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SIMON KONIANSKI: UN LITTLE MISS SUNSHINE IN VERSIONE YIDDISH
Dal IV. Festival Internazionale del Film di Roma
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - Dal 9 APRILE
"La sequenza in cui Simon e suo figlio visitano Majdanek è senza dubbio la più complessa e delicata di tutto il film. Il punto di partenza che mi ha spinto a includere la scena nel film è un aneddoto. Avevo 15 anni quando ho partecipato a un viaggio della memoria in Polonia. Abbiamo visitato Auschwitz, Majdanek, Treblinka, Sobibor, Belzek. Credo che ci trovassimo a Majdanek quando un sopravvissuto ci ha raccontato, quasi ridendo, che è stato nascondendosi nei gabinetti (dove è rimasto per tre giorni) che è sopravvissuto alla liquidazione del campo fino all'arrivo dei Russi. Il modo in cui l'uomo ha raccontato la sua storia, mi ha profondamente colpito. Come poteva ridere di simili cose? Ho poi compreso che il suo ridere era un inno di vittoria sulla morte, un ridere pieno di vita, una beffa alla macchina nazista, significava: 'eccomi, sono vivo e circondato da bambini superstiti, il vostro piano è fallito'. In fondo a questo luogo di morte, c'è la vita".
Il regista Micha Wald
(Simon Konianski BELGIO/FRANCIA/CANADA 2009; commedia; 100'; Produz.: Versus Production/Haut et Court/Forum Films/Radio Télévision Belge Francophone (RTBF), con la partecipaz. della Regione della Vallonia/Eurimages/TPS Star/CinéCinéma/Téléfilm Canada/Crédit d’impôt cinéma et télévision/Credito d’imposta per la produzione cinematografica o magnetoscopica canadese, con il sostegno di Tax Shelter ING Invest di Tax Shelter Productions/Tax Shelter.be/Casa Kafka Pictures/Inver Invest e della Tax Shelter del governo federale belga, con il supporto del Programma MEDIA della Comunità Europea, in associaz. con Sofica Soficinéma 4/Banque Populaire Images 9 e con la partecipaz. finanziaria della Società di sviluppo delle imprese culturali del Québec (SODEC); Distribuz.: Fandango Distribuzione)
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Titolo in italiano: Simon Konianski
Titolo in lingua originale:
Simon Konianski
Anno di produzione:
2009
Anno di uscita:
2010
Regia: Micha Wald
Sceneggiatura:
Micha Wald
Cast: Jonathan Zaccaï (Simon ) Popeck (Ernest) Abraham Leber (Maurice ) Irène Herz (Mala) Nassim Ben Abdelmoumen (Hadrien) Marta Domingo (Corazon) Ivan Fox (Jorge)
Costumi: Nadia Chmilevsky
Scenografia: Anna Falguères
Fotografia: Jean-Paul De Zaeytijd
Montaggio: Susana Rossberg
Effetti Speciali: Jean-François Bachand (supervisore)
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
La famiglia Konianski: Simon, 35 anni, eterno adolescente, è stato da poco lasciato dalla donna della sua vita, una danzatrice goy. Ernest, suo padre è costretto ad ospitarlo temporaneamente. Hadrien, figlio di Simon, è appassionato dei terribili ricordi del nonno Ernest, ex-deportato. E poi Maurice, l'anziano zio paranoico, e la zia Mala dalla parlantina facile. Con la scomparsa di Ernest, il gruppo s’imbarca in un viaggio non privo di sorprese.
Commento critico (a cura di SONIA CINCINELLI)
Simon Koniansky, film di Micha Wald, che esce in questi giorni in Italia grazie alla distribuzione di Fandango, è la storia rocambolesca di Simon Koniansky un ragazzo come tanti altri, rimasto eterno adolescente, mollato dalla madre di suo figlio, una bella danzatrice goy, il vecchio e malato padre Ernest è disposto ad ospitarlo temporaneamente.
Il film comprende personaggi macchietta, che fanno la differenza, come Maurice, l’anziano zio paranoico e la zia Mala logorroica.
Dopo la scomparsa di Ernest (Popek, lo straordinario mimo e attore francese) il gruppo si imbarca in un viaggio alla Little miss Sunshine (2006).
Un'esilarante commedia dolceamara con tante gag divertenti grazie a caratteristi come Abram Leber che interpreta lo zio.
Il film illustra molto bene gli stereotipi ebraici e da li fa leva per le scene più divertenti.
Il regista si misura con un argomento complesso come l’olocausto, che pochi sono riusciti a rendere sul grande schermo, e ne esce vincente. |
Il tema viene trattato con leggerezza, spostando l’attenzione dall’universale al particolare, in un 'road movie' tutto Yiddish.
IL regista afferma: "Pur essendo opera di fantasia, il mio film attinge a tantissimi ricordi personali; inoltre, come il grande Woody Allen, sono anch’io paranoico rispetto alle malattie, ho mille fobie e ossessioni, ricorro alla cultura Yiddish come ad un mantra personale".
Nel film vengono usate delle modalità occidentali per raccontare questa storia a tratti irriverente dove fa contrasto il desiderio di libertà cercato nel viaggio alla ricerca delle proprie radici, con il desiderio di conservazione del protagonista. Ma il viaggio qui si pone anche come strumento di conoscienza e formazione per Simon e il suo piccolo figlio. Il film è stato in mostra alla Festa Internazionale di Roma nella sezione l’Altro Cinema Extra e reduce dal successo in patria, si è rivelato una sorpresa anche nelle giornate festivaliere romane.
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Links:
Galleria Fotografica:
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Simon Konianski - trailer.flv
Simon Konianski - trailer (versione originale).flv
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