LA RIVOLTA DELLE EX: MATTHEW MCCONAUGHEY PALYBOY ALLE PRESE CON I FANTASMI DELLE EX FIDANZATE. A FARGLI DA GUIDA C'E' LO ZIO MICHAEL DOUGLAS, UN ALTRO PLAY BOY UN PO' PIU' ATTEMPATO E DUNQUE BEN NAVIGATO SUL TEMA

È una costante che quando il cinema è a corto di idee prende un bel libro e ne fa un adattamento. Quando poi lo scrittore è niente di meno che Charles Dickens è necessario, però, trovare una soluzione narrativa per poter far sembrare un’operazione di riciclaggio qualcosa di originale e far sì che una millesima versione di Canto di Natale non appaia semplicemente tale. Di certo, poi, una grigia storia di solitudine umana ottocentesca, per quanto con un finale consolatorio, non conduce masse di gente nelle sale dei multiplex. Ma basta spostare l’azione dalla fredda Inghilterra ad un’America alto-borghese e cool da copertina patinata, rendere Scrooge un impenitente fotografo di bell’aspetto e donnaiolo che non vuole mettere la testa posto, invece che un taccagno amante dei suoi soldi, prendere un paio di star conosciute come Matthew McConaughey e Jennifer Garner per interpretarlo per farne una commedia da blockbuster. A riscrivere

la situazione Jon Lucas e Scott Moore, un duo vincente di successi da botteghino come Tutti insieme inevitabilmente e l’appena uscito Una notte da leoni. A dirigere il traffico in maniera composta, ma senza guizzi, il Mark Waters de La casa del si, Quel pazzo venerdì, Mean Girls, Se solo fosse vero e Spiderwick- Le cronache.

I fantasmi dei Natali passati diventano i fantasmi delle ragazze passate (come cita lo stesso titolo originale), il vecchio socio morto solo e abbandonato diventa qui uno zio dongiovanni (interpretato da un Michael Douglas che fa una triste parodia di se stesso e delle sue maschere recitative) morto solo come un cane perché se l’è spassata in vita, Scrooge diventa Connor Mead capace di andare dietro a qualsiasi “gonnella” che respira e di creare caos nei giorni precedenti il matrimonio del fratello minore, al contrario suo buono e bravo e capace di aprirsi all’amore

per gli altri e per la donna che ama e vuole sposare. Il tutto per scoprire che quella di Connor è una corazza imbastita per fronteggiare il dolore per la morte dei genitori quando era bambino e per non aver avuto la donna dei suoi sogni che nel profondo di sé ama da sempre e che è stata, in un modo o nell’altro, sempre lì accanto a lui da quando era bambino pur avendo con lei rovinato tutto più di una volta. Una di quelle solite commedie americane dove sullo sfondo c’è un matrimonio laccatissimo da festeggiare. Senza alcuna pretesa, un po’ misogina e un po’ antimaschilista, La rivolta delle ex non brilla per originalità, non brilla per la scrittura o per la regia o per la recitazione di attori impomatati e inamidati esteriormente e interiormente. Tutto rimane nei canoni standard di questa tipologia di operazione, che, in fondo, non

è così deleteria come può apparire e si vede volentieri come scacciapensieri se ci si approccia ad una serata da passare in maniera rilassata e non si vuole impegnare il cervello in qualcosa di più consistente. Se ci si approccia invece con propositi più alti è meglio cambiare strada. Fanno da spalla, oltre a Michael Douglas, sua “moglie” in Attrazione fatale, Anne Archer, il Robert Forster di Jackie Brown, e i giovani Breckin Meyer e Lacey Chabert, molto noti sul piccolo schermo statunitense.