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    L'INTERVISTA

    TONYA - INTERVISTA al regista CRAIG GILLESPIE

    03/04/2018 - TONYA INTERVISTA al regista CRAIG GILLESPIE

    Che cosa l’ha attratta inizialmente in questo film?

    "Quando mi hanno mandato il copione, sapevo già che lo avrebbe interpretato Margot Robbie: immaginarla nel ruolo di Tonya Harding mi ha subito entusiasmato. E dopo aver letto la sceneggiatura di Steven Rogers non avevo più dubbi: la storia era raccontata con grande maestria, in perfetto equilibrio tra emozione e ironia, e aveva una struttura narrativa assolutamente non convenzionale che riusciva ad essere al tempo stesso rigorosa e avvincente. Non avrei potuto essere più entusiasta. Non era facile trovare il registro giusto, ma ero sicuro che Margot ci sarebbe riuscita. In altri film l’avevo vista muoversi con naturalezza tra ironia, vulnerabilità e forza, elementi che incarnavano alla perfezione il mondo di Tonya".

    Può parlarci dell’evoluzione del film, dal momento in cui ha accettato di dirigerlo fino alla fine delle riprese?

    "Il copione era fantastico. La mia priorità era cogliere lo spirito di Tonya restando fedele al copione. Nel film mi interessava sottolineare soprattutto la determinazione e l’energia di Tonya, e questo significava molti movimenti di camera, stacchi veloci e una colonna sonora che aiutasse a trasmettere il caos e l’euforia della sua vita all’epoca".

    Che cosa sapeva di Tonya Harding prima di girare il film? E dopo?

    "Ero al corrente dell’incidente. All’epoca lavoravo in pubblicità, e avevo diretto uno spot con Nancy Kerrigan appena tre mesi prima! Ma non conoscevo tutti i dettagli della storia. Immaginavo, però, che Tonya e Jeff Gillooly fossero coinvolti. In seguito, scoprendo il mondo da cui proveniva Tonya e la perseveranza e la determinazione con cui aveva inseguito il sogno di partecipare a due olimpiadi, nel caos di una vita personale tormentata e difficile, ho cominciato a vederla con occhi completamente diversi".

    Che cosa vuole che la gente scopra di Tonya, andando a vedere questo film?

    "I media l’hanno sempre dipinta come la “cattiva”, ma la sua vita è stata molto più complicata e tragica di quanto non sembri. Senza nulla togliere a Nancy Kerrigan (quello che le è successo è terribile), mi sembrava che la storia di Tonya fosse diversa da com’era stata raccontata. Volevo umanizzare Tonya provando a mettermi nei suoi panni".

    Ha incontrato Tonya? E com’è andata?

    "Io e Margot abbiamo avuto la possibilità di incontrarla. E’ stata molto disponibile e sincera. Ci è stato di grande aiuto vedere la persona che c’era dietro a un personaggio così famoso, scoprire com’era andata avanti e come aveva superato un episodio così drammatico e infamante".

    Ci parli del casting

    "Sono stato fortunato perché quando mi è stato proposto di dirigere il film, Margot Robbie e Allison Janney erano già state scritturate. Non avrei potuto sognare un cast migliore! Poi è arrivato Paul Walter Hauser, che mi è sembrato subito perfetto per il ruolo di Shawn Eckhart: era straordinariamente divertente, ma anche molto vero e credibile. Proprio come speravo. La cosa più difficile è stata trovare l’attore giusto per il ruolo di Jeff Gillooly. Il rapporto tra Tonya e Jeff è talmente sfuggente. Avevo bisogno di qualcuno che si muovesse tra umorismo e violenza, senza mai diventare antipatico. Sebastian ha fatto il provino ed è risultato assolutamente perfetto. Con Margot c’è stata subito una grande intesa. Sono stati entrambi bravissimi a fare emergere l’umanità dei loro personaggi, con qualche incursione anche nel comico".

    Come ha affrontato le parti di pattinaggio nel film? E’ stato difficile trovare qualcuno in grado di fare quello che faceva Tonya?

    "Durante la preparazione del film ho incontrato la nostra coreografa di pattinaggio, Sarah Kawahara, per capire che cosa avrebbe potuto fare Margot e che cosa avremmo dovuto invece affidare a una controfigura. Margot si è allenata per quattro mesi e ha fatto un lavoro straordinario, ma ovviamente pattinare a un livello olimpico è un’altra cosa. Sarah ha subito detto che non avremmo trovato nessuna in grado di eseguire un triplo axel: ci sono solo 6 donne al mondo che l’hanno fatto. All’epoca, due di loro si stavano allenando per le prossime olimpiadi e non potevano rischiare un infortunio. Sono rimasto sbalordito dalla difficoltà dell’esercizio: Tonya è riuscita a eseguirlo 25 anni fa e da allora sono state in poche ad eguagliarla. Alla fine abbiamo dovuto ricorrere agli effetti speciali!"


     
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