SUMMER PALACE: DOPO UNA CENSURA-STOP CINESE DURATA CINQUE ANNI MALGRADO L'ANTEPRIMA FRANCESE AL FESTIVAL DEL CINEMA DI CANNES DEL 2006, LO SPACCATO SOCIO-INTIMISTA-EPOCALE DI LOU YE RIAFFIORA DALL'OSCURITA' FORZATA IN DVD
Dal Festival del Cinema di di Cannes 2006 - I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - In DVD: dal 9 Novembre 2011
Cast: Hao Lei (Yu Hong, ) Guo Xiaodong (Zhou Wei) Hu Lingling (Li Ti) Cui Lin (Xiao Jun) (…)
Musica: Peyman Yazdanian
Costumi: Katja Kirn
Scenografia: Weixin Liu
Fotografia: Hua Qing
Montaggio: Ye Lou e Jian Zeng
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
Sinossi:
Il film racconta le vite di due giovani sullo sfondo delle manifestazioni studentesche del 1989 in piazza Tien An Men. Yu Hong è stata ammessa all’università di Pechino e lascia la famiglia e il suo ragazzo. La studentessa si abbandona a una libertà sessuale mai assaporata prima e questo la porta a intraprendere una relazione con Zhou Wei, un collega. La vita spinge entrambi a delle scelte, che li porteranno su strade diverse.
SYNOPSIS:
Country girl Yu Hong leaves her village, her family and her lover to study in Beijing. At university, she discovers an intense world of sexual freedom and forbidden pleasure. Enraptured, compulsive, she falls madly in love with fellow student Zhou Wei. Driven by obsessive passions they can neither understand nor control, their relationship becomes one of dangerous games - betrayals, recriminations, provocations - as all around them, their fellow students begin to demonstrate, demanding democracy and freedom. Protests collapse, and Yu and Zhou lose each other amidst the social chaos and panicked crowds. Zhou Wei is sent to a summer military camp, and on his release moves to Berlin, fleeing both his country and memories of Yu. She finds a job, a lover, but can not forget Zhou. In Germany, social unrest is mounting: calls for freedom, demonstrations for democracy. A familiar story for Zhou...
Commento critico (a cura di FRANCESCA CARUSO)
Il film racconta le vite di due giovani sullo sfondo delle manifestazioni studentesche del 1989 in piazza Tien An Men. Yu Hong è stata ammessa all’università di Pechino e lascia la famiglia e il suo ragazzo. La studentessa si abbandona a una libertà sessuale mai assaporata prima e questo la porta a intraprendere una relazione con Zhou Wei, un collega. La vita spinge entrambi a delle scelte, che li porteranno su strade diverse.
Summer Palace è stato l’unico film asiatico a partecipare alla kermesse francese, tuttavia è stato censurato dalle autorità cinesi che hanno imposto al regista e al suo produttore un fermo di cinque anni. Lou Ye è tornato dietro la macchina da presa solo nel 2009 con il film Spring Fever, una co-produzione franco-hongkonghese atta ad aggirare la censura cinese. Presentato a Cannes, Spring Fever ha vinto il premio come 'Miglior Sceneggiatura', che è stato assegnato alla scrittrice Mei
Feng.
La storia tratteggiata in Summer Palace tocca tematiche ancora oggi troppo scottanti per un Paese che da sempre preferisce non affrontarle. Il regista, in uno scorrere di immagini storiche, mostra la caduta del muro di Berlino, la fine dell’Unione Sovietica e il viaggio nel 1992 del leader cinese Deng Xiaponing nel sud del Paese. Si sofferma poco sulla manifestazione studentesca del 1989 (repressa dall’esercito), giusto il tempo necessario per far sentire uno sparo e la folla di studenti che si disperde.
L’intento è stato quello di far vedere alcune pagine di storia che difficilmente riescono a trovare spazio nei film cinesi, visto il grande potere esercitato dalla censura. Se infatti da un lato ci sono registi che con qualche escamotage riescono ad aggirarla, ce ne sono altrettanti che per lavorare devono lasciare il proprio Paese e trovare finanziamenti internazionali, come è successo in passato a Chen Kaige (Addio mia concubina).
Altra tematica
calda rappresentata è quella della libertà sessuale. Il film mostra numerose scene erotiche esplicite, senza utilizzare metafore o sottintesi, come accade in Sorgo Rosso (1987) di Zhang Yimou, nel quale durante l’atto sessuale, nel campo di sorgo, vengono inquadrate le spighe accarezzate dal vento. Oppure, molto più incisivamente, come avviene in Ju Dou (1990) in cui il regista utilizza l’espediente delle stoffe, che si tuffano nelle vasche di tintura rossa srotolandosi, per simboleggiare un amplesso voluttuoso.
La voce narrante del film è quella della protagonista, la storia è raccontata attraverso gli occhi di Yu Hong. È lei che ci spiega ciò che le accade anno dopo anno e che ci mette a conoscenza dei suoi pensieri, attraverso le parole del suo diario. Yu Hong è pervasa continuamente da un vuoto esistenziale e da un dolore persistente che crede di colmare abbandonandosi al piacere sessuale. Il grande bisogno d’amore la porta a
fare delle scelte che spesso le si ritorcono contro e che, in definitiva, non l’appagano. In ogni uomo cerca un di più che non trova, eppure solo negli incontri sessuali esprime quella dolcezza che ha dentro. La sua natura romantica si contrappone alla povertà della sua esistenza - come lei stessa afferma - tuttavia non perde la voglia di vivere.
Nel complesso il film è pervaso da un velo di amarezza, messo maggiormente in evidenza nell’epilogo. Yu Hong alla fine si ritrova ad essere una persona sola, ma non sconfitta. Lou Ye sottolinea la disillusione di una generazione di giovani idealisti, che lottano per ciò in cui credono, la sua Yu Hong, invece, sembra essere disillusa dall’amore. “Ognuno dovrebbe proteggere la vita che non ha ancora vissuto†dice la protagonista, questa frase vale per tutti, in qualsiasi ambito ci si trovi: sia esso sentimentale o sociale.
Per quanto il regista si
sia soffermato molto sugli incontri sessuali dei personaggi, Summer Palace ha molto da dire se si va oltre la superficie. È un film che merita una visione attenta.