LOVE IS ALL YOU NEED: IL PREMIO OSCAR PER 'IN UN MONDO MIGLIORE' SUSANNE BIER DEBUTTA NEL GENERE 'COMMEDIA ROMANTICA'.
RECENSIONE IN ANTEPRIMA - 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (Lido di Venezia, 29 agosto – 8 settembre 2012) - FUORI CONCORSO - Dal 20 DICEMBRE
"Volevo realizzare un film sulle persone vulnerabili, sugli aspetti della vita che preferiremmo cancellare ma che, se rappresentati con umorismo, possono sollevarci il morale. Ida e Philip sono due protagonisti la cui vulnerabilità trasmette sia la gravità del soggetto che la leggerezza dell'umorismo. Li abbiamo trasportati nel luogo più romantico che si potesse immaginare, insieme a un gran numero di personaggi comici. Abbiamo usato l'umorismo e il romaticismo come mezzi, non per alleviare le loro pene, ma per definirle più chiaramente, per fare in modo che questi universi contrastanti si enfatizzassero a vicenda. In tal modo abbiamo potuto raffigurare ciscuno dei nostri personaggi, nella buona e nella cattiva sorte, con la precisione e la dolcezza che meritavano".
La regista Susan Bier
(Love is All You Need; DANIMARCA/SVEZIA/ITALIA/FRANCIA/GERMANIA 2012; commedia romantica; 112'; Produz.: Zentropa Productions/Zentropa International Sweden/Zentropa International Köln/Film i Väst/Lumière & Company/Lumière & Company/Teodora Film/Slot Machine/Liberator Productions; Distribuz.: Teodora Film)
Philip (Pierce Brosnan), il proprietario di un’industria ortofrutticola con sede a Copenhagen, torna dopo tanti anni nella sua villa di Sorrento, un’elegante residenza immersa in una vasta e profumata limonaia. È proprio qui che il figlio di Philip, Patrick (Sebastian Jessen), ha deciso di sposarsi con Astrid (Molly Blixt Egelind)...
Commento critico (a cura di PATRIZIA FERRETTI)
Era nell'aria da tempo. Dopo tante storie cupe, drammi declinati su vasta e varia scala, ma sempre in quanto tali, la regista danese Susanne Bier (In un mondo migliore) - la cui solarità di persona richiama alla memoria più una giovane ragazza del Sud Italia che un'acclamata cineasta del Nord Europa - covava la commedia come un ardente desiderio, non intendendo d'altra parte rinunciare ad un'altra esplorazione dell'amore su più livelli, ma questa volta con humour assicurato. E l'aria tragicomica è proprio quella che spira su Love is All You Need, a dispetto dell'inizio: due donne (paziente e medico) si fronteggiano argomentando su aspetti e dinamiche di una malattia a terapia conclusa, in via di guarigione forse che si forse che no. Sequenza focale per preparare lo spettatore alla situazione tragicomica che la povera donna si ritroverà davanti agli occhi di lì a poco non appena tornata a casa, sperando
semmai per dar loro più incisiva definizione e maggiore chiarezza.
Quanto all'Italia, il successo riscosso (persino in Vaticano), con il suo precedente, acclamatissimo film, In un mondo migliore, potrebbe aver in qualche modo favorito la sua scelta, comunque, al di là di questo, un fatto è certo: per la sua prima commedia romantica l'Italia faceva al caso suo. In particolare Sorrento, là dove una rustica villa con stupefacente limonaia diventa la sede ideale per un matrimonio tra la figlia della nostra protagonista Ida, per la quale Susanne Bier è andata sul sicuro confermando l'attrice-feticcio Trina Dyrholm, e il figlio di un manager proprietario della limonaia. Chiamare Pierce Brosnan a ricoprire questo ruolo di padre può voler dire due cose: l'interesse da parte dell'attore di un'ulteriore opportunità per abbracciare un personaggio dominato dalla vulnerabilità di contro l'ombra lunga di James Bond (in fondo ha indossato i panni bondiani solo quattro
se non quella di una grande riunione di più famiglie nel medesimo posto per i preparativi di un matrimonio? Potrà risultare inconsueto, ma anche la commedia può avere una struttura circolare e Love is all you Need di Susanne Bier ne è la dimostrazione vivente. Le tinte restano difatti forti, e molto più vicine al dramma che non alla commedia, all'inizio e alla fine di questa umoristica sinfonia dolce-amara a più voci. E siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, nel pieno dell'ebollizione verranno a galla non pochi ingredienti a lungo rimasti sul fondo, ma a fine cottura, la pietanza così cucinata riserverà i nutrienti necessari per ogni esigenza, o quasi.