Note di look e di
carattere: |
Bell'aspetto, sensuale e carica di un'esuberanza comportamentale in pubblico a nascondere tragici trascorsi (un'infanzia, un'adolescenza e una giovinezza non facili) con i conseguenti tormenti interiori. |
Note di gestazione: |
NOTE BIOGRAFICHE Rina Faccio alias Sibilla Aleramo (Alessadria, 14 Agosto 1876 - Roma, 13 Gennaio 1960):
RINA FACCIO, conosciuta con il nome di SIBILLA ALERAMO, nasce ad Alessandria il 14 Agosto del 1876. Per motivi di lavoro del padre cambia spesso città fino a stabilirsi a Civitanova Marche dove comincia a lavorare presso uno stabilimento industriale. All'età di sedici anni viene sedotta da un collega e, per riparare al danno, nel 1893 si sposano. Nella sua autobiografia Una donna, critica il rapporto coniugale definendolo oppressivo e frustrante. Tenta il suicidio e quando si riprende comincia a concretizzare le sue aspirazioni umanitarie e socialiste. Intanto inizia a scrivere racconti e articoli giornalistici. Nel 1899 si trasferisce a Milano dove dirige il giornale L'Italia al femminile.
Nel 1902 la sua relazione amorosa con il poeta Damiani la spinge ad abbandonare la famiglia e a trasferirsi a Roma, dove dà vita a nuove relazioni con intellettuali ed artisti: intesse rapporti di amicizia con Emilio Cecchi, Marinetti e D'Annunzio.
Risale al 1906 il suo primo romanzo, Una donna, e nel 1919 pubblica il secondo, Il Paesaggio, cui fanno seguito altri libri e raccolte di poesie. Al poema drammatico in tre atti Endimione dà un taglio autobiografico, incentrandolo su una sua relazione finita tragicamente con la morte dell'amante.
La più o meno costante precarietà finanziaria la vede impegnata alla ricerca di mezzi di sostentamento con un peggioramento della situazione negli anni della guerra, alla fine della quale, nel 1946 si iscrive al Partito Comunista iniziando un'attività di conferenze e congressi. Sibilla Aleramo muore a Roma il 13 gennaio 1960. |