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DREAM HOUSE: IL REGISTA IRLANDESE DI 'BROTHERS' JIM SHERIDAN PORTA DANIEL CRAIG CON LA PARTNER IN CELLULOIDE E NELLA VITA RACHEL WEISZ, IMBARCANDO PURE NAOMI WATTS, SULLE PIU' NAVIGATE ACQUE DEL THRILLER DEL MISTERO, MA COME UN RAFFINATO PRESTIGIATORE RIESCE A TIRAR FUORI AL MOMENTO GIUSTO I SUOI ASSI NELLA MANICA
RECENSIONE - Dal 3 AGOSTO
"Dopo l'uscita nelle sale statunitensi, dove il film si è rivelato un flop e ha ottenuto critiche poco lusinghiere, è stata diffusa la notizia che il regista del film, Jim Sheridan, ha deciso di disconoscere la pellicola, inoltrando una richiesta presso la Directors Guild of America per far rimuovere il suo nome. I motivi che hanno portato Sheridan a questa decisione riguardano alcuni disaccordi con la casa di produzione Morgan Creek Productions e al taglio finale del film, che discosta notevolmente dalla sua idea iniziale. I disaccordi con Morgan Creek Productions sono aumentati quando Sheridan decise di improvvisare, eliminando i dialoghi dello sceneggiatore David Loucka, per questi motivi la casa di produzione prese in mano il progetto, decidendo il montaggio finale senza consultare Sheridan. Per questi motivi, Sheridan, Rachel Weisz e Daniel Craig si sono rifiutati di promuovere il film e farsi intervistare dalla stampa".
(Nota della Redazione da Wikipedia)
(Dream House; USA 2011; Thriller drammatico del mistero; 92'; Produz.: Cliffjack Motion Pictures/Morgan Creek Productions; Distribuz.: Universal Pictures International Italy)
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Titolo in italiano: Dream House
Titolo in lingua originale:
Dream House
Anno di produzione:
2011
Anno di uscita:
2012
Regia: Jim Sheridan
Sceneggiatura:
David Loucka
Cast: Daniel Craig (Will Atenton) Rachel Weisz (Libby Atenton) Naomi Watts (Ann Patterson) Elias Koteas (Boyce ) Marton Csokas (Jack Patterson) Taylor Geare (Trish ) Claire Geare (Dee Dee ) Rachel G. Fox (Chloe Patterson ) Jane Alexander (Dr. Greeley ) Brian Murray (Dr. Medlin ) Bernadette Quigley (Heather Keeler ) Sarah Gadon (Cindi ) Gregory Smith (Artie ) Mark Wilson (Capitano Conklin ) David Huband (Ufficiale Nelson)
Musica: John Debney
Costumi: Delphine White
Scenografia: Carol Spier
Fotografia: Caleb Deschanel
Montaggio: Glen Scantlebury e Barbara Tulliver
Makeup: Marlene Aarons; Alessandro Bertolazzi (per Naomi Watts)
Casting: Avy Kaufman
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
IN BREVE:
Poco dopo essere fuggiti dalla frenesia di New York traslocando nella nuova e a quanto sembra idilliaca casa nel Connecticut, una famiglia scopre che tempo prima degli abitanti del luogo sono stati brutalmente massacrati. Ben presto l' inquietante passato tornerà a perseguitare i nuovi inquilini.
SYNOPSIS:
Soon after moving into their seemingly idyllic new home, a family learns of a brutal crime committed against former residents of the dwelling.
Some say that all houses have memories. For one man, his home is the place he would kill to forget. A family unknowingly moves into a home where several grisly murders were committed...only to find themselves the killer's next target. Successful publisher Will Atenton (Craig) quit a job in New York City to relocate his wife, Libby (Weisz), and two girls to a quaint New England town. But as they settle into their new life, they discover their perfect home was the murder scene of a mother and her children. And the entire city believes it was at the hands of the husband who survived. When Will investigates the tragedy, his only lead comes from Ann Paterson (Watts), a neighbor who was close to the family that died. As Will and Ann piece together the disturbing puzzle, they discover that the story of the last man to leave Will's dream house will be just as horrifying to the one who came next.
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
LA' DOVE FATTI, COSE E PERSONE NON SONO MAI COME SEMBRANO! APPREZZABILE VARIABILE DI GENERE PER IL REGISTA IRLANDESE JIM SHERIDAN E IL TRITTICO DI STAR DI PUNTA DANIEL CRAIG-RACHEL WEISZ-NAOMI WATTS
Il blasonato regista, sceneggiatore e produttore cinematografico irlandese Jim Sheridan, noto per i suoi successi di pubblico e critica come Il mio piede sinistro (1989), Nel nome del padre (1993), The Boxer (1997, Nomination 'Miglior Film Drammatico ai Golden Globe), e il più recente Brothers (2009), remake del film danese del 2004 Non desiderare la donna d'altri, là dove risplendeva la triade Tobey McGuire, Jake Gyllenhaal e Natalie Portman, sa bene come muoversi sui chiaroscuri della celluloide, scivolando leggiadro come sull'olio. Beh, sembra anche che Sheridan abbia un debole per le triadi, o, per meglio dire, trittici, attoriali, tant'è che ripete l'operazione pure con Dream House, sebbene invertita di segno (mentre in Brothers erano due uomini con |
una donna, qui, in Dream House, sono due donne e un uomo a calcare le scene). Sheridan chiama così all'appello: Daniel Craig, per uno dei suoi ruoli più introspettivi volti ad incarnare quel genere di smarrimento e disperazione che impone lacrime anche ad un uomo - nulla a che vedere con lo charme degli anni verdi di Harrison Ford che delle lacrime ha fatto un motivo firma, a dispetto di quanti non se ne sono mai accorti, o con l'intensità di Ralph Fiennes in Spider o The Reader, ma diciamo che anche Craig se la cava piuttosto bene - Rachel Weisz, sempre più bella e seducente dall'alto del suo iconico imprinting, dolce e pur statuario (che proprio sul set del film ha fatto capitolare ai suoi piedi l'impavido Craig nella vita reale), e Naomi Watts, ben navigata in ogni genere di dramma, meglio se irrorato di sotterranei cunicoli. Ma |
se la luce da star non manca di irradiare i suoi raggi, quel che riluce in Dream House, è una struttura solida, arroccata su tempi cinematografici sincronicamente calibrati per l'inatteso colpo di scena (per la verità ve ne sono parecchi) che non manca, sorprendentemente su un terreno su cui hanno variamente germogliato i semi di colture similari. E questo al di là dei dissapori e dei malcontenti da parte di cast e regia per il risultato finale, imposto, a quanto sembra, dalla produzione. Beh, per inciso anche Harrison Ford mostrò a suo tempo il dente avvelenato contro gli innumerevoli ripensamenti speculari alle innumerevoli versioni di Blade Runner (per l'inserimento della voce fuori campo, e non solo, dando del filo da torcere al fantasioso e mai appagato Ridley Scott), che pure rimane un cult, versione più, versione meno. Dream House non sarà certo ricordato come un cult nel suo genere ma |
come un thriller intrigato, e intrigante, con più generi, questo si: senz'altro godibile malgrado l'infelice uscita agli inizi di un 'focoso' agosto (l'Italia non ha, come invece in America, il climax delle uscite cinematografiche in estate).
Jim Sheridan non ha timore, e dunque non si fa scrupolo alcuno, nel giocare a carte scoperte. Si direbbe come un raffinato prestigiatore che mostra carte di per sé note ma che sa abilmente far danzare tra le dita, prima di far comparire i suoi jolly, centellinandoli uno alla volta, secondo una tempistica sorniona. La metrica necessaria a far risaltare il ventaglio di assi tenuti ben nascosti nella manica fino a quel momento. Così, scartando dai soliti cliché che malauguratamente troppo spesso si affidano alla schizzofrenìa dei decibel per ottenere l'effetto sorpresa - anzi, al contrario, ci troviamo confortati da un eccellente effetto surround applicato sulle voci 'altre' - Sheridan riesce nei suoi intenti pur |
navigando in acque, per così dire, sicure, e per di più ben note anche allo spettatore che non avrà difficoltà alcuna a riconoscere in Dream House l'apporto di affluenti come Number 23 di Joel Schumacher con Jim Carrey nelle vesti di un personaggio per qualche verso parallelo a quello di Danei Craig, Shutter Island di Martin Scorsese (qui è Il Teddy Daniels di Leonardo Di Caprio a ispirare per altri versi il Will Atenton di Craig), The Others di Alejandro Amenabar e persino Il fuggitivo o l'hitchcockiano remake Delitto perfetto, entrambi di Andrew Davis. E la lista dei canali di richiamo potrebbe andare ben oltre.
Ma non è questo il punto: le varie fonti sono ben frizionate tra loro e una volta prossimi all'epilogo non ci dispiacerà il glamour romantico psycho-spirituale con cui si vanno a sfumare i passaggi residui, là dove i disturbi della mente che alimentano la fame di |
un'anima sottoposta a dieta forzata sull'onda di un dramma incontenibile vissuto a pelle, ci mostrano quanto labili possano rivelarsi i confini tra la pazzia e quel genere di percezione sensitivo-visionaria in grado di rendere intercomunicanti dimensioni normalmente non certo interattive. La storia ci insegna quanto spesso quel seme di 'insolita follia', abbia sentito l'impellente bisogno di metabolizzare la disperazione profonda da cui è germinato, attraverso la creazione artistica, ognuno nella branca che più gli è stata congeniale. Con Dream House Sheridan ce ne mostra per l'appunto un apprezzabile esempio.
P. S.: Potrebbe essere una saggia idea quella di far uscire in DVD e Blu-Ray, oltre alla versione cinematografica voluta dalla produzione, anche la Director's Cut del regista Jim Sheridan, onde mettere definitivamente a tacere dissidi e diatribe tra la stessa produzione, regia e cast, a beneficio di tutti, anche sul piano del ritorno finanziario. |
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