Dopo l'apparente distruzione dell'organizzazione terroristica internazionale nota col nome di Cobra, i membri del gruppo speciale G.I. Joe saranno coinvolti in una lotta per la loro stessa sopravvivenza contro il Comandante Cobra (evidentemente evaso), Zartan, il misterioso assassino esperto di travestimenti, Storm Shadow e Firefly, lo spietato sabotatore mercenario, esperto in esplosivi. Zartan (ora sotto le mentite spoglie del Presidente degli Stati Uniti) decide di terminare tutte le operazioni dei G.I. Joe, accusandoli di alto tradimento e ne elimina la maggior parte con un improvviso attacco aereo, dopo aver attirato la squadra in una trappola.
Un nuovo ordine è sorto, la Casa Bianca è in mano ai Cobra e tutti i paesi del mondo sono minacciati dagli arsenali nucleari di quelli che erano gli Stati Uniti d'America. Dei G.I. Joe restano operativi solo Roadblock, il mitragliere della squadra, Snake Eyes, il misterioso ninja-commando muto, appartenente al clan Arashikage e noto come "Silent Master", Jinx, cioè Kimi Arashikage, ninja e cugina di Storm Shadow, "Warrant Officer" Flint e Lady Jaye, agente sotto copertura.
Stremati, pochi ed in fuga, i G.I.Joe escogiteranno un disperato piano per dimostrare la verità e colpire i Cobra, ancora una volta. Riceveranno l'insperato aiuto del primo militare ad entrare nel programma segreto da cui sarebbe poi nata la squadra speciale dei G.I. Joe e cioè il Generale Joseph B. Colton, nome in codice "G.I. Joe".
Commento critico (a cura di ROSS DI GIOIA)
Smantellata definitivamente (almeno così sembra) l'organizzazione terroristica internazionale nota col nome di Cobra, gli elementi del gruppo speciale G.I. Joe vengono però coinvolti in una lotta per la loro stessa sopravvivenza contro il Comandante Cobra, Zartan, il misterioso assassino esperto di travestimenti, che stavolta riesce nell’impossibile: “trasformarsi” nel presidente degli Stati Uniti (Jonathan Price). A tramare con lui i fidati Storm Shadow (Byung-hun Lee) e Firefly (Ray Stevenson). Quando sotto le mentite spoglie del capo della Casa Bianca, Zartan riesce a terminare tutte le operazioni dei G.I. Joe accusandoli di alto tradimento e ne elimina la maggior parte in una imboscata, nasce così un nuovo ordine mondiale che vede il governo del mondo libero in mano ai Cobra. Ma i G.I. Joe non sono del tutto sterminati: Roadblock (Dwayne Johnson), il mitragliere della squadra, "Warrant Officer" Flint (D. J. Cotrona) e Lady Jaye (Adrianne Palicki) sono in realtà sopravvissuti. Decimati
e in fuga, i G.I. Joe escogiteranno un disperato piano per dimostrare la verità e colpire i Cobra, avvalendosi anche dell’aiuto di Snake Eyes (Ray Park), Jinx (Elodie Jung) e del primo militare ad entrare nel programma segreto da cui sarebbe poi nata la squadra speciale dei G.I. Joe: il Generale Joseph B. Colton (Bruce Willis).
La fiera dell’ormone a stelle e strisce si arricchisce di nuovi elementi (e pure questi esplodono a raffica). G. I. Joe – La vendetta è il seguito del blockbuster del 2009 e, come quattro anni fa, anche qui viene privilegiato l’aspetto puramente muscolare a discapito di una qualsivoglia credibilità di sceneggiatura. L’operazione della Hasbro, che insiste nel franchisee nonostante il primo episodio non abbia certo sfondato al botteghino, prende ora però una piega che è stata inaugurata a suo tempo da Mission Impossible: l’orientalizzazione del prodotto. Al timone viene quindi piazzato un nuovo regista, Jon
M. Chu, il quale proviene da show televisivi di danza, da due Step Up e - udite, udite - dal docu-film su Justin Bieber. L’effetto si vede da subito: abbandonata ogni velleità di costruire un impianto congruo e attendibile (ad un certo punto i potenti del mondo si lanciano contro le bombe atomiche come fossero petardi, salvo poi ripensarci e farle esplodere in volo…), a Chu non resta che dargli sotto con la dinamite, le battaglie, le uccisioni e grazie anche al doping del 3D, una massiccia dose di spettacolo inedito a livello visivo (grandiosa la scena della battaglia con le funi). Perso Channing Tatum per strada, il quale appare in un cammeo giusto per farsi uccidere, Dwayne Johnson si carica il film sulle spalle, gigioneggia tra arti marziali e belle signorine/cecchini dal colpo di fucile facile, aspetta che arrivi Bruce Willis a fargli da spalla (e il vecchio Bruce
è impagabile nell’impersonare il soldato che non si arrende all’artrite), ed ecco che trascina G. I. Joe – La vendetta verso dove deve andare: un divertimento con la D maiuscola. Forse Chu non rappresenta l’orientalizzazione che la produzione si aspettava - d’altronde non tutti possono essere John Woo - ma ad ogni modo riacciuffa per i capelli un progetto nato da uno script praticamente inesistente.