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    Home Page > Movies & DVD > The Town

    THE TOWN: BEN AFFLECK TORNA NEI PANNI DEL REGISTA DOPO IL POSITIVO ESORDIO DIETRO LA CINEPRESA CON 'GONE, BABY GONE' (2007), NON RINUNCIANDO AL RUOLO DI ATTORE. QUESTA VOLTA NE ESCE UN FILM SU RAPINATORI E POLIZIOTTI, AMICIZIA E TRADIMENTO, AMORE, SPERANZA E FUGA DA UN PASSATO CHE NON HA FUTURO

    67. Mostra del Cinema di Venezia (1-11 Settembre 2010) - FUORI CONCORSO - RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dall'8 OTTOBRE

    "E’ interessante, perché, da un lato l’aspetto esteriore del film è quello di un poliziesco, ma in realtà è la storia di un uomo che si trova incastrato in un luogo dal quale vorrebbe andar via per cambiare vita, e questo mi ha colpito molto. Parla delle radici, di come si cresce e di come i figli paghino le colpe dei genitori. Molti ci si possono identificare in questa storia, anche quelli di noi che non hanno mai avuto problemi di criminalità... Una sorta di porta girevole, gli uomini andavano in galera e le famiglie li seguivano, poi uscivano e rientravano, insomma intorno alla prigione si è sviluppata una comunità. Nel libro si ipotizza – e noi l’abbiamo messo nel film – che le rapine in banca siano diventate un’attività passata di padre in figlioâ€.
    Il regista, co-autore e attore Ben Affleck

    (The Town USA 2010; Thriller drammatico-romantico; 122'; Produz.: GK Films/Initial Entertainment Group (IEG)/Legendary Pictures/Warner Bros. Pictures; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)

    Locandina italiana The Town

    Rating by
    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: The Town

    Titolo in lingua originale: The Town

    Anno di produzione: 2010

    Anno di uscita: 2010

    Regia: Ben Affleck

    Sceneggiatura: Chuck Hogan

    Soggetto: The Town è tratto dal romanzo Prince of Thieves, di Chuck Hogan, che viene dal Massachusetts, e ha ambientato la storia a Charlestown per un motivo: il sobborgo di Boston ha prodotto più rapine in banca e a furgoni portavalori di ogni altro miglio quadrato nel mondo. Le radici di questa caratteristica risalgono forse a quando la zona divenne sede di un carcere di massima sicurezza.

    Cast: Ben Affleck (Doug MacRay)
    Chris Cooper (Mac)
    Rebecca Hall (Claire)
    Blake Lively (Krista)
    Jon Hamm (Agente Adam Frawley)
    Jeremy Renner (Jem)
    Pete Postlethwaite (Fergie)

    Musica: David Buckley e Harry Gregson-Williams

    Costumi: Susan Matheson

    Scenografia: Sharon Seymour

    Fotografia: Robert Elswit

    Montaggio: Dylan Tichenor

    Effetti Speciali: Allen Hall

    Makeup: Marleen Alter

    Casting: Lora Kennedy

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Storia di un triangolo amoroso tra una banchiera, un ladro professionista (Ben Affleck) che svaligia la banca e un agente dell'FBI che indaga sull'accaduto. Il ladro perde il pelo ma non il vizio ed una volta scampato all'arresto, organizza la rapina successiva nel leggendario stadio di Boston, Fenway Park.

    IN DETTAGLIO:

    Ogni anno a Boston ci sono più di 300 rapine in banca e la maggior parte dei professionisti vive in un quartiere di un miglio quadrato chiamato Charlestown.
    Uno di loro è Doug MacCray (Ben Affleck), ma è diverso da tutti gli altri ladri, ha avuto un’occasione per evitare di seguire il percorso criminale di suo padre, ma poi è diventato il capo di una banda di rapinatori spietati, che si vantano di prendere quello che vogliono e di uscirne sempre puliti. Sono loro l’unica famiglia di Doug, e Jem (Jeremy Renner), malgrado il carattere duro e suscettibile, è quasi un fratello.
    Le cose però sono cambiate dall’ultima rapina, quando Jem ha preso per breve tempo un ostaggio, la dirigente di banca Claire Keesey (Rebecca Hall). Hanno scoperto che anche lei vive a Charlestown e Jem è nervoso e vuole scoprire cosa possa aver visto o capito. Sapendo bene di cosa è capace Jem, Doug decide di occuparsi di lei e di conoscerla. Claire non sa che il loro incontro non è casuale o che l’affascinante sconosciuto è uno degli uomini che l’hanno terrorizzata solo qualche giorno prima.
    Il rapporto con Claire diventa una storia d’amore fino al punto di far decidere a Doug di lasciare quella vita e la città, ma con i Federali guidati dall’agente Frawley (Jon Hamm) sulle sue tracce e Jem che mette in dubbio la sua lealtà, capisce che non sarà facile e che potrebbe mettere Claire in serio pericolo. Ha solo una scelta davanti a sé: tradire gli amici o perdere la donna che ama.

    Dal >Press-Book< di The Town

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    BEN AFFLECK HA TRACCIATO UNA STORIA CON UN SUO NUOVO ‘POINT BREAK’ APPUNTATO SU PERSONAGGI TIPO SELEZIONATI TRA I RAPINATORI DI BANCHE CONCENTRATI NEL QUARTIERE DI UN MIGLIO QUADRATO A BOSTON. IL LUOGO DI UNA CRIMINALITA’ RADICATA IN MOLTE FAMIGLIE PER TRADIZIONE NEL SEGNO DI UNA ‘PROFESSIONE’ DA TRAMANDARSI DI PADRE IN FIGLIO. MA ANCHE IL LUOGO DELLE PROPRIE ORIGINI, DEI LEGAMI AFFETTIVI E ‘CONTRATTUALI’ DA CUI PUO’ DIVENTARE REALMENTE DIFFICILE DISTACCARSI, TAGLIARE I PONTI PER RICOMINCIARE.

    Ben Affleck sa bene quanto sia battuto dalla cinematografia degli anni Trenta ad oggi il prisma delle gang di quartiere e non, nel segno dell’eterna lotta tra rapinatori e poliziotti. Per tornare sull’argomento ha scelto una base di riferimento indubbiamente solida come The Town-Il principe di ladri di Chuck Hogan. Così si è sentito pronto a dire la sua sul tema, intessendo la sua seconda storia in celluloide - dopo Gone Baby Gone,

    pur sempre ambientata a Boston - di interessanti risvolti umani e, di conseguenza, di introspezione, legati ad un’azione inevitabile e nei termini che ben conosciamo. Ma Ben Affleck sa bene che si tratta di scenari a noi già familiari e con raffinata ironia filtra questa sua consapevolezza dal setaccio di una sceneggiatura accuratamente ben scritta. Consapevolezza che per l’appunto mette in bocca al suo personaggio, il capo banda Doug McCray, in una circostanza particolare in cui egli si vede costretto a coprire la sua diretta conoscenza sul campo in materia di criminalità, con il fatto di guardare tanta TV, citando espressamente le popolarissime - e non soltanto negli States - serie di CSI: Miami, CSI: New York, e Bones.

    Ma Affleck guarda al suo personaggio tenendo ben presente anche la meta cui è destinato, attraversando un percorso 'accidentato' in maniera analoga a quello di molti altri personaggi incastonati nel prisma della

    criminalità da rapina a mano armata (specializzazione di cui Boston sembra peraltro detenere un non certo irrilevante primato con ben 300 rapine in banca all’anno, messe a segno da ladri ‘professionisti’ legati proprio a quel miglio quadrato focalizzato nel film). Percorso che lo porterà dritto verso un ‘punto di rottura’ all’interno di una dinamica di vita diventata routinaria e in qualche modo accettabile in seno al crimine e a una gang che ha finito per essere l’unica sua ‘famiglia’, almeno finchè sopraggiunte circostanze e un incontro iniziato come scontro non riuscirà a far pressione su un'incrinatura interiore, rimettendo in discussione affetti e legami passati, presenti e futuri, imponendogli scelte difficili e non senza un prezzo da pagare.

    Un ‘punto di rottura’ che sembrerebbe parafrasare, più o meno consapevolmente, il Point Break di Katrhyn Bigelow, e non solo per il motivo di ritorno della maschera (in Point Break di noti ex

    Presidenti, in The Town di scheletrici volti di morte prima e di suore poi). Affleck offre così il suo ‘punto di rottura’ insinuando gradualmente nel personaggio di Doug - facendosi sottilmente strada tra le battute piste di antesignane icone in celluloide - i drammatici scorci di un trascorso familiare tutt’altro che facile.

    E come con Essential Killing Jerzy Skolimowski aveva mostrato un tipo di lotta per la sopravvivenza nella necessità di uccidere in situazioni estreme, qui per altri versi Affleck sembra, ma solo una volta raggiunto quel ‘punto di rottura’, fare da cassa di risonanza. Entrando nelle minimaliste dinamiche di una malavita che in quel preciso luogo si eleva a professione da tramandarsi di padre in figlio - per sua stessa ammissione in maniera affine alla piovra di stampo mafioso (Gomorra) - Affleck dimostra, come in una sorta di equazione, che non è poi così facile voltar pagina e cambiar

    vita, neppure con tutte le migliori intenzioni alimentate da un improbabile amore (qui incarnato dalla direttrice di banca Claire interpretata con spiccato trasporto da Rebecca Hall). E comunque non senza sporcarsi le mani. Del resto non è mai facile, anzi, si direbbe per lo più è impossibile, perché imboccate certe strade ed interrelazioni la perdita di libertà personale diventa una logica conseguenza. E dunque anche questa non è una novità.
    Ma la confezione del film è poi alla fin dei conti godibile e, malgrado le non originalissime varianti sul tema, in questa eterna caccia al gatto e topo tra rapinatori e poliziotti, i tafferugli con il solito groviglio di autoveicoli mandati al macero - ma questo rientra nel budget di produzione – Affleck trova in qualche modo una cifra sua propria.

    Dispiace anche per la partecipazione di Chris Cooper, qui nelle vesti del traumatizzato padre di Doug, ridotta ad un

    cameo, che lascia comunque ugualmente il segno. La sequenza del colloquio tra padre e figlio in carcere è difatti di quelle che non si dimenticano facilmente: in poche battute entrambi tratteggiano, corpo e anima, uno scorcio di vita che si potrebbe quasi definire la radice del tutto o quasi. Notevole, dunque, il lato delle dinamiche introspettive anche se Affleck non affonda più di tanto la sua escavazione, mai pronunciatamente viscerale, ma sufficiente a coinvolgere quanto basta entro i microcosmi di ognuno dei personaggi. Affleck non sceglie la pittura per ogni suo ritratto ma decide di concedere solo un tratteggio per uno sguardo persino affettuoso verso il suo personaggio e quel puzzle umano che inizia a presentarci tramite una voce fuori campo che ha tutto il sapore della riflessione postuma, a freddo, di uno spaccato di vita personale. Aggiungendo pian piano una tessera dopo l’altra saremo così portati a comprendere l’uomo

    più che a giudicare il criminale. Criminale che d’altra parte preferisce pagare tutto il prezzo che c’è da pagare per riscattare una seconda chance.

    Links:

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