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    FRATELLI IN ERBA: IL TRASFORMISTA EDWARD NORTON DUPLICA SE STESSO PER LA DARK COMEDY DI TIM BLAKE NELSON IN CUI E' DI SCENA LA DOPPIA PROSPETTIVA DI DUE GEMELLI MONOZIGOTI (NORTON)

    RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 17 SETTEMBRE

    "Durante il periodo della mia crescita, mio fratello maggiore era una specie di leader, un idolo. Io lo guardavo con un po’ di soggezione, a volte con paura. Aveva i capelli molto lunghi, ascoltava musica alternativa e, alle scuole superiori, spesso faceva uso di sostanze illecite. Avendo cinque anni meno di lui, non osavo quanto lui anche se in molte cose ho seguito le sue orme. L'esasperazione della dicotomia fra noi due e la sensazione che io stessi vivendo la mia vita con troppa rigidità, sono stati lo spunto per 'FRATELLI IN ERBA'. Questo film in effetti, più che i ricordi, esplora il ritorno all’io di allora, quando la vita veniva vissuta in modo più profondo e le esperienze erano più ricche, non accompagnate da troppi timori..."
    Il regista e sceneggiatore Tim Blake Nelson

    (Leaves of Grass USA 2009; dark comedy; 105'; Produz.: Class 5 Films/Grand Army Entertainment/Langley Films/Leaves Productions/Millennium Films/Nu Image Films; Distribuz.: Eagle Pictures)

    Locandina italiana Fratelli in erba

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Fratelli in erba

    Titolo in lingua originale: Leaves of Grass

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Tim Blake Nelson

    Sceneggiatura: Tim Blake Nelson

    Cast: Edward Norton (Bill Kincaid/Brady Kincaid)
    Keri Russell (Janet)
    Susan Sarandon (la madre Daisy)
    Richard Dreyfuss (Pug Rothbaum)
    Lucy DeVito (Miss Greenstein)
    Kent Jude Bernard (studente di filosofia)
    Amelia Campbell (Maggie Harmon)
    Tim Blake Nelson (Bolger)
    Josh Pais
    Pruitt Taylor Vince
    Melanie Lynskey

    Musica: Jeff Danna

    Costumi: Caroline Eselin

    Scenografia: Max Biscoe

    Fotografia: Roberto Schaefer

    Montaggio: Michelle Botticelli

    Casting: Avy Kaufman

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Quando Bill Kincaid riceve la notizia dell’assassinio del suo gemello Brady, morto in un affare di droga andato male, lascia il suo posto di professore di Filosofia Classica alla Brown University e torna al suo paese natio, il rurale Oklahoma. Al suo arrivo si rende conto che i racconti sulla morte di suo fratello sono “alquanto esagerati†e presto si trova coinvolto in uno dei complotti di Brady….

    IN DETTAGLIO:

    Commedia nera che utilizza la doppia prospettiva di due gemelli monozigoti, Bill e Brady Kincaid (Edward Norton), per annodare in sé elementi narrativi molto diversi come la politica “Ivy Leagueâ€, lo spaccio di stupefacenti, la filosofia classica e la comunità ebraica di Tulsa, nell’Oklahoma.
    Quando Bill Kincaid riceve la notizia dell’assassinio del suo gemello Brady, morto in un affare di droga andato male, lascia il suo posto di professore di Filosofia Classica alla Brown University e torna al suo paese nativo, nella rurale Oklahoma. Al suo arrivo però si rende conto che i racconti sulla morte di suo fratello sono “alquanto esagerati†e presto si trova coinvolto in uno dei complotti di Brady.
    Seppure con molte perplessità e dopo delle resistenze iniziali, Bill accetta di partecipare al piano del fratello trascorrendo un po’ di tempo nei panni di “Brady†in compagnia della madre Daisy (Susan Sarandon), fuggita alla contro-cultura scegliendo di andare prematuramente a vivere in una casa di riposo per anziani, e di Janet (Keri Russell), donna colta che ha abbandonato la vita movimentata per viverne una più tranquilla in un angolo appartato dell’America.
    Nel frattempo Brady e il suo migliore amico nonché socio Bolger (lo scrittore-regista Nelson) usano questo alibi perfetto per risolvere i loro problemi con Pug Rothbaum (Richard Dreyfuss), un membro di spicco della sinagoga, nonché spacciatore di narcotici a Tulsa a cui devono dei soldi.

    Sulla scia della tradizione delle commedie sui gemelli, FRATELLI IN ERBA segue un percorso narrativo tortuoso, passando dal dramma alla commedia e alla filosofia classica, nel tentativo di rispondere a una delle più antiche domande del mondo: cosa significa veramente essere felici?

    Dal >Press-Book< di Fratelli in erba

    Commento critico (a cura di CARLA BERGAMINI)

    Cosa significa veramente essere felici?
    E’ una domanda che noi tutti ci poniamo, è una domanda antica come la storia dell’uomo e alla quale il regista Tim Blake ha tentato di dare una risposta con Fratelli in erba, film che segue un percorso narrativo tortuoso, passando dalla commedia al dramma e annodando fra loro aspetti così diversi e contrapposti da far pensare che non abbia alcun senso che coesistano nell’intreccio della storia.
    Sembra infatti improbabile a tutti che la filosofia classica possa avere a che fare con lo spaccio di stupefacenti e la comunità ebraica di Tulsa nell’Oklahoma, ma basta guardare il film per rendersi conto che Blake (oltre che dietro, anche davanti alla cinepresa) è riuscito a incastrare questi elementi narrativi senza sbavature e facendo in modo che le “due semirette parallele†di inizio film, così identiche, ma destinate a non incontrarsi mai, si trasformino invece nella figura del cerchio

    in cui l’origine è comune e per quanto uno se ne possa allontanare, resta comunque compreso e racchiuso in quello spazio delimitato che prima o poi gli fa capire che vi appartiene per sempre.

    In apparenza complicato e stonato Fratelli in erba riporta sullo schermo un ‘topos’ della letteratura classica, così come della cinematografia, rappresentata dai gemelli monozigoti che forniscono quindi una doppia prospettiva della storia. Tuttavia nel film la figura dei gemelli assume una valenza particolare perché c’è un unico attore che interpreta entrambi i fratelli. Di solito in casi come questi i due vengono per lo più inquadrati separatamente e solo ogni tanto insieme ma per scene quasi prive di interazione. La diversità di questo film consiste nell’essere stato disegnato apposta per la recitazione e dunque nell’aver creato una vera conversazione e interazione tra i due personaggi, che seppure appaiono insieme solamente in sei o sette scene, talvolta fanno

    dimenticare allo spettatore consapevole che si tratta dello stesso attore. Il merito è naturalmente dei dialoghi brillanti, divertenti e allo stesso tempo colti, così come di Edward Norton che ci fornisce una grande prova d’attore, riuscendo a catalizzare l’attenzione distinguendo i due ruoli in modo netto, sia a livello estetico e gestuale che recitativo (e in lingua originale questa è assolutamente inequivocabile).

    Differenziazione visiva che si ritrova anche nel montaggio che narra alternando in modo equilibrato le due esistenze; nella fotografia e nelle location utilizzate e che richiamano alla perfezione gli stili di vita così diversi dei due fratelli: composto, ordinato e lineare per il gemello “buonoâ€, professore di Filosofia classica all’Università del New England in contrasto a quello colorato, sciatto e povero per il gemello “cattivoâ€, spacciatore di droga dell’Oklahoma indebitato fino al collo.

    Tuttavia se inizialmente i due personaggi sembrano avere in comune solo la data di nascita e quindi

    per definizione sono “due semirette paralleleâ€, succederà che, seppure con l’inganno e iniziali resistenze da parte di Bill-gemello buono, si ritroveranno e come se fossero “fratelli in erbaâ€, riallacceranno un rapporto interrotto da anni dovuto alla ribellione di Bill che alle droghe e alla vita misera ha preferito lo studio e la carriera. Perché come in molte storie classiche le radici del conflitto vanno individuate nel passato. Infatti in Fratelli in erba la figura nodale è rappresentata dalla madre dei due che all’erba non è mai stata contraria. E’ lei la genitrice, è lei l’origine di tutto, della loro vita così come del conflitto familiare pluriennale, ma se un figlio ha sempre ruotato attorno a quel punto all’interno del(la) cerchio(a) familiare, mentre l’altro ha cercato di allontanarsene il più possibile, il caposaldo è senza dubbio lei e anche se involontariamente e inconsapevolmente, è grazie alla sua presenza che i

    pezzi del puzzle vengono ricomposti e Bill ritrova il suo senso di appartenenza a quella realtà.
    Perché dopo i conflitti emotivi e anche qualche scena di violenza fisica piuttosto sorprendente (e forse un po’ troppo splatter) e che per qualche minuto lascia presagire un finale di totale distruzione, non mancano la possibilità di riscatto, la vittoria del bene sul male e una pioggia purificatrice e catartica che rafforzano i concetti che il cerchio si è chiuso e che non si può avere il controllo totale della propria vita se si negano le proprie origini.

    Narrazione ben ritmata e musicata per un film ricco inoltre di riferimenti letterari e filosofici. Ovunque, in un preciso intreccio fra le due esistenze apparentemente distaccate dei due gemelli, ci sono allusioni a Catullo, Plauto, Sofocle, Saffo e molti altri ancora. Per non parlare della poesia di Walt Whitman, da cui il titolo originale del film Leaves of

    grass, che oltre a venire messa in bocca a Janet (Keri Russell), l’altra donna che entra nella vita di Bill, e che la usa come modo per dirgli che “lo vedeâ€, che lo percepisce più di chiunque altro e anche se lui è totalmente preso dagli eventi che gli stanno capitando, è rappresentata visivamente sotto forma di libro nell’ultima scena del film. Scena oltremodo funzionale perché racchiude in sé tutti gli elementi fondamentali della storia che inizialmente sembravano agli antipodi e in conflitto, ma che ora avvalorano ulteriormente il concetto di “cerchio (della vitaâ€) che si chiude.
    Il messaggio del film appare quindi chiaro: quando nella vita sembra che tutto vada per il meglio, che tutto sia prevedibile e gioioso, possono accadere cose inaspettate che ci colpiscono al punto tale da lasciare un segno tanto profondo che ci cambia.

    Commenti del regista

    Prologo: Un monologo oppure dialogo prima dell’entrata del coro, che introduce il soggetto comico o tragico.

    "Durante il periodo della mia crescita, mio fratello maggiore era una specie di leader, un idolo. Io lo guardavo con un po’ di soggezione, a volte con paura. Aveva i capelli molto lunghi, ascoltava musica alternativa e, alle scuole superiori, spesso faceva uso di sostanze illecite. Avendo cinque anni meno di lui, non osavo quanto lui anche se in molte cose ho seguito le sue orme. L'esasperazione della dicotomia fra noi due e la sensazione che io stessi vivendo la mia vita con troppa rigidità, sono stati lo spunto per 'FRATELLI IN ERBA'. Questo film in effetti, più che i ricordi, esplora il ritorno all’io di allora, quando la vita veniva vissuta in modo più profondo e le esperienze erano più ricche, non accompagnate da troppi timori.
    Secondo me, la maggior parte delle storie nelle quali ci imbattiamo – che siano romanzi, opere teatrali o cinema – sono sempre le stesse storie raccontate più e più volte, che cerchiamo costantemente di rendere attuali, di adeguare alla nostra generazione.
    La letteratura classica è piena di commedie che hanno a che fare con la figura dei gemelli; ad esempio 'I Menecmi di Plauto', un’opera teatrale greca di Menandro che ritroveremo poi in Shakespeare ne 'La Commedia degli equivoci'.
    Nel film, la metafora dei gemelli funziona in modo completamente diverso rispetto al teatro perché si ha un unico attore che interpreta entrambi i fratelli e, per quanto bravo possa essere nell’apparire diverso, il pubblico è consapevole che si tratta di un solo attore che sta interpretando due ruoli. Ne risulta una metafora irresistibile per il pubblico che viene rapito dagli atteggiamenti diversi che l’interprete assume e facendosi dunque correo nel meccanismo di raccontare le storie.
    'FRATELLI IN ERBA' è ricco inoltre di riferimenti classici, letterari e filosofici. Ovunque ci sono allusioni, non solo a Whitman (il titolo originale: 'LEAVES OF GRASS') ma anche alle opere di Shakespeare, Catullo, Plauto, Sofocle, Saffo e molti altri ancora. Si possono citare anche filosofi come Epicuro, Aristotele e Socrate. Mi piacerebbe che il pubblico riuscisse a pensare a questi filosofi come attuali, con idee che sono applicabili alla nostra vita quotidiana. Come Bill dice nella prima scena del film, 'Queste persone erano vive, hanno pensato queste cose e le hanno trasformate in fatti della vita'. Con un po’ di fortuna, abbiamo fatto proprio questo
    ".

    Commenti dei protagonisti:

    EDWARD NORTON (Bill Kincaid/Brady Kincaid e co-produttore con la sua recente società di produzione, la 'Class 5 Films'):

    "Quando il mio socio Bill ed io abbiamo cominciato a produrre film, avevamo in mente di promuovere registi e di aiutarli nei loro appassionanti progetti. Quando Tim (Blake Nelson) mi ha sottoposto questa sceneggiatura, era chiaro che lui era l’unico a poterlo dirigere. Era divertente, intelligente… una sfida. Provo più soddisfazione, sia come attore sia come produttore, a realizzare una storia che proviene dall’esperienza personale di qualcuno. Per me è il miglior modo di fare cinema e credo che questo film sia il target perfetto per Timâ€.

    RICHARD DREYFUSS (Pug Rothbaum, personaggio che richiama lo Shylock di Shakespeare):

    “Il trucco per interpretare il cattivo è di non ammiccare allo spettatore, come per dire ‘io non sono così’, cosa che fanno in molti. Parlando in termini metaforici, un vero attore ha un sacco sulle spalle e in quel sacco ci sono tutti, da Hitler a Gesù. Deve solo tirar fuori quello che gli serve, è tutto là dentro. Odio quando gli attori definiscono un ruolo ‘una sfida’. Per me recitare non è una sfida, è un divertimento. E’ come quando giocavo a guardie e ladri da bambino. Se riesci ad entrare nella parte non è ‘una sfida’ e io non cerco ‘sfide’, cerco le 'guardie e i ladri'".

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    Galleria Video:

    Fratelli in erba - trailer

    Fratelli in erba - trailer HD 1080p

    Fratelli in erba - trailer (versione originale) - Leaves of Grass

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