THE GREEN HORNET: CAMERON DIAZ PROTAGONISTA FEMMINILE DELLA COMMEDIA D'AZIONE IN 3D TRATTA DALLE SERIE RADIOFONICA DI GEORGE W. TRENDLE
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 28 GENNAIO
(The Green Hornet, USA 2010; commedia d'azione 3D; 120' ; Produz.: Original Film Feature Films/Original Film/Sony Pictures Entertainment (SPE); Distribuz.: Sony Pictures Releasing Italia)
Soggetto: Tratto dalla serie radiofonica The Green Hornet di George W. Trendle.
PRELIMINARIA:
Nato nel 1930 come serial radiofonico, The Green Hornet ha raccolto fan da ogni parte, non solo in radio, ma anche nel mondo dei fumetti e anche in TV, grazie ad una stagione televisiva che nel 1960 ha portato Bruce Lee al successo negli Stati Uniti. Con questo nuovo film, The Green Hornet approda al cinema per conquistare una nuova generazione di fan.
Cast: Cameron Diaz (Lenore Case ) Seth Rogen (Britt Reid/Green Hornet ) Edward Furlong (Tupper ) Christoph Waltz (Chudnofsky ) Jay Chou (Kato ) Edward James Olmos (Michael Axford ) Tom Wilkinson (James Reid ) Emily Hahn (giovane ragazza ) Analeigh Tipton (Anna Lee ) Elena Diaz (la ragazza di Eddie Crazy ) Chad Coleman (Chili ) David Harbour (Scanlon ) Jamie Harris (Pop Eye ) Robert Clotworthy (Politico ) Eddie Rouse (Crazy Eddie)
Musica: James Newton Howard
Costumi: Kym Barret
Scenografia: Owen Paterson
Fotografia: John Schwartzman
Montaggio: Michael Tronick
Scheda film aggiornata al:
12 Novembre 2013
Sinossi:
The Green Hornet racconta la storia di Britt Reid (Seth Rogen), il figlio del più importante e rispettato magnate dei media di Los Angeles, impegnato a condurre la propria esistenza senza scopi, all’insegna del divertimento, fin quando suo padre (Tom Wilkinson) muore misteriosamente, lasciandogli in eredità tutto il suo impero economico. Stringendo un’improbabile amicizia con uno dei più laboriosi ed inventivi impiegati del padre, Kato (Jay Chou), insieme intravedono la possibilità di fare, per la prima volta nella loro vita, qualcosa di veramente importante: combattere il crimine. Ma per poter fare ciò, entrambi decidono di diventare criminali e per proteggere la legge la infrangono. Britt diviene così The Green Hornet ed insieme a Kato combatte il crimine per le strade. Adoperandosi con la sua ingegnosità e le sue abilità , Kato costruisce un’arma, in stile retro, ma tecnologicamente molto avanzata, The Black Beauty, una potente macchina indistruttibile. A bordo di una fortezza su quattro ruote, in grado di colpire i cattivi, grazie agli equipaggiamenti di Kato, The Green Hornet e Kato riescono in breve tempo a farsi una reputazione e con l’aiuto della nuova segretaria di Britt, Lenore Case (Cameron Diaz), iniziano a dare la caccia all’uomo che controlla la malavita di Los Angeles: Benjamin Chudnofsky (Christoph Waltz). Ma Chudnofsky ha dei piani ben precisi: schiacciare The Green Hornet una volta per tutte.
Britt Reid (Seth Rogen), erede di una dinastia a capo di uno dei giornali più importanti della città , lasciato orfano dalla madre quando era piccolo, una volta perso anche il padre - con cui non andava d’accordo – in età adulta, si trova davanti ad un annoso bivio: decidere cosa fare della sua vita. Grazie all’aiuto di Kato (Jay Chou), un suo coetaneo di origine asiatica dal talento strabiliante che il padre aveva assunto come meccanico, Britt prima assume il controllo del giornale di famiglia, dove
assume la conturbante Lenore (Cameron Diaz), poi si trasforma nel Calabrone Verde, un bizzarro giustiziere che finge di essere un criminale per combattere meglio i cattivi. Nonostante non abbia idea di come fare a calarsi nei panni dell’eroe – prosopopea verbale a parte – e finisce che sia Kato a dover fare tutto il lavoro sporco, il Calabrone Verde sarà capace di attirarsi addosso le ire del Boss dei Boss della città (Christoph Waltz) e smascherare un complotto per far rieleggere un procuratore distrettuale corrotto.
scanner visivi (ricordate Predators?), un regista che proprio ora non può dimenticarsi di essere un genio (Michel Gondry) chiamato da una casa di produzione che ha le sue esigenze di marketing (il colosso Sony Columbia)… ecco, il campionario è da disastro annunciato, ma invece tutto questo finisce per diventare l’architrave di un curioso film che affascina in modo subdolo. Nelle mani di Gondry, quelli che sarebbero punti deboli per chiunque altro, diventano invece una curiosa creta che il geniale regista/autore/artista modella con astuzia visiva, portando lo spettatore in un universo parallelo in cui l’eccessivo diventa indispensabile, il già visto diventa reinventato, l’ordinario diventa stupefacente.
onda nella seconda metà degli anni Sessanta – conquistano lo spettatore grazie alla necessità di Gondry di riscrivere il linguaggio cinematografico. Ed è per questo che non mancano le invenzioni visive che hanno reso celebre il regista, la manipolazione delle immagini, la voglia di sperimentare anche in un progetto che gli è stato commissionato, rasentando la parodia di lusso. Chi dovrà aggiornare la filmografia di Michel Gondry potrà anche storcere la bocca – The Green Hornet si aggiunge infatti a Gli acchiappafilm, Se mi lasci ti cancello, L’arte del sogno – ma col passare del tempo sarà costretto a ricredersi.