventure di Paddington. No, niente di tutto questo. Basta
pensare al primo giorno di scuola, o a una notte passata fuori casa, per entrare in empatia con questâorsetto, solo e sconsolato. Secondo me, è questo aspetto che ha fatto appassionare generazioni di lettori. Io e Michael Bond non volevamo che la narrativa del film interferisse con quella del libro, che tanti lettori giĂ conoscono. Nel film ci sono tutte le scene del libro, dalla scoperta dellâorsetto alla stazione di Paddington, con niente indosso se non quellâetichetta, fino allâavventura della sala da tè, al primo disastroso ingresso in bagno e allâavventura in metropolitana. Anche se nel film incontriamo Paddington prima di quanto non avvenga nel libro, la storia narrata sul grande schermo è molto fedele al background che Michael Bond ha sviluppato e creato soprattutto nelle ultime avventure. Il quinto capitolo di Lâorso Paddington comincia cosĂŹ: âCosĂŹ Paddington diventò parte della famigliaâ. In quella frase mi è sembrato potesse esserci piĂš spazio narrativo: a
partire da quel momento, infatti, le storie di Paddington diventano molto piĂš brevi e
indipendenti una dallâaltra. Nella transizione dal Paddington appena arrivato in cittĂ al Paddington ormai parte della famiglia, si è creato lo spazio per un film, per raccontare ciò che rende questâorsetto cosĂŹ speciale. Proprio come Oliver Twist prima di lui, Paddington arriva a Londra come orfano in
cerca di casa. Ma al contrario di Oliver, che ha bisogno di tempo per trovare Mr. Brownlow, Paddington incontra i Brown quasi subito. Ma avere un tetto sulla testa e sentirsi a casa sono due cose diverse: è questa la vera avventura di cui tratta il film. Lâaltro lato interessante della storia è la transizione che i Brown vivono, passando dalla diffidenza iniziale nei confronti di Paddington, allâaccoglierlo in famiglia. Quando ci siamo visti la prima volta, ho chiesto a Michael Bond qualche informazione aggiuntiva su Mr. e Mrs. Brown. Michael mi ha detto che si era ispirato ai suoi genitori. Gli ho chiesto come avrebbero reagito i suoi genitori se avessero incontrato un orsetto arruffato e lui mi ha risposto: 'Di certo, mia madre lâavrebbe messo subito sotto lâacqua per pulirlo, e invece mio padre avrebbe cominciato a
pensare subito agli aspetti burocratici".
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Eagle Pictures e Valentina Calabrese (WaytoBlue)