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    SOLO UN PADRE: LUCA ARGENTERO 'RAGAZZO PADRE' PER IL REGISTA LUCA LUCINI IN UNA STORIA UMANAMENTE MOLTO SINCERA, TRA DRAMMA E COMMEDIA

    "Questo per me è un film nuovo e, per certi versi, molto più complesso rispetto a quelli che ho fatto finora. Tutta la storia ruota attorno a Carlo, un medico di circa trentacinque anni, che si ritrova all‟improvviso ad essere un 'ragazzo padre'. Questa condizione lo spinge a chiudersi in una sorta di pelle perfetta, per citare il romanzo da cui è tratta la storia, con cui filtrare il mondo esterno. Sarà solo grazie al rapporto speciale con sua figlia Sofia e soprattutto all‟incontro con una ragazza, Camille, che Carlo inizierà lentamente a togliersi di dosso questa pelle e a tornare a vivere".
    Il regista Luca Lucini

    (Solo un padre ITALIA 2008; Commedia drammatica; 93'; Produz.: Cattleya e Warner Bros. Pictures; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)

    Locandina italiana Solo un padre

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Solo un padre

    Titolo in lingua originale: Solo un padre

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2008

    Regia: Luca Lucini

    Sceneggiatura: Giulia Calenda e Maddalena Ravagli

    Soggetto: Tratto dal romanzo Perfect Skin di Nick Earls(Le avventure semiserie di un ragazzo padre, edito da Sonzogno).

    Cast: Luca Argentero (Carlo)
    Diane Fleri (Camille)
    Fabio Troiano (Giorgio)
    Anna Foglietta (Caterina)
    Sara D'Amaro (Eleonora)
    Alessandro Sampaoli (Oscar)
    Michela e Fabiana Gatto (Sofia)
    Claudia Pandolfi (Melissa)
    Francesca Vettori (Silvia)
    Gianni Bissaca (Padre di Carlo)
    Elisabetta De Palo (Madre di Carlo)

    Musica: Fabrizio Campanelli (colonna sonora)

    Costumi: Sabina Amelia Maglia

    Scenografia: Marco Belluzzi

    Fotografia: Manfredo Archinto

    Scheda film aggiornata al: 25 Novembre 2012

    Sinossi:

    La vita di Carlo (Luca Argentero), dermatologo trentenne, è sempre stata perfetta: genitori premurosi, una carriera avviata, buoni amici. Un‟esistenza “regolare†la sua, quasi ovattata, con poco spazio per i sentimenti. Ma un evento improvviso la sconvolgerà e Carlo si troverà solo ad accudire sua figlia Sofia, una bimba di dieci mesi capace di assorbire tutte le sue energie fisiche e mentali e di far vacillare ogni sua certezza. Per questo ragazzo padre – inesperto e apprensivo – non sembra esserci spazio per nient‟altro. Almeno fino a quando non incontrerà Camille (Diane Fleri), una giovane ricercatrice francese. Di fronte alla sua solarità e ai suoi modi appassionati e incerti, Carlo si sentirà rinascere. E, a poco a poco, comincerà anche a capire il senso profondo dell‟essere padre.

    Dal >Press-Book< di Solo un padre

    Commento critico (a cura di ERMINIO FISCHETTI)

    Un trentenne dermatologo resta solo ed è costretto suo malgrado a prendersi cura della figlia Sofia (soprannominata Fagiolino) appena nata. Il ruolo di padre è per lui una cosa da coltivare ogni giorno e ancora astratta con la quale deve fare i conti. Intorno a lui i suoi amici, mamma, papà e una nuova amica, Camille, incontrata durante l’abituale corsa mattutina, che saprà ricondurlo alla vita.

    Solo un padre si avvale dei tipici manierismi del caso per descrivere il passaggio negli abissi depressivi di Carlo cadendo facilmente e volutamente in toni ricattatori e giustificatori per lo spettatore per quanto riguarda le sue scelte di vita: ossia voltare pagina e coronare il sogno d’amore per Camille. Inoltre è girato sulla base di stilemi pubblicitari (la scena sulla spiaggia ne rappresenta il punto massimale). Non a caso il film sembra più un montaggio di una serie di messaggi di grandi marche, inseriti

    casualmente qua e là (quel fenomeno che negli USA viene chiamato “product placementâ€), presenti praticamente in quasi tutte le scene del film. È giusto fare riferimenti a prodotti reali perché in tal modo si dà credibilità e contemporaneamente si aiuta a finanziare il film, ma non in ogni singola scena, perché in tal caso diventa fortemente irritante e distrae lo spettatore intento a seguire la storia.

    Insomma, tutto è focalizzato sul passeggino, la culla e i giocattoli adatti per la crescita, lo specifico pacchetto Internet, la specifica auto, l’alcolico, il medicinale ecc. ecc. In pratica, gli spettatori pagheranno un biglietto per vedere quello che già si sorbiscono a casa in maniera più efficace sul piccolo schermo tra un programma e l’altro. Come se non bastasse, ad infierire c’è un cast di contorno assolutamente spaesato che si deve arrabattare in una sceneggiatura fatta di macchiette assolutamente irrecuperabili, in particolare il personaggio di

    Caterina, una donna nevrotica che banalizza tutti i comportamenti maschili e offende la categoria femminile. Il dramma è inframmezzato da scene comiche assolutamente di cattivo gusto che descrivono il rapporto di quest’ultimo con la donna in questione.

    Tratto dal romanzo australiano Le avventure semiserie di un ragazzo padre di Nick Earls, Solo un padre è un film a dir poco mediocre che si affida a tutti i cliché drammatici della perdita e della sconfitta per raccontare la storia di un uomo rimasto solo nel momento più importante che dovrebbe dividere con l’altra persona quando si è deciso di avere un figlio insieme: la sua nascita e le relative conseguenze. Lucini ha già portato al top del box office Riccardo Scamarcio nel mocciano Tre metri sopra il cielo e stavolta ci prova con il nuovo divo Luca Argentero passando, così, dal trend adolescenziale a quello dei trentenni, che da L’ultimo

    bacio in poi ha praticamente inondato il cinema italiano con problemi e vicende che difficilmente rispecchiano la società contemporanea di quella fascia d’età. La popolazione italiana è una delle più vecchie del mondo quanto ad età anagrafica, ma al cinema questo non trapela perché è ormai soltanto quella ricca nata intorno agli anni Settanta ad essere portata sotto l’occhio della macchina da presa. Quella generazione, però, non si rispecchia in quello che vede perché molto lontana dalle situazioni descritte, senza dimenticare che mai vengono raccontate vicende di personaggi appartenenti a diversi status sociali, bensì solo quelle di persone medio-alto borghesi della regione Piemonte e del nord Italia. Infatti, da quando la Torino Film Commission contribuisce a finanziare film girati lì attorno, possiamo apprezzare sfondi patinati di una città, come il capoluogo piemontese, divenuto quasi irreale, dove sembra che l’ombra della Fiat e della società operaia non sia mai esistita, mentre

    poi al Sud si continuano a girare solo lavori sulla mafia e lo spaccio di droga perché sembra non esistere altro (Ah! Ci sarebbe di che riaprire un nuovo dibattito sulla questione della nostra controversa unità italiana!). Questa è diventata ormai l’Italia del cinema nostrano medio. Si, esatto, ‘medio’, perché per quanto possa essere terribile in tutta la sua produzione, la pellicola di Lucini si incasella perfettamente nel nostro panorama, esclusi casi particolari, si intende.

    Links:

    • Luca Argentero

    • Claudia Pandolfi

    • Diane Fleri

    • Anna Foglietta

    1

    Galleria Video:

    Solo un padre.mov

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