ARCHIVIO HOME PAGE

SPECIALI

FLASH NEWS

  • • Ultime News
  • • Archivio News
  • ANTEPRIME

    RITRATTI IN CELLULOIDE

    MOVIES & DVD

  • • In programmazione
  • • Di prossima uscita
  • • New Entry
  • • Archivio
  • • Blu-ray & Dvd
  • CINEMA & PITTURA

    CINESPIGOLATURE

    EVENTI

    TOP 20

  • • Films
  • • Attrici
  • • Attori
  • • Registi
  • LA REDAZIONE

    • Registi

    • Attori

    • Attrici

    • Personaggi

    • L'Intervista

    • Dietro le quinte

    The Dead Don't Hurt

    ANTEPRIMA - Dal Toronto Film Festival 2023 (Anteprima Mondiale) - Viggo Mortensen torna alla regia ..

    Sotto il cielo delle Hawaii

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - RECENSIONE - Cameron Crowe dirige un cast All-Star per una ..

    La versione di Giuda

    New Entry - Il regista, sceneggiatore, produttore, soggettista e attore Giulio Base ha annunciato l'inizio ..

    La memoria dell'assassino

    Dal 4 Luglio - Dal Toronto Film Festival 2023 - Michael Keaton si mette dietro ..

    Hit Man - Killer per caso

    Dal 27 Giugno - Designato 'Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – ..

    Il diritto di uccidere

    I ‘RECUPERATI’ di ‘CelluloidPortraits’ - Helen Mirren, colonnello militare dell'intelligence, conduce un'operazione remota con droni ..

    Home Page > Ritratti in Celluloide > Registi > Susanne Bier

    Il cinema di Susanne Bier

    Biografia

    (Copenhagen - DANIMARCA, 15 aprile 1960 -)

    Figlia di Rudy Bier, un ebreo tedesco rifugiatosi in Danimarca durante l’occupazione nazista, e di Henny Bier, danese di origini ebreo russe e sorella minore di due avvocati (uno a Londra, l’altro a Copenhagen), Susanne Bier incarna il modello cosmopolita e moderno della tradizione europea degli anni d’oro, in cui i registi come Siodmak, Ophuls e Wilder cercavano, per necessità o inquietudine, ispirazione fuori dai confini nazionali. Susanne si laurea in architettura ma decide di studiare cinema all’estero, a Londra e Gerusalemme. Sposa un regista (da cui ha un figlio, Gabriel), poi un attore svedese (sua figlia Alice ha la doppia nazionalità ed è bilingue), poi un musicista.

    Il suo cinema riflette appieno questa forma di libertà e di spazio a partire da subito, con Family Matters, storia di incesto tra fratello e sorella, tra Copenhagen e un paese remoto del Portogallo. La regista si sposta poi in Svezia, per girare Pensionat Oskar, incentrato su una famiglia piccolo borghese in una località di vacanza, in cui i legami iniziano a vacillare quando il padre e marito scopre di essere attratto da un bagnino. In entrambi i film è evidente che l’altrove fisico serve alla regista a cercare un altrove morale e sentimentale, una forma di spostamento dalla normalità.

    Il grande successo nazionale arriva con The One and Only, una commedia che non riesce a valicare i confini della Scandinavia, ma attira su Susanne l’attenzione dell’industria nel suo paese. Di nuovo al centro dell’azione troviamo due famiglie, problemi di adozione e una bambina che arriva dal Burkina Faso. La commedia successiva Susanne la gira in Svezia - è la storia di una giovane sfigata che sogna di cantare in Eurovisione - e il titolo la dice lunga: Once in a Lifetime.

    È Open Hearts, tuttavia, a segnare la svolta critica internazionale, vincendo il Fipresci al Festival di Toronto, riscuotendo un ottimo successo a San Sebastián e lanciando Susanne e il suo protagonista, Mads Mikkelsen, nel firmamento delle star europee (purtroppo il film ha una pessima distribuzione in Italia, “curata” da E-mik). Si tratta di una storia lacerante, in cui un uomo giovane e bello viene travolto da una macchina e rimane paralizzato a vita. L’incidente cambierà anche le vite degli altri, della sua compagna, dell’automobilista distratta e del medico che lo cura. Per certi aspetti Open Hearts racchiude tutto il lavoro precedente di Susanne e anticipa i film che farà in seguito. Come per Non desiderare la donna d’altri, Dopo il matrimonio, Noi due sconosciuti e In un mondo migliore, sotto la lente d’ingrandimento non c’è mai solo il personaggio-motore della vicenda. Un’azione scatena più reazioni e la traiettoria di un personaggio cambia le traiettorie degli altri. L’infermità fisica di Nicolaj Lee Kaas provoca un’infermità altrettanto grave in Paprika Steen, la donna che lo ha investito.

    L’Afghanistan di Non desiderare la donna d’altri è l’altrove che sconvolge la vita del soldato Ulrich Thomsen, di sua moglie Connie Nielsen e di suo fratello Nikolaj Lee Kaas. Quando Thomsen è costretto a ammazzare un suo commilitone in un campo di prigionia Talebano, si scatena una serie di lutti morali, pubblici e privati. Oltre a essere un successo critico, il film si afferma anche al botteghino: funziona in patria, in America, Germania, Italia e Spagna, vince il Sundance Festival, vince San Sebastián e una sfilza di premi nazionali. Per l’industria americana, Susanne Bier è una da tenere d’occhio. Il soggetto del film viene opzionato e qualche anno dopo esce un remake diretto da Jim Sheridan con Jake Gyllenhaal e Natalie Portman. Sheridan si sente appoggiato e incoraggiato dalla regista.

    La ricerca di un equilibrio interiore, la fuga e la riappacificazione sono centrali in Dopo il Matrimonio, dove Mads Mikkelsen, per dimenticare se stesso, si occupa di orfani in India, un altrove lontano in cui i drammi degli altri nascondono quelli personali. Il film ottiene una candidatura all’Oscar e vale un contratto con la Paramount per Susanne, che girerà con Benicio Del Toro e Halle Berry Noi due sconosciuti, il primo film che non porta la firma tra gli sceneggiatori né di Susanne né di Anders Thomas Jensen, suo stretto collaboratore e amico (nonché regista di culto di Green Butchers e Le mele di Adamo). La verità è che anche Noi due sconosciuti è un film personalissimo e riconoscibile (non è casuale che Susanne sia affiancata da Pernille Bech Christensen e Morten Soborg, rispettivamente montatrice e direttore della fotografia) ed è di nuovo l’incontro tra due solitudini e due dolori diversi ma vicini.

    Tra gli impegni futuri di Susanne Bier è prevista una commedia matrimoniale che, oltre a essere girata in Danimarca, sarà ambientata anche in Italia, paese che lei adora.

    Vale inoltre la pena ricordare che tra i suoi registi preferiti ci sono Clint Eastwood e Ingmar Bergman (su cui la regista ha un progetto).

    Bibliografia: www.teodorafilm.com

    <- torna alla pagina principale di Susanne Bier

    Horizon: An American Saga - Capitolo 1

    RECENSIONE - Da Cannes 77. - Fuori Concorso: Anteprima Mondiale domenica 19 Maggio - ..

    Fly Me To The Moon - Le due facce della luna

    RECENSIONE - Una storia d'amore ambientata negli anni Sessanta, durante la corsa allo spazio tra ..

    Twisters

    Dal 17 Luglio ..

    Padre Pio

    Da Venezia 79. - Il regista americano Abel Ferrara (da tempo residente a Roma) ..

    Era mio figlio

    Dal 18 Luglio - VINCITORE del Premio del Pubblico a Venezia 80.-Giornate degli ..

    L'ultima vendetta

    Da Venezia 80. - Orizzonti Extra - Liam Neeson in cerca di redenzione dopo ..

    Cult Killer

    In Anteprima al Filming Italy Sardegna Festival 2024 - Antonio Banderas ed Alice Eve ..