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    Home Page > Movies & DVD > Il papa' di Giovanna

    IL PAPA' DI GIOVANNA: PUPI AVATI INDAGA NELLE PIEGHE PIU' INTIME DEGLI AFFETTI FAMILIARI SUL FILO DI UNA TRAGEDIA. CON SILVIO ORLANDO AL TIMONE ATTORIALE

    VI. Festival Internazionale del Film di Roma (27 Ottobre-4 Novembre 2011 - Rassegna 'Decamerone Italiano' - Dalla 65. Mostra del Cinema di Venezia - Coppa Volpi a SILVIO ORLANDO

    “Da qualche tempo ho messo in atto una riflessione sulla figura paterna avvertendo che nel corso degli ultimi anni si è andata via via sempre più sbiadendo. Già con ‘La cena per farli conoscere’ avevo anticipato questa mia propensione, questa mia curiosità, facendo di un padre distratto nei riguardi di tre figlie generate con altrettante madri diverse il protagonista di quella storia. Oggi ho incentrato la mia attenzione su quella ‘corsia preferenziale’ che intercorre fra una figlia e il di lei padre. Rapporto strettissimo, di grande complicità, che ho sperimentato sulla mia pelle nella mia esperienza di padre… A motivare il succedersi degli eventi è il senso di responsabilità che questo padre, interpretato da Silvio Orlando, avverte nei riguardi dell’infelicità di sua figlia Giovanna, infelicità che può quotidianamente verificare essendo insegnante nello stesso liceo frequentato dalla ragazza. Tale rammarico è da attribuirsi all’aspetto tutt’altro che seducente di Giovanna, così contrastante con quello di sua madre, l’affascinante Francesca Neri. Il tentativo ostinato, spesso scomposto, a volte scorretto, di soccorrere la figlia da parte di suo padre indurrà la ragazza a compiere un gesto sconsiderato. Da qui si diparte una vicenda umana vissuta soprattutto attraverso gli occhi di questo padre che avverte in modo sempre più pressante le sue responsabilità. Vicenda umana che sotto certi aspetti ci riconduce ad eventi dell’oggi altrettanto dolorosiâ€.
    Il regista Pupi Avati

    (Il papà di Giovanna ITALIA 2008; drammatico; 104'; Produz.: Duea Film/Medusa Film; Distribuz.: Medusa Film)

    Locandina italiana Il papa' di Giovanna

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    Celluloid Portraits:




    Titolo in italiano: Il papa' di Giovanna

    Titolo in lingua originale: Il papa' di Giovanna

    Anno di produzione: 2008

    Anno di uscita: 2008

    Regia: Pupi Avati

    Sceneggiatura: Pupi Avati

    Cast: Silvio Orlando (Michele Casali)
    Alba Rohrwacher (Giovanna Casali)
    Francesca Neri (Delia Casali)
    Ezio Greggio (Sergio Ghia)
    Serena Grandi (Lella Ghia)
    Manuela Morabito (Elide Traxler)
    Gianfranco Jannuzzo (Preside Apolloni)
    Paolo Graziosi (Andrea Traxler)
    Valeria Bilello (Marcella Traxler)
    Sandro Dori (Belletti)
    Rita Carlini (Lia)
    Antonio Pisu (Cicci Dalmastri)
    Edoardo Romano (Pradelli)
    Lorena Miller (Cassiera)
    Chiara Sani (Amabile)

    Musica: Riz Ortolani

    Costumi: Mario Carlini e Francesco Crivellini

    Scenografia: Giuliano Pannuti

    Fotografia: Pasquale Rachini

    Scheda film aggiornata al: 18 Gennaio 2013

    Sinossi:

    IN BREVE:

    Bologna 1938. Michele Casali si trova in una situazione disperata: la sua unica figlia, Giovanna, ha ucciso la propria migliore amica per gelosia. La ragazza, ancora adolescente, viene dichiarata insana di mente e rinchiusa in un ospedale psichiatrico anziché in carcere. Durante il periodo di isolamento quasi totale cui è sottoposta, la sola persona a occuparsi di lei è il padre, a conferma del loro particolare legame dal quale la madre, Delia, era sempre rimasta esclusa. Testimone dei terribili eventi è Sergio, ispettore di polizia e amico intimo di Michele, da anni segretamente innamorato di Delia. Nell’inverno del 1953, in una Bologna che sta ancora cercando di riprendersi dopo i massacri della guerra, Delia incrocia lo sguardo della figlia Giovanna, ormai guarita e come sempre accompagnata dal padre, nel buio di un piccolo cinema. La madre non avrà più incertezze: proveranno a ricominciare una nuova vita, questa volta insieme.

    IN ALTRE PAROLE:

    Bologna 1938. Michele Casali si trova a vivere una situazione disperata: Giovanna, sua figlia unica ancora adolescente, ha ucciso per gelosia la sua compagna di banco e migliore amica. Nell'ambiente borghese in cui il delitto è avvenuto la vicenda provoca forte emozione ed incredulità. Evitando il carcere, la ragazza viene ritenuta non sana di mente e perciò rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino all'età di 24 anni (1945). Durante questo periodo di quasi totale isolamento, l'unica persona che si occupa di lei è il padre che si trasferisce appositamente a Reggio da Bologna, dove insegnava arte al liceo Galvani. Giovanna, una ragazza con seri problemi mentali, ricorda fisicamente molto il padre. Sin da quando era piccola, Michele per rassicurarla dalle sue fragilità e pensando di trasmetterle le energie sufficienti per affrontare il mondo, l'ha convinta che avrebbe dovuto e potuto pretendere sempre tutto da tutti. Padre e figlia avevano così instaurato da sempre un legame particolare, forse patetico, dal quale avevano completamente esclusa la mamma: Delia, una donna molto bella e molto concreta. Una donna che dopo la tragedia decide di rimanere a vivere a Bologna rinnegando, con una disperazione solo interiore, la propria famiglia e non volendo più rivedere Giovanna. Testimone sempre presente di questi terribili eventi che hanno sconvolto il piccolo nucleo familiare, in anni certamente non facili, un ispettore di polizia, aitante, simpatico e amico intimo di Michele: Sergio Ghia.

    Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)

    IL PAPA’ DI GIOVANNA DI PUPI AVATI CORRE SEMPRE SUL FILO DELLA MEMORIA STORICA MA ANCOR PIU’ SU QUELLO DI UN TANDEM INTIMISTA: QUELLO TRA UN PADRE VOTATO AD UN INCOMPARABILE ‘EROICO SACRIFICIO’ E UNA FIGLIA ‘DISTURBATA’ PSICHICAMENTE. TANDEM CUI HANNO DATO VITA IN MODO MEMORABILE SILVIO ORLANDO E ALBA ROHRWACHER. UN INQUIETANTE HORROR PSICOLOGICO CHE VIVE ALL’INTERNO DI UN MINIMALISTA DUPLICE SPACCATO: D’EPOCA E DI TRAGEDIA FAMILIARE, LA’ DOVE SPUNTANO UNA MADRE NON COSI’ EROICA, COMUNQUE ESTREMAMENTE TORMENTATA (FRANCESCA NERI) ED EZIO GREGGIO FINALMENTE CALATO IN UN BEL RUOLO DRAMMATICO. NON UN FILM PERFETTO MA TALE DA RISOLLEVARE A VENEZIA 65. IL CINEMA ITALIANO DOPO L’INFELICE PARTENZA CON IL FILM PRECEDENTE

    Pupi Avati non rinnega quella sorta di motivo-firma che contraddistingue il suo cinema: brani diversi legati tra loro da quel filo rosso della ‘memoria’, quella storica, con cui è solito riprodurre intimissimi spaccati personali strettamente legati al respiro di

    un’epoca. Così, se con la precedente pellicola La cena per farli conoscere Avati aveva già tradito un profondo interesse per un tema - non troppo gettonato neppure in celluloide - come quello tra padre e figli, qui con Il papà di Giovanna si spinge in questa stessa ricerca toccando però i registri più estremi di un contesto familiare assolutamente fuori dalle righe, per quanto possibile nella realtà e assolutamente vibrante di autentica sincerità di sentimento, fino a raggiungere le corde più profonde scartando dal facile ricorso ad edulcoranti. Per questa storia estrema e inquietante, assolutamente imbevuta di forti tormenti interiori, a tal punto da ascriversi di diritto al genere dell’horror psicologico, Avati non si poteva permettere errori o approssimazioni. Così, con cura lenticolare si è costruito un piedistallo tra i più solidi su cui far muovere gli interpreti di questi disperati personaggi, vissuti peraltro in un’epoca senz’altro poco felice: la

    Bologna del 1938, e degli anni successivi che vedono lo scoppio della guerra fino alla sua conclusione. Una sottotrama con un peso non di poco conto, come vedrete, sul modo di sentire, di comportarsi e di interagire da parte della gente. Ma il vero piedistallo è la ricostruzione scenografica di una casa in particolare, del tipo di quella che ha dato i natali allo stesso Avati. Una casa che è l’espressione vera, palpitante, di quella precisa epoca nei minimi dettagli: vi rimarranno impressi, tra le altre cose, le tipiche decorazioni dei vetri delle porte, l’abitudine di sentire la radio, le musiche, il fatto di guardare la TV dalla vetrina di un negozio di elettrodomestici. Ma vi rimarranno ancor più impressi il genere di solidarietà e di assistenzialismo tra vicini anche sul piano delle semplici vettovaglie. Brani di generosità cui oggi siamo poco allenati. Che poi l’epoca costituisca per Il papà

    di Giovanna il respiro in cui nasce e soffre una grande e poliedrica tragedia familiare, lo si dichiara fin dai titoli di testa: foto in bianco e nero a carattere documentaristico in cui si collocano e si presentano i vari protagonisti. Un cast migliore per questo film - non perfetto ma tale da far tirare un respiro di sollievo per la brutta partenza del cinema italiano a Venezia 65. - Pupi Avati non poteva trovarlo. Su questo scenario, tallonati da una macchina da presa che spoglia, mette letteralmente a nudo, le loro complicate dinamiche psicologiche, si muovono in primissimo piano, un padre, comunissimo insegnante, con sua figlia, affetta da disturbi psichici - le punte dominanti - ma anche una madre, incapace di mostrare per la figlia quel genere di ‘eroico sacrificio’ animato da un amore senza confini, di cui invece, in un modo assolutamente sconvolgente, è capace il padre. Per

    avere un’idea del ‘memorabile’ risultato complessivo, è consigliabile non perdersi in tante parole: occorre che vediate questa drammatica storia con i vostri occhi e la registriate a pelle. Ricordate solo che a vestire i panni del padre c’è Silvio Orlando, il cui monologo-confessione all’amico (Ezio Greggio calato finalmente in un bel ruolo drammatico) di un amore coniugale anelato per diciotto anni e mai arrivato merita di iscriversi negli annali del cinema, e che a interpretare la figlia Giovanna, c’è una sorprendente Alba Rohrwacher (Mio fratello è figlio unico, Giorni e nuvole, Caos Calmo), qui letteralmente sprofondata fin nelle viscere di questa ragazzina ‘disturbata’, costantemente sul filo dell’eccesso dei sentimenti, strangolata psicologicamente da un corrosivo confronto con l’estraneità, la bellezza e la schiacciante identità di una madre inadeguata a reggere il peso di una così delicata e scomoda situazione. Là dove Francesca Neri (la madre) incontra il suo climax con la

    sequenza del pianto modulato a più riprese.

    Links:

    • Pupi Avati (Regista)

    • Alba Rohrwacher

    • Silvio Orlando

    • Ezio Greggio

    • Valeria Bilello

    • Gianfranco Jannuzzo

    • 65 Mostra: Lido di Venezia 31 agosto 2008 PRESS CONFERENCE & DINTORNI: IL PAPA' DI GIOVANNA di PUPI AVATI (Il film esce al cinema il 12 settembre) (Interviste)

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    Galleria Video:

    papa_giovanna.mov

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