SPECTRE - 007: NEL 24° ATTO DI JAMES BOND SI CONTEMPLA ANCORA IL PROTAGONISMO ASSOLUTO DI DANIEL CRAIG, AFFIANCATO DA RALPH FIENNES, JAVIER BARDEM E JUDI DENCH, CON LE NEW ENTRY DI MONICA BELLUCCI E LEA SEYDOUX. SUL NUOVO OLIMPO BONDIANO VEGLIA LA REGIA DI SAM MENDES
Tra i più attesi!!! - VINCITORE di 1 OSCAR alla 'MIGLIOR CANZONE ': Writing's on the Wall (Jimmy Napes e Sam Smith) - RECENSIONE ITALIANA in ANTEPRIMA e PREVIEW in ENGLISH by GUY LODGE (www.variety.com) - Dal 5 NOVEMBRE
"Per me inizia tutto dal personaggio e volevo esplorare Bond in tutte le sue sfaccettature, recuperando quelle parti della sua personalità che avevo omesso in Skyfall. Inoltre, abbiamo popolato MI6 con un'intera nuova generazione: un nuovo M, un nuovo Moneypenny ed un nuovo Q. Volevo che quelle relazioni si sviluppassero e crescessero appieno... Era chiaro che ci fossero tanti indizi da sviluppare... Skyfall era un film di reazione per Bond. Nelle prime scene, sta seguendo qualcuno con determinazione ma ancora prima dello scorrere dei titoli, Bond viene sparato. E per tutto il resto del film sta un passo indietro rispetto al personaggio di Javier Bardem, Silva. Si potrebbe persino obiettare che alla fine di Skyfall, abbia fallito la sua missione. Non era riuscito a salvare M, e sebbene la morte di Silva fosse una vittoria per Bond, v’erano altri elementi che sapevano di fallimento. E così con Spectre volevo dargli una possibilità di redenzione... Ciò che ritroviamo qui è una sorta di nuova creazione del mito. Non aderiamo a nessuna versione precedente delle trame di Spectre. Stiamo creando una nostra nuova versione dell’organizzazione. Il nostro film è un modo per riscoprire Spectre ed il super villain, adeguandolo alle nuove generazioni"
Il regista Sam Mendes
(Spectre; USA/REGNO UNITO 2015; Thriller d'azione avventurosa; 148'; Produz.: Columbia Pictures/Danjaq/Eon Productions/Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)/United Artists; Distribuz.: Warner Bros. Pictures Italia)
Neve Gachev (Cliente della clinica) Dante Briggins (Cliente della clinica) Lasco Atkins (Uomo d'affari)
Musica: Thomas Newman
Costumi: Jany Temime
Scenografia: Dennis Gassner
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Lee Smith
Effetti Speciali: Chris Corbould (supervisore)
Casting: Debbie McWilliams
Scheda film aggiornata al:
08 Marzo 2016
Sinossi:
IN BREVE:
Un misterioso messaggio riguardante il proprio passato convince James Bond a partire verso una nuova missione in Messico, per poi raggiungere Roma, dove incontra Lucia Sciarra (Monica Bellucci), la splendida e intoccabile vedova di un noto criminale. Bond si infiltra in una riunione segreta e scopre l’esistenza di una sinistra organizzazione nota col nome di SPECTRE.
Nel frattempo, a Londra, Max Denbigh (Andrew Scott), il nuovo capo del Centro per la Sicurezza Nazionale, indaga sulla missione di Bond e mette in dubbio il valore della sezione MI6 guidata da M (Ralph Fiennes). Bond di nascosto coinvolge Moneypenny (Naomie Harris) e Q (Ben Whishaw) per aiutarlo a trovare Madeleine Swann (Léa Seydoux), la figlia del suo vecchio nemico Mr White (Jesper Christensen), che potrebbe avere la soluzione per risolvere la trama di SPECTRE. Essendo figlia di un assassino, la ragazza riesce a comprendere Bond meglio di chiunque altro.
Mentre Bond si inoltra nel cuore di SPECTRE, scopre l’esistenza di un legame raccapricciante tra se stesso e il nemico da lui inseguito, interpretato da Christoph Waltz.
SHORT SYNOPSIS:
A cryptic message from Bond's past sends him on a trail to uncover a sinister organization. While M battles political forces to keep the secret service alive, Bond peels back the layers of deceit to reveal the terrible truth behind 'Spectre'.
Commento critico (a cura di FRANCESCO ADAMI)
Spectre è il 24° film dedicato a James Bond, diretto da Sam Mendes che si occupa della regia del suo secondo film della saga di 007 dopo Skyfall. Il noto agente 007 a seguito degli avvenimenti accaduti nell'operazione Skyfall si trova a dover lavorare con il nuovo agente M (Ralph Fiennes), e questo avvenimento lo porta ad essere sempre più indipendente, dato che il rapporto con il nuovo M è diventato meno personale e più professionale. In questa avventura Bond si trova ad affrontare un'organizzazione criminale ed un ostile personaggio, interpretato da Christopher Waltz. Per far questo Bond si troverà a dover girare molti luoghi al fine di salvare il mondo e sventare la minaccia che opprime l'intero pianeta, facendo affidamento solamente sulle sue forze. In questo percorso che porta verso uno scontro decisivo per la risoluzione da parte di
Bond, non mancano, come ingrediente zuccherino, fascinose protagoniste femminili come
Lucia Sciarra (Monica Bellucci) e Madeline Swann (Léa Seydoux), pronte a confortare e rendere sempre più intrepido il noto agente segreto.
L'inizio del lungometraggio è veramente curato, con una meticolosa scelta di tipologie di inquadrature, a partire dal campo lungo alla panoramica verticale che si trasforma in un lungo piano sequenza, durante il quale seguiamo le azioni di alcuni personaggi che si rivelano poi essere l'agente Bond ed un'affascinante ragazza. Brevemente si arriva alla sequenza nella quale Bond si lancia in azioni sfrenate con una buona dose di tensione, al fine di centrare il suo obiettivo, sventando un gruppo di criminali. Naturalmente il tutto è mostrato attraverso una buona dinamica registica che rende il tutto accattivante. Si
entra pienamente nello stile e nel tipico ritmo di vita di James Bond, personaggio che viene reso da Daniel Craig sempre più realistico. Anche negli scontri tra i vari antagonisti, si nota che Bond
non è un supereroe ma fatica e alla fine, è per la sua
astuzia e bravura che ne esce vincitore.
Ben curata anche la sceneggiatura di John Logan Neal Purvis, Robert Wade e Jez Butterworth, di facile presa e comunque coinvolgente: non mancano difatti anche momenti di massima tensione, durante i quali la vita di Bond è appesa ad un filo. L'interpretazione di tutti gli attori è
convincente soprattutto quella del personaggio di Madeline Swann, che è ben definito e si presenta come una delle migliori bond girls degli ultimi anni. Con Madeline, Léa Seydoux conferma il suo talento artistico offrendo una consolidata ed efficace interpretazione.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, Spectre presenta una impronta registica sofisticata, in particolare nelle tipologie di inquadrature e anche nelle scene d'azione girate in
Italia, a Roma. La fotografia di Hoyte Van Hoytema serve bene l'esaltazione delle sequenze d'azione, anche se non può dirsi allo stesso livello di
quella di Roger Deakins che ha curato il precedente film della saga Skyfall. Spectre è stato girato sia in digitale con macchine come Arri Alexa 65, Arri Alexa, che in pellicola con Arriflex 235 e 435, apportando un sapiente e cosciente mix di qualità destinato a proporre una definizione sempre più alta e dalla colorimetria che ricorda i classici film d'azione e polizieschi. Infine il film si avvale
della collaborazione di numerosi studi di effetti visivi tra cui l'Industrial Light and Magic che hanno contribuito alla creazione ed elaborazione di numerose sequenze d'azione. Le due ore e mezza di visione scorrono velocemente intrattenendo lo
spettatore attraverso una ritmica e una tensione che non cala mai.
Daniel Craig si conferma un ottimo James Bond e Spectre uno dei migliori film dell'agente segreto 007, degno successore dell'acclamato Skyfall.
Secondo commento critico (a cura di GUY LODGE, www.variety.com)
AFTER THE MORE PERSONAL EXERTIONS OF 'SKYFALL,' THIS SLEEK BOND OUTING GETS BACK TO BUSINESS WITHOUT BREAKING A SWEAT.
“The dead are alive” are the very first words printed onscreen in “Spectre,” the 24th and far-from-last James Bond adventure. It’s a statement that could be viewed as a pre-emptive spoiler, a sly double-bluff or a swaggering boast from a death-defying franchise that, following the soaring success of “Skyfall,” couldn’t be in ruder health. Sam Mendes’ second consecutive Bond outing again passes its physical with flying colors: Ricocheting from London to Rome to Morocco across action sequences of deliriously daft extravagance, the pic accumulates a veritable Pompeii of mighty, crumbling structures. What’s missing is the unexpected emotional urgency of “Skyfall,” as the film sustains its predecessor’s nostalgia kick with a less sentimental bent. A wealth of iconography — both incidental and integral — from the series’ founding chapters is revived here,
making “Spectre” a particular treat for 007 nerds, and a businesslike blast for everyone else. Spectre-cular B.O. awaits, though it remains to be seen whether the “Skyfall” is the limit.
The series-crowning crossover success of “Skyfall” three years ago — yielding not just $1 billion worldwide but breathless reviews, two Oscars and even a BAFTA for best British film — places “Spectre” in a tricky returning position. The franchise may have been a consistent performer over 53 years, but never before has it been saddled with the prestige-pic expectations that the new film is now notionally expected to meet. With Mendes’ tony cachet once more in place (minus the co-piloting of revered d.p. Roger Deakins), and a hefty (if not entirely justified) runtime of 148 minutes, “Spectre” outwardly appears to be shooting for equivalently grandiose status.
Yet even before the opening credits are cued up (accompanied by Sam Smith’s dreary, melody-averse theme
song, thankfully the least propulsive thing here), one senses that Mendes and producers Michael G. Wilson and Barbara Broccoli have, somewhat paradoxically, set out to surprise by resetting the status quo — albeit with a few administrative complications. The death of Judi Dench’s M at the climax of “Skyfall” raised the personal stakes for the usually impermeable Bond in a fashion that can’t be automatically repeated one installment later.
The indefatigable agent’s solution, and in turn the film’s, is to get stoically back to work almost as if if nothing had happened, and let the baggage emerge where it may. And while Daniel Craig’s reputation as the series’ sternest Bond stands intact when the ride — rumored to be his last — is over, his half-smile count is higher than usual. A handful of wily quips, meanwhile, point to the addition of rough-and-tumble Brit playwright Jez Butterworth to the sturdy “Skyfall”
writing team of John Logan, Neal Purvis and Robert Wade.
Consequently, there’s a little more room in “Spectre” for Bond’s customary hobbies — globe-trotting, red-blooded lady-killing and cold-blooded not-lady-killing — than in the comparatively contemplative “Skyfall.” The tone is set by an enthrallingly, expensively ludicrous opening sequence, set in Mexico City on the Day of the Dead, that ranks among the great 007 intros. Weaving through the jubilant masses, Hoyte van Hoytema’s dust-veiled camera alights on Bond in masked skeleton costume, luring a local bombshell (“Miss Bala’s” Stephanie Sigman) back to his hotel room before the quickest of quick changes finds him suited, booted and planting a hit on venal Italian mafioso Sciarra (Alessandro Cremona) from the rooftop. Cue explosions, architectural carnage and vertigo-inducing physical combat in a helicopter careering perilously over the city’s crowded Zocalo square.
The narrative takeaway from all this eye-popping activity turns out to be rather puny: In
winning the fistfight, Bond secures his opponent’s ring, engraved with a telling insignia. It’s a typically circuitous outcome in a film that, certainly in its MacGuffin-stacked opening hour, feels somewhat underplotted: Large expanses of “Spectre” play as diverting but diversionary action travelogue, as one transitory character in an exotic locale leads our hero to another, in pursuit of opponents who don’t really get to bare their teeth until the halfway mark.
Back in London, Bond is grounded for his unauthorized Mexican hijinks by Ralph Fiennes’ exasperated replacement M. The new boss’s crankiness is forgivable, given other professional worries on his plate — most of them involving Brylkreem-slick new MI5 boss Max Denbigh (a splendid Andrew Scott), codenamed C, who is spearheading a reorganization of Britain’s intelligence departments that could see the entire 00 program shut down. Bond considerately stays out of his hair by flagrantly disregarding his orders, jetting off to
Rome and, professional that he is, promptly seducing Sciarra’s not-so-grieving widow (an underused Monica Bellucci). While there, he also gains access to a secret meeting of a shady global cooperative, presided over with calmly lethal authority by the mysterious Franz Oberhauser (Christoph Waltz).
With the assistance of his authority-flouting MI6 underlings Moneypenny (Naomie Harris) and Q (Ben Whishaw), and via a brief catch-up with “Casino Royale” and “Quantum of Solace” antagonist White (Jesper Christensen), Bond ultimately makes contact in Austria with Madeleine Swann (Lea Seydoux), a young doctor with a dark past who identifies Oberhauser’s operation as the powerful, terrorism-inclined SPECTRE. That confirms the title’s promised resurrection of a collective enemy that has featured in six previous 007 romps, though none since 1971’s “Diamonds Are Forever.” (Bond buffs, meanwhile, will have been counting the visual nods of SPECTRE’s signature octopus logo up to this point, most of them in the tentacular
credit sequence.)
Any further plot revelations would be hazardous. Suffice to say that the unveiling of SPECTRE cues a modern-day rewrite of classic Bond mythos, teasing the audience with wry winks to series-affiliated imagery and gimmickry dating back to the Sean Connery era, from white cats to ejector seats. (The 1960s revival isn’t even kept strictly inhouse: One of several breakneck car chases pays passing tribute to “The Italian Job.”) The film finally hits fifth gear when Waltz’s louche villain emerges from the shadows, though he’s not as eerily vivid or playful an opposing presence as Javier Bardem’s Silva in “Skyfall.” The Austrian actor brings his familiar streak of fruity menace to the role, though like much else in “Spectre,” he’s working to match comforting series archetypes rather than transcend them.
That goes equally for the pic’s unsurprisingly superb craft contributions, which admirably demonstrate how the franchise’s technical bar has been raised
in the last decade, without sweating much blood on the innovation front. The honey-hued widescreen lensing doesn’t quite aim for the crystalline beauty of Deakins’ “Skyfall” images, but it’s immersive all the same — sometimes recalling the oily, deep-contrast shadows of van Hoytema’s work on last year’s “Interstellar.” Despite switching to 35mm from the previous film’s all-digital lensing, “Spectre” often looks the less refined, harder-textured work, in keeping with its protagonist’s restless, on-the-fly work ethic.
Dennis Gassner’s production design represents the pic’s rather old-fashioned good-versus-evil stance by contrasting oaky Olde English veneer with glassier, ’60s-leaning modernism; Jany Temime’s costume design is largely pragmatic, though an ivory Tom Ford tuxedo gives Craig what should be his most enduring Bond look across the four films, give or take a certain pair of snug swimming trunks. Robust sound design and effects work all keep the pic rattling along without drawing overt attention to themselves;
Thomas Newman’s score, on the other hand, could probably stand a little more bombast. Lee Smith’s cutting, while taking some blame for the film’s initial narrative stalling, is crisp and fluid on a scene-to-scene basis.
As for the ensemble, relieved by the script of any impulse to reinvent, everyone on board appears to be having a good time — enjoyment infectious enough to make auds overlook the relative workaday nature of Bond’s final quest. (Bond’s working days are more exciting than most of ours, granted.) Given notably expanded duties this time is Whishaw’s Q (sadly not renamed In-Spectre Gadget for the purposes of this episode), who gets to venture beyond the equipment room with plucky good humor, while reminding the errant agent that not everyone can afford his recklessness: “I have a mortgage and two cats to feed,” he chides sensibly. With Harris and Fiennes also settling amiably into their new
MI6 positions, the office seems in safe hands with or without Craig’s anchoring steel.
Commenti del regista
Nessun film Bond sarebbe completo senza scene ambientate a Londra:
"La sfida è stata trovare un modo di girare la città di Londra in modo fresco e innovativo, che però allo stesso tempo avesse continuità con 'Skyfall'. Abbiamo quindi cercato un modo di guardare agli ambienti e alle location più familiari di Londra da un nuovo punto di vista e credo che abbiamo trovato degli ottimi espedienti per farlo”.
Bibliografia:
Nota: Si ringraziano Warner Bros. Pictures Italia e Cristiana Caimmi.