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LA VITA FACILE: PIERFRANCESCO FAVINO; STEFANO ACCORSI E VITTORIA PUCCINI NEL RACCONTO DI UN'AMICIZIA, DI DUE STORIE D'AMORE E DI ALMENO QUATTRO TRADIMENTI
RECENSIONE - Dal 4 MARZO
(La vita facile, ITALIA 2010; drammatico sentimentale; 102'; Produz.: Fandango in collaborazione con Medusa Film; Distribuz.: Medusa Film)
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Titolo in italiano: La vita facile
Titolo in lingua originale:
La vita facile
Anno di produzione:
2010
Anno di uscita:
2011
Regia: Lucio Pellegrini
Sceneggiatura:
Stefano Bises, Laura Paolucci e Andrea Salerno
Soggetto: Stefano Bises e Andrea Salerno.
Cast: Pierfrancesco Favino (Mario Tirelli) Stefano Accorsi (Luca Manzi) Vittoria Puccini (Ginevra) Camilla Filippi (Elsa) Angelo Orlando (Salvatore) Eliana Miglio (Nicoletta) Souleymane Sow (Jerry) Max Tardioli (Ippocrate) Ivano Marescotti (Sergio Manzi)
Musica: Gabriele Roberto; Valentino Giannì (Suono)
Costumi: Silvia Nebbiolo
Scenografia: Roberto De Angelis
Fotografia: Gogò Bianchi
Montaggio: Walter Fasano
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
Perché “la vita facile” è la più difficile da vivere? Non lo sa Mario Tirelli, chirurgo di fama, ricco e arrivato, che decide all’improvviso di partire per l’Africa ad aiutare il suo amico di sempre, Luca Manzi. Non lo sa Luca Manzi, che in Africa è arrivato da anni per tirar su un ospedale, e che si è lasciato dietro tutto e anche qualcosa che non ha capito. Soprattutto non lo sa Ginevra, la donna che hanno conosciuto insieme ma, fatalmente, è diventata moglie di Mario. Tre amici, tre visioni opposte del mondo, tre vite facili che si sono terribilmente complicate. L’amore non è quello che sembra, il buono non è quello che sembra, il cattivo non sembra quello che è. Cosa succederà quando si guarderanno ancora una volta negli occhi tutti
assieme? Chi avrà il coraggio di tirare fuori la verità? La vita facile è il racconto di un’amicizia, di due storie d’amore e di almeno quattro tradimenti.
Commento critico (a cura di LUCA BOCCACINI)
La vita facile? Facile è soltanto l'aggettivo che verrebbe da utilizzare per descrivere il rapporto e la grande complicità tra gli attori Accorsi e Favino nell'impersonare i propri ruoli! La vita facile invece sembrerebbe di fatto non esistere proprio; è vero che nel centr'Africa vissuto in questo film è una difficile, continua e quasi incredibile lotta per la sopravvivenza, ma è vero che sotto certi aspetti nemmeno la nostra Italia del bell'occidente offre spunti di tranquillità benchè gli argomenti e i motivi in questione siano per lo più differenti.
Se un extraterrestre piombasse all'improvviso sul pianeta Terra, otterrebbe più o meno lo stesso effetto del professor Mario Tirelli in questa storia, ospite in una struttura ospedaliera sperduta nel Kenya, dove già opera l'amico Luca. Ma non è solo l'ostilità ambientale, perchè nella genuinità e semplicità africana non ci si può addentrare caricati nella coscienza dei gravami sporchi e dubbi |
di ciò che nei "luoghi" del consumismo, senza troppi scrupoli, è quasi naturale acquisire. Il famoso Terzo mondo! Visto dagli occhi dei protagonisti forse come un territorio in cui dimenticarsi del caos e sfoggiare spiccioli delle proprie capacità e possibilità che invece agli occhi dei poveri meno fortunati risultano essere delle enormi fonti di speranza e salvezza.
E' probabile che sotto certi aspetti la storia manchi un pò di rispetto nei confronti di chi offre in pratica la propria vita per questa gente con pieno amore e piena convinzione; lo fa, però, senza entrare mai nelle dimensioni dell'esagerazione; e nel loro senza dubbio importante operato, Luca e Mario si ritrovano ad esplodere e gridare la loro incertezza morale di fronte al silenzio e l'incomprensione di chi non sa nemmeno che l'essere umano è capace di tali cose e a malapena ha i mezzi per arrivare al giorno dopo.
E in |
questo oscuro intrigo che i due si sono nel tempo costruiti, l'anello mancante è Ginevra, incosciente ragazza agiata che lega e slega i due protagonisti con la sua ambiguità, tanto in Africa quanto in Italia, indifferente tanto del traffico di Roma quanto dei 40° C all'ombra kenyani. Nessuno può alla fine uscirne pulito, e il finale con freddezza, lascia trasparire dai protagonisti quel tantino di sensazione di falsità d'intenti che nulla c'entra con missioni o generosità, nonostante paradossalmente queste due caratteristiche durante il film agiscano in maniera concreta.
Dobbiamo forse ringraziare l'Africa che sta così in modo da farci distrarre nei momenti di crisi? Ringraziarla che con tutti i suoi guai e impotenza offre un perfetto e pericolosamente adatto porto franco? Luca e Mario, che ci mettano simpatia o ci mettano serietà, per il momento, in questo frangente alla fine di tutto non ce lo chiariscono bene.
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PRESSBOOK in ITALIANO de LA VITA FACILE
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