"Credo che questo sia uno degli aspetti più intriganti della Parte 1. Siamo lontani dal magico ambiente di Hogwarts, che è sempre sicuro, anche quando i protagonisti sono in pericolo. Improvvisamente Harry, Ron e Hermione si ritrovano a dover sopravvivere nel mondo, un posto grande e cattivo, ma soprattutto pericoloso. Si sentono isolati e soli e molto vulnerabili. Questo rende l’avventura più rischiosa e coinvolgente, un aspetto che è piaciuto molto sia a me che a Dan, Rupert ed Emma".
Il regista David Yates
(Harry Potter and the Deathly Hallows: Part I REGNO UNITO/USA 2010; avventura fantasy; 164'; Produz.: Heyday Films/Warner Bros, Distribuz.: Warner Bros.)
Musica: Alexandre Desplat; John Williams (tema musicale)
Costumi: Jany Temime
Scenografia: Stuart Craig
Fotografia: Eduardo Serra
Montaggio: Mark Day
Makeup: Amanda Burns, Mark Coulier, Katy Fray, Shaune Harrison, Beth John e Jenna Wyatt
Scheda film aggiornata al:
05 Febbraio 2013
Sinossi:
IN BREVE:
Dopo l'omicidio di Silente da parte di Piton, Harry, Hermione e Ron decidono di abbandonare Hogwarts per cercare i restanti horcrux, oggetti in cui il Signore Oscuro ha imprigionato una parte della sua anima, e distruggerli, così da uccidere Voldemort una volta tornato mortale. Il film comincia con Rufus Scrimgeour, il Ministro della Magia, che rilascia un'intervista ai telegiornali. Successivamente la scena passa a Hermione Granger, che lancia l'Incantesimo Oblivion sui suoi genitori e, magicamente, scompare il suo profilo da alcune foto appese alla parete...
IN ALTRE PAROLE:
Dopo l'omicidio di Silente da parte di Piton, Harry, Hermione e Ron decidono di abbandonare Hogwarts per cercare i restanti horcrux, oggetti in cui il Signore Oscuro ha imprigionato una parte della sua anima, e distruggerli, così da uccidere Voldemort una volta tornato mortale. Il film comincia con Rufus Scrimgeour, il Ministro della Magia, che rilascia un'intervista ai telegiornali. Successivamente la scena passa a Hermione Granger, che lancia l'Incantesimo Oblivion sui suoi genitori e, magicamente, scompare il suo profilo da alcune foto appese alla parete. In seguito si succedono con molta fedeltà quasi tutte le scene descritte nel libro, con alcune differenze e lievi accorciamenti o aggiunte di scene non presenti nel romanzo. La prima parte del film termina con Voldemort che trova la bacchetta di Sambuco.
Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)
Prima parte dell’adattamento dell’ultimo capitolo della saga di J.K. Rawling, Harry Potter e i doni della morte è anche il peggiore film che sia mai stato realizzato sul maghetto più amato della cultura pop degli ultimi anni. Firmata da David Yates, la pellicola peggiora quella terribile concezione narrativa dei due film precedenti nei quali la trama dei romanzi veniva annullata a pochi scampoli di storia a beneficio di una lunga ridondanza. Un guscio vuoto nel quale la trama è inesistente e i personaggi vagano in un limbo narrativo, una mancanza di caratterizzazione, dove il nutrito ed eccellente cast di attori inglesi, che aleggia sullo sfondo, sono belli che sprecati, mentre i protagonisti appaiono sempre meno credibili dato l’incedere dell’età e la ridicolaggine di situazione e dialoghi dei quali devono rendersi partecipi.
Ai primi e deliziosi film della saga, ben curati e articolati, raffinati in alcuni casi, come il terzo episodio
diretto dal messicano Alfonso Cuaron – Harry Potter e il prigioniero di Azkaban - ha fatto spazio negli anni solo un allungamento di tempi morti, nei quali sembra che si presti fede esclusivamente alla durata improponibile di due ore e mezza della pellicola; davvero non succede nulla in tutto questo tempo e il sentimento della noia è l’unico che genera nello spettatore medio. È irritante dover assistere ad uno spettacolo di questo tipo considerando il tempo e il denaro impiegati, i grandi talenti prestati a tal servizio, per conferire successo a questa operazione commerciale che corona quello dei libri dell’autrice e quindi va ad ingrassare negativamente le maglie della fenomenologia dell’elemento cult. Ma la cosa assurda è che non si puo’ alimentare tale fenomeno di massa su queste premesse in quanto rappresenta, così, la definitiva sottoscrizione della povertà culturale di un decennio che non ha saputo valorizzare uno dei pochi
personaggi letterari davvero conosciuti dall’immaginario collettivo. È sbalorditivo che una saga di questa portata venga ridotta in briciole da una povertà di contenuti a dir poco raggelante ed è ancora più assurdo, che oltre alla trilogia de Il signore degli anelli, il cinema degli ultimi anni è stato ingrassato di saghe letterarie di grande popolarità , valore e buona fattura (Le cronache di Narnia del compianto genio letterario C.S. Lewis, Twilight di Stephanie Meyer), che nessuno è riuscito a rendere degne di nota a livello cinematografico.
Questo risulta, così, elemento sociale della morìa e della penuria dei fenomeni artistici. Mi domando chi rivedrà i film su Harry Potter fra trent’anni mentre ad esempio saghe come Star Wars o Indiana Jones che si sono rivelati splendidi esempi di cultura pop e di pregnante spirito cinematografico sono entrati a far parte del mito pur non avendo alla loro origine nessuna pretesa culturale se
non quella dell’intrattenimento e poi rivelatisi intrisi di riferimenti socio-culturali di uno spessore piuttosto elevato.
Harry Potter e i doni della morte-Parte I - trailer
Harry Potter e i doni della morte-Parte I - trailer HD
Il giudizio della critica
The Best of Review
International Press
JUSTIN CHANG: www.variety.com
"Harry, Ron and Hermione abandon the safety of Hogwarts in 'Harry Potter and the Deathly Hallows', and so does this dark and despairing penultimate adaptation of J.K. Rowling's epic fantasy cycle. As the three teenage wizards enter the wilderness to do battle with Lord Voldemort, director David Yates spins the series' most expansive, structurally free-form chapter yet - lumbering and gripping by turns, and suffused with a profound sense of solitude and loss. Having made it this far, the Potter faithful won't be deterred by 'Part 1's' bleak, inconclusive tenor, spelling phenomenal returns and raising expectations for a truly spectacular finish".