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UNA STORIA DI CORAGGIO, SACRIFICIO E ALTRUISMO: PROTAGONISTA KEVIN COSTNER E LA SQUADRA SPECIALE DEI 'RESCUE SWIMMERS', AUDACI EROI DELLE ACQUE IN TEMPESTA
(The Guardian USA 2006; drammatico; 136'; Produz.: Lia Scott Price Productions Inc./Beacon Pictures/Contrafilm/A School Productions/Firm Films/Touchstone Pictures; Distribuz.: Eagle Pictures)
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Titolo in italiano: The Guardian
Titolo in lingua originale:
The Guardian
Anno di produzione:
2006
Anno di uscita:
2006
Regia: Andrew Davis
Sceneggiatura:
Ron L. Brinkerhoff
Soggetto: Dal regista ANDREW DAVIS (Il fuggitivo) e dalle star protagoniste KEVIN COSTNER e ASHTON KUTCHER, una storia ambientata nel mondo non troppo conosciuto della 'Coast Guard Rescue Swimmers', squadra speciale operativa in caso di tempeste, inondazioni, uragani.
Cast: Kevin Costner (Ben Randall) Ashton Kutcher (Jake Fischer) Melissa Sagemiller (Emily Thomas) Bonnie Bramlett (Maggie McGlone) Clancy Brown (Capitano William 'Bill' Hadley) Sela Ward (Helen Randall) Neal McDonough (Jack Skinner) John Heard (Frank Larson) Brian Geraghty (Hodge) Shelby Fenner (Cate)
Musica: Trevor Rabin
Scenografia: Maher Ahmad
Fotografia: Stephen St. John
Scheda film aggiornata al:
25 Novembre 2012
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Sinossi:
"Allâinizio del film, il leggendario addetto al salvataggio in mare Ben Randall (COSTNER) è lâunico superstite di un incidente mortale avvenuto durante una massiccia tempesta. In seguito all'incidente, viene spedito contro la sua volontĂ ad insegnare alla 'A School', la scuola ĂŠlite che addestra, e trasforma giovani reclute arroganti nei migliori e piĂš coraggiosi tra i Rescue Swimmers. Ben si cimenta nellâinsegnamento, ma a modo suo, mettendo a soqquadro il programma intero con il suo metodo non convenzionale di addestramento, un pò fuori dai canoni.
Ma Ben capisce perfettamente cosa rischia, sa che prima o poi i suoi studenti dovranno essere in grado di prendere decisioni difficili tra chi muore e chi vive. Quando si viene a scontrare con il presuntuoso ed arrogante Jake Fischer (KUTCHER), Ben intravede in lui un allievo che ha tutte le caratteristiche per poter essere il migliore, se soltanto riuscisse a combinare il suo talento con il cuore e la dedizione necessaria ad evitare gli errori che lui in prima persona ha compiuto. Nel capeggiare la sua prima missione pericolosa, tra le acque turbolente del Mare di Bering in Alaska, Jake dovrà mettere in atto tutto ciò che ha imparato e scoprire quello che vuole dire veramente rischiare tutto".
Dal >Press-Book< di THE GUARDIAN
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
PRELIMINARIA:
"Il film è stato realizzato con la piena cooperazione della 'Coast Guard', utilizzando storie di vita vissuta e guardacoste reali tra gli eroici nuotatori e tra i consulenti della produzione e del cast. La produzione ha combattuto anchâessa continuamente con il tempo e con gli elementi atmosferici, ed è stata utilizzata una enorme vasca artificiale, realmente innovativa in cui venivano simulate le mastodontiche onde che si possono trovare nellâoceano e si può ben affermare che THE GUARDIAN offre alcune tra le scene piĂš realistiche di pericolo in acqua mai viste in un film".
COMMENTO CRITICO:
IL REGISTA DEL THRILLER PER ECCELLENZA ANDREW DAVIS (âIL FUGGITIVOâ, âDELITTO PERFETTOâ) QUESTA VOLTA PUNTA LâOBIETTIVO SUL NUCLEO MILITARE DELLA GUARDIA COSTIERA, DIPINTO COME UNA SQUADRA DI MARINES DEL MARE, DEDICANDO IL SUO FILM AGLI UOMINI E ALLE DONNE CHE NE FANNO PARTE INTEGRANTE âPERCHEâ ALTRI POSSANO VIVEREâ. DAVIS NON HA BISOGNO DI UNA |
STORIA COMPLICATA O DI PARTICOLARI SORPRESE PER CREARE QUEL PATHOS TENSIVO CONDENSATO IN SITUAZIONI CHE SCARTANO DAL TOCCO HOLLYWOODIANO, PERCHEâ CI BASTA PENSARE ALLE OPERAZIONI DI SOCCORSO A SEGUITO DELLâURAGANO KATHRINA, PER IMMAGINARE UNA REALTAâ ANCHE PEGGIORE. PERCIOâ SONO DA PERDONARE ALCUNI TRATTI AUTOREFERENZIALI CHE, COME NE âIL FUGGITIVOâ, VISUALIZZANO LO SCAMPATO PERICOLO DEL PROTAGONISTA DI TURNO, PER UNA FRAZIONE DI SECONDO. I PUNTI DI FORZA DI QUESTO FILM, ALTRIMENTI ORDINARIO, SONO FONDAMENTALMENTE UNA GRANDE REGIA CHE SCRIVE CON IMMAGINI MOZZAFIATO, ANCOR PRIMA CHE CON LA SCENEGGIATURA, UNA STORIA NON CERTO INEDITA E PUR CON MOLTO DA DIRE. IMMAGINI CHE, SE NON FOSSE PER LA LORO INSITA DRAMMATICITAâ, DIREMMO DI RARA BELLEZZA, ASSESTATE SU UNA CALEIDOSCOPICA VISIONE DELLA FORZA INDOMABILE DELLA NATURA E SU UN MICROCOSMO UMANO RESO AUTENTICO DA UN CORAGGIO VENATO DI DIFFICOLTAâ E DI PAURE REALI, ERRORI O RINUNCE FORZATE DA UNâETICA FERREA. UNA STORIA |
DI GRANDEZZA CHE NON NASCONDE I SUOI LIMITI, RECUPERANDO LâESEMPIO DA SEGUIRE, LA LEZIONE DA MEDITARE E METABOLIZZARE, IL SENSO DI PROFONDO RISPETTO E STIMA AFFIDATI AI PERSONAGGI, IN PARTICOLARE AL PROTAGONISTA DELLA LEGGENDA DEL PESCATORE DI UOMINI. UN ALTRO EROE TRAGICO (DA RICHIAMARE ALLA MEMORIA âLE PAROLE CHE NON TI HO DETTOâ) PER UN KEVIN COSTNER CHE RESTA UNICO QUANDO SI TRATTA DI ESPRIMERE IL COMPLESSO MONDO INTERIORE DEI SUOI TORMENTATI PERSONAGGI, AFFIDANDOSI A PROLUNGATI SILENZI CONGIUNTI AD UNA GESTUALITAâ ESSENZIALE E PERSINO VOLUTAMENTE IMPACCIATA.
Il fuggitivo sembra indimenticabile anche per lo stesso regista Andrew Davis. SarĂ forse casuale ma in The Guardian ritroviamo lâattrice Sela Ward. E la ritroviamo persino con lo stesso nome di Helen. Ma lâaffezione di Davis per Il fuggitivo sembra ribadita dal richiamo allâessenza di una celebre sequenza: quella con il treno che sopraggiunge in corsa sullo stesso binario dove è appena ânaufragatoâ il |
furgoncino che trasporta i detenuti. E dove Harrison Ford, nei panni del Dr. Richard Kimble, aspetterĂ proprio una frazione di secondo prima del tragico impatto, per saltar giĂš e salvarsi da morte certa. Ecco, vi è unâaltra sequenza limite, verso la fine di The Guardian - che non vogliamo descrivere per non rovinare la suspense a chi il film deve ancora vederlo - molto affine in quanto a âtempismoâ, usato/osato da chi si trova sul filo del rasoio. Dâaltra parte, analoghe soluzioni âlast minuteâ predilette dalla cinematografia hollywoodiana, potrebbero trovare nella specifica sequenza di The Guardian anche motivazioni logiche, appuntate sullâintuizione dettata dallâesperienza da veterano propria del personaggio Ben Randall interpretato da Kevin Costner, risultando dunque meno âhollywoodianaâ di quanto potrebbe sembrare in prima istanza. E se proprio Kevin Costner, spalleggiato dalla giovane recluta Ashton Kutcher, si trova al centro del soggetto narrativo, un co-protagonismo rilevante è affidato, ancora una |
volta - opzione gettonata nellâuniverso in celluloide da altre regie con Peter Weir in testa - alla forza indomabile della natura, che talvolta appare come risvegliata e scatenata da spietati demoni interiori. Lâaggancio di tragici accadimenti del tutto reali alla leggenda, per quanto lievemente sotteso tra le righe, sembra quasi ricordare che non tutto può essere calcolato e che câè, o si ama credere ci possa essere, quel margine di imperscrutabile e inspiegabile che va oltre. Basta pensare, solo come spunto concettuale, a Picnic ad Hanging Rock, o a The Mosquito Coast per il conflittuale rapporto uomo-natura.
Ma in The Guardian Davis preferisce accordare il respiro maggiore alla sontuositĂ visiva di travolgenti fotogrammi, in grado di fondere drammatica minaccia e portata di rischio con lâimperiosa e selvaggia bellezza della natura marina, ricca di scogliere rese ancor piĂš imponenti e potenti quanto implacabili divinitĂ , con la complicitĂ dei flutti infuriati. |
La porzione del film riservata alle possibili dinamiche di interazione tra uomo e forza della natura, battaglia da combattersi avendo ben presenti i limiti consentiti, si fa perdonare quel margine di ârisaputoâ, indirizzato su un addestramento âmilitareâ che allinea i giovani potenziali guardia costiera sullâonda di una squadra di âmarinesâ, questa volta in e per il mare, addestramento professionale speculare o comunque non del tutto svincolato da quello per la vita. Rigore, regole ben precise e imparare a saper perdere tutte le vite umane che non è possibile salvare: il soccorso di potenziali vittime può voler dire dover essere pronti di lĂŹ a poco a intervenire per salvare gli stessi soccorritori.
Non mancano certo gli spaccati umani, le occhiate consentite allo spettatore verso i rispettivi background dei protagonisti, con i loro tormenti resuscitati dalla dimensione di fantasmi tramite incalzanti flashback che una superba fotografia ben orientata e diretta rende palpabili |
e visionari ad un tempo. Scelte di vita che portano incubi e poche certezze, tali da far dimenticare il numero dei salvati e imporre con lacerante prepotenza il ricordo indelebile del numero dei perduti per sempre, malgrado tutto.
Congiunto agli spaccati umani troviamo pure qualche luogo comune, ammortizzato e reso piĂš digeribile dal fatto che a dargli corpo sia una star del calibro di Kevin Costner, qui nelle vesti di un personaggio che si direbbe affine al suo carattere di cineasta, nel senso di âImparare a nuotare contro la corrente, non a seguirlaâ. Luoghi comuni del tipo âpersonaggio rusticoâ, osso duro da mandar giĂš anche per i colleghi della scuola di addestramento, il tipo difficile che tutti però ammireranno e ameranno con il tempo; lo stesso contrasto instaurato da Ben Randall/Costner con la giovane recluta Jake Fischer/Kutcher prima che maturi in un sodalizio per la pelle; le spacconate dei ragazzi, |
addestratore compreso, tipiche dellâambiente (vedi la sequenza al bar; la âragazza-trastullo-scommessaâ che da âcosa scioltaâ diventerĂ immancabilmente faccenda piĂš che seria (e qui la memoria corre sul filo di Ufficiale e gentiluomo). Ma le dure fasi di addestramento (prove varie tra cui quella dellâipotermia con molte altre) con gli inserti didattici in video, non sono nĂŠ banali nĂŠ gratuiti e offrono una panoramica conoscitiva interessante a chi non è edotto in materia, trovando una loro logica ragione di essere. Non si vedono pertanto motivazioni valide a svilire alla stregua di spot una legittima valenza istruttiva del film volta peraltro ad omaggiare gli operatori sul campo nella realtĂ . Anche perchĂŠ, sullo sfondo di un ideale sposalizio viscerale tra soccorritore e natura, non si offrono profili perfetti: non mancano schegge di errori di valutazione e di vulnerabilitĂ personali fatali alla professione, coniugate ad altre velate di un romanticismo che denuda le ragioni |
dello sfaldamento di un amore e di un rapporto di coppia (vedi la sequenza in cui Ben Randall/Kevin Costner si paragona allâuomo della coppia di coniugi che ha salvato in mare: â⌠ci ho messo tanto tempo a capire che quellâuomo ero ioâŚâ. A conti fatti dunque, con The Guardian Davis offre una nutrita e neppure troppo âhollywoodianaâ panoramica di quanto, cosa e perchĂŠ si debba, o non si debba fare, svolgendo operazioni di salvataggio come guardia costiera in situazioni limite. Se Oliver Stone con World Trade Center ha omaggiato il coraggio delle varie forze di soccorso (oltre che le vittime) per il crollo delle torri gemelle dellâ11 settembre, perchĂŠ Andrew Davis non doveva farlo nei confronti della âCoast Guard Rescue Swimmersâ?
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