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    Home Page > Movies & DVD > Il mio amico Eric

    IL MIO AMICO ERIC: L'OMAGGIO DI KEN LOACH AD ERIC CANTONA, UNO DEI SIMBOLI DEL CALCIO ANNI NOVANTA DEL MANCHESTER UNITED MA ANCHE DEL CALCIO MONDIALE

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’
    Dal 62. Festival del Cinema di CANNES
    Dal 4 DICEMBRE

    "I personaggi più maturi hanno un passato ricco di esperienze, e mi ha sempre attratto la possibilità di scrivere una storia che guardasse tanto al passato quanto al futuro. Il passato non ci cancella, e continua ad agire sulle nostre vite. E così, hanno cominciato a venirmi in mente una serie di domande e di idee contraddittorie, che insieme formavano un’unica grande matassa ingarbugliata. Mi sono ritrovato a pensare a come affrontiamo i momenti di svolta nella nostra vita; a come certe persone lascino un’impronta indelebile dentro di noi, e a quali di loro ricorderemo in punto di morte. Ho cominciato a pensare al tempismo di certi eventi, a quello che siamo nel momento in cui incontriamo un’altra persona. Gli errori passati possono continuare a tormentarci − il dolore e la colpa possono alimentarsi a vicenda in un circolo vizioso che rischia di gettare un’ombra sul presente. Ho pensato al dono meraviglioso della memoria, che può riaccendere una fiamma di trent’anni prima e farla bruciare con la stessa intensità di allora. Mi sono chiesto cos’è che ci blocca e cos’è che ci fa cambiare, e perché sia tanto difficile capirsi. Cos’è che non sappiamo, e cosa è semplicemente troppo doloroso da affrontare? Mi sono interrogato sulla nostra capacità di perdonare, non solo l’altro ma noi stessi".
    Lo sceneggiatore Paul Laverty

    "È un film che parla di amicizia e del prendere atto di quello che sei. È un film contro l’individualismo: siamo più forti insieme che da soli. In fondo, parla della solidarietà che nasce fra amici – tra i tifosi di una stessa squadra di calcio, ma anche tra colleghi di lavoro. Può sembrare una cosa scontata, eppure non è un’idea così popolare di questi tempi. Per lo meno da una trentina d’anni a questa parte, da quando abbiamo smesso di essere compagni di viaggio e siamo diventati tutti concorrenti in competizione gli uni con gli altri".
    Il regista Ken Loach

    (Looking for Eric REGNO UNITO/FRANCIA/ITALIA/BELGIO 2009; drammatico sportivo; 116'; Produz.: BIM/Canto Bros./Les Films du Fleuve/Sixteen Films/Why Not Productions; Distribuz.: BIM)

    Locandina italiana Il mio amico Eric

    Rating by
    Celluloid Portraits:



    (See Flash Review by Derek Elley, "www.variety.com", here - Voice: 'Il giudizio della critica' - 'International Press')

    Titolo in italiano: Il mio amico Eric

    Titolo in lingua originale: Looking for Eric

    Anno di produzione: 2009

    Anno di uscita: 2009

    Regia: Ken Loach

    Sceneggiatura: Paul Laverty

    Cast: Steve Evets (Eric Bishop)
    Eric Cantona (Eric)
    Stephanie Bishop (Lily)
    Gerald Keams (Ryan)
    Stefan Gumbs (Jess)
    Lucy-jo Hudson (Sam)
    Cole Williams (Daisy)
    Matthew McNulty (il giovane Eric)
    Laura Ainsworth (la giovane Lily)
    Max Beesley (il padre di Eric)
    Kelly Bowland (la ragazza di Ryan)
    Julie Brown (infermiera)

    Musica: George Fenton

    Costumi: Sarah Ryan

    Scenografia: Fergus Clegg

    Fotografia: Barry Ackroyd

    Montaggio: Jonathan Morris

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Eric Bishop (Steve Evets) fa il postino ed ha una grande passione: il calcio. In un momento di profonda depressione - la moglie lo ha lasciato e gli amici non sanno più a che Santo votarsi per tirarlo su di morale - decide di affidarsi ai consigli spirituali di un ex controverso mito del campionato inglese: Eric Cantona. Riuscirà l'istrionico The King a rimettere sulla giusta strada il triste postino?

    IN DETTAGLIO:

    Eric Bishop è a pezzi. Dopo un grave incidente d’auto fatica a riprendersi. I suoi colleghi all’ufficio postale sono preoccupati per lui. Non lo hanno mai visto così: depresso, distratto sul lavoro, uno straccio. A sconvolgerlo è stato l’incontro con la sua prima moglie, Lily. Eric si è offerto di tenere la bambina di sua figlia Sam, che deve studiare per gli esami al college. Così, dopo tanto tempo, ha avuto modo di rivedere Lily, la sua prima moglie, madre di Sam. Circa trent’anni prima si erano innamorati follemente, e Lily era rimasta incinta. Eric aveva deciso di restarle accanto e mettere su famiglia. Ma poi, schiacciato dal peso delle responsabilità, era scappato abbandonando lei e la piccola. Il primo di una lunga serie di attacchi di panico, come quello che ha provocato l’incidente di cui è appena rimasto vittima: la sua auto si è schiantata contro una giostra. Dopo Lily, Eric si è risposato. La sua nuova moglie, Chrissie, gli ha portato in casa due figli avuti da relazioni diverse, e poco dopo se n’è andata, lasciandoli da lui. Eric ha giurato di prendersi cura dei ragazzi, Ryan e Jess, e tutto è filato liscio finché sono stati piccoli. Ma ora sono adolescenti e trattano Eric senza alcun rispetto, ignorandolo completamente. La casa è un porcile. Eric fa lo sguattero. Meatballs, il sedicente capo dei postini, decide di fare qualcosa. Lettore accanito nel tempo libero, corre in biblioteca a consultare la sezione dei manuali di auto-aiuto. Dopodiché, insieme ai colleghi va dritto a casa di Eric, alla periferia di Manchester, per aiutarlo a ritrovare la fiducia in se stesso. Paul McKenna, uno dei postini, è convinto che Eric abbia prima di tutto bisogno di un esempio da seguire, qualcuno a cui chiedere: “Cosa faresti al mio posto?†Tutti i suoi amici sono vecchi tifosi del Manchester United, anche se alcuni hanno cominciato a seguire l’FC United. Non Eric. Il suo idolo è sempre stato l’uomo che ha fatto del calcio un’arte: Eric Cantona. Dopo che gli amici se ne sono andati, Eric si accende uno spinello e si mette a parlare con il poster a grandezza naturale di Cantona. Cosa farebbe “il re†con Lily, i ragazzi e tutto il resto? Sarà l’effetto dell’erba, ma nella stanza appare Cantona in carne e ossa, che comincia a dispensargli le sue perle di saggezza. Con Cantona al suo fianco, o per lo meno nella sua testa, Eric trova il coraggio di vedere Lily, e nel giro di alcune settimane è già sulla buona strada per ricostruire un rapporto con lei. Ma il figlio più grande di Eric, Ryan, si sta mettendo nei guai con Zac, un malvivente locale da cui è manovrato. E proprio quando sembra che con Lily le cose si mettano bene, Eric è costretto a mentirle per proteggere Ryan. Quel po’ di fiducia che l’exmoglie aveva ritrovato in lui va in fumo. Eric si ritrova solo e pieno di vergogna. Ora deve convincere Zac a lasciare in pace Ryan, e Lily a credere di nuovo in lui. Ma Cantona lo mette in guardia: potrà riuscirci solo fidandosi dei suoi amici e chiedendo aiuto a loro. Così, Meatballs e i ragazzi architettano un piano per dare una lezione a Zac: l’Operazione Cantona.

    Dal >Press-Book< de Il mio amico Eric

    Commento critico (a cura di ENRICA MANES)

    Ken Loach attinge dal suo repertorio più classico di denuncia e di dramma sociale, ma questa volta sceglie la chiave irridente tipica di certo cinema inglese di nicchia capace di mettere insieme temi di denuncia e humor disincantato che muove verso un lieto fine insperato e dagli accenti vagamente fantasiosi alla maniera di Lucky Break e Full Monty.
    Da un soggetto e dall’idea di una mente senza dubbio inusuale come quella del genio sregolato di un campione come Eric Cantona, nasce il connubio tra sceneggiatore (Paul Laverty), produttrice (Rebecca O’Brien) e lo stesso regista Ken Loach che porta alla scrittura di una storia ironica e capace al tempo stesso di far riflettere su tematiche sociali attualissime quali bande giovanili e la desolazione di famiglie disgregate e lavoratori alienati.
    Ed è così che la vita di Eric Bishop, un uomo intelligente con il solo difetto di non aver mai creduto in se

    stesso, cambia nettamente quando in uno dei momenti di sconforto e fallimento più totale vede materializzarsi la figura guida dell’idolo Eric Cantona.
    Due Eric che per ironia della sorte si ritrovano faccia a faccia come davanti ad uno specchio che svela tutti i risvolti di una vita quotidiana e di un calcio fatti non solo di spettacolo e palcoscenico ma anche di tutto ciò che la celebrità comporta, ciò che da e che toglie e che alla fine lascia tutti semplicemente umani.
    E in una società dove spesso l’ordine è sovvertito a sfavore dei più piccoli, ancora una volta, è l’unione a fare la forza.
    E’ lo stesso Cantona che suggerisce ad Eric di fidarsi della squadra proprio nel momento di difficoltà; sembrerebbe pura utopia invece è il gruppo che riesce, con una rocambolesca rivincita, a far pagare pegno ai “cattivi†di turno, salvando amicizie, lavoro, reputazione e famiglia.
    Grazie ad un cast

    brillante e dal tipico realismo, Il mio amico Eric, senza pretesti e senza retorica gratuita e popolaroccia, è un po’ storia d’amore e un po’ di amicizia, un po’ farmaco per le insicurezze, e, in un mondo in cui i valori spesso vanno alla deriva insieme agli umori nostri e di chi ci sta intorno, anche fiducia in se stessi, nell’amicizia e nella solidarietà che nasce quando meno ci si aspetta un serio appoggio dagli altri e in cui i “miti†giocano spesso un ruolo fondante.

    Links:

    • Ken Loach (Regista)

    • IL MIO AMICO ERIC - INTERVISTA al regista KEN LOACH (Interviste)

    1

    Galleria Video:

    Il mio amico Eric - trailer.flv

    Il giudizio della critica

    The Best of Review

    International Press

    DEREK ELLEY, "www.variety.com":

    "No prior knowledge of either English soccer or one of its greatest stars of the '90s, French-born Eric Cantona, is necessary to go 'Looking for Eric'. But helmer Ken Loach and writer Paul Laverty's ninth feature together is a curious hybrid: Three movies -- boilerplate, socially aware Loach; personal fantasy; romantic comedy -- wrap around a central core of a hopeless soccer fanatic who's given a second chance to sort out his life. As in many of Laverty's scripts, problems of overall tone and character development aren't solved by Loach's easygoing direction, though when it works, 'Eric' has many incidental pleasures.

    Italian Press

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