JANE EYRE: NELL'ADATTAMENTO CINEMATOGRAFICO IN CHIAVE GOTICA DEL CLASSICO ROMANZO DI CHARLOTTE BRONTE RIVIVONO LE TORMENTATE PASSIONI DI UNO DEI PERSONAGGI FEMMINILI OTTOCENTESCHI, QUI RIVESTITO DI UN'INEDITA IMMEDIATEZZA CONTEMPORANEA
Una donna fragile e forte, un’eroina senza tempo, appassionata e oscura, percorre prati, corridoi e castelli dell’Inghilterra del XIX secolo. Amore, passione, dolore, sogni e paure in un film che seduce, sorprende e commuove. Jane (Mia Wasikowska), dopo un’infanzia di crudeltà , è determinata a vivere la propria vita senza paura, intensamente. L’incontro con Rochester (Michael Fassbender) le spalancherà le porte di un amore travolgente, segnato però, da incomprensibili lampi di tenebra e inquietudine. Un folle segreto la terrà lontana dalla felicità e la porterà a reinventarsi ancora una volta, salvo poi capire, finalmente, di poter esistere solo nell’amore, ad ogni costo. L’audace rilettura in chiave gotica di un capolavoro della letteratura di tutti i tempi ci accompagna in un incubo da sogno, come solo le grandi storie sanno fare.
SHORT SYNOPSIS:
After a bleak childhood, Jane Eyre goes out into the world to become a governess. As she lives happily in her new position at Thornfield Hall, she meets the dark, cold, and abrupt master of the house, Mr. Rochester. Jane and her employer grow close in friendship and she soon finds herself falling in love with him. Happiness seems to have found Jane at last, but could Mr. Rochester's terrible secret be about to destroy it forever?
Commento critico (a cura di ENRICA MANES)
Uno dei personaggi senza dubbio più amati della letteratura inglese dell’ottocento, si riaffaccia, grazie alla scelta di Fukunaga ed alla sceneggiatura di Moira Buffini, sulla scena contemporanea, a vent’anni dopo la trasposizione cinematografica di Zeffirelli, con incredibile attenzione al testo originale di Charlotte Brontë e con inusuale efficacia.
Il segreto? Non aver stravolto la trama, la storia, i personaggi e la loro anima ma anzi, con la scelta di attenersi il più possibile ai dialoghi originali, si è riusciti ad arrivare al cuore dello spettatore anche senza cedere al peccato della moda che oggi tende a travisare e rivisitare il classico fino alla ridondanza più kitsch.
Jane, eroina sui generis, assume, nella intensa interpretazione di Mia Wasikowska, e ritrova, quei tratti originali che la contraddistinguono -oggi come due secoli fa - e la rendono unica in un panorama che già allora pendeva verso la tendenza al romanzo 'gotico' o al genere
amoroso ma che Charlotte Brontë supera, donando un significato nuovo al suo romanzo.
A metà fra 'Bildungsroman' e dramma esistenziale, Jane Eyre esplora con delicatezza e acume la mente umana e il sentimento, che, nella trasposizione cinematografica di Fukunaga assume una tinta espressionista ed espressiva particolarmente efficace.
È lo spazio, l’ambiente, a diventare protagonista e non soltanto quinta teatrale di un palcoscenico dell’anima che intesse vicende tormentate in un gioco attento di chiaroscuri e scene viste al lume di candela nelle quali i personaggi si specchiano, a sintetizzare, quasi in una cornice, il destino che li lega.
Non ci sono solo volti, ma le intemperie nella brughiera mentre Jane comincia il suo viaggio, a ritroso in quel principio di narrazione che è un susseguirsi di analessi cullate dalla colonna sonora e da riprese a volo d’uccello, e finalmente la sofferenza dei personaggi traspare nei ruoli tumultuosi di Jane, di Rochester, del reverendo St.