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    L'INTERVISTA

    FAMIGLIA ALL'IMPROVVISO - ISTRUZIONI NON INCLUSE - INTERVISTA all'attore OMAR SY

    20/04/2017 - FAMIGLIA ALL'IMPROVVISO - ISTRUZIONI NON INCLUSE di HUGO GÉLIN - INTERVISTA all'attore OMAR SY:

    Ti sei fatto coinvolgere molto presto in questo progetto…

    "Sì, sono rimasto affascinato dal rapporto padre-figlia e mi sono lasciato sedurre completamente da questo personaggio all'inizio irresponsabile, che finisce per dare un senso alla sua irresponsabilità! E sono rimasto colpito dal tema della paternità, che non viene affrontato di frequente nel cinema attuale. Siamo stati molto fortunati ad avere Hugo Gélin alla regia, perché è riuscito ad elevare questo aspetto grazie alla sua intelligenza e al suo pudore: ha aggiunto delicatezza ed eleganza ad un argomento che avrebbe potuto essere trattato in modo meno sottile".

    Come descriveresti Samuel?

    "È un ragazzone che rifiuta qualsiasi responsabilità perché gli fa comodo, e lui ne approfitta. Non ha nessuna voglia di cambiare le cose, non ci pensa nemmeno. Ed è il destino ad imporgli di cambiare traiettoria. In realtà credo che non si sia mai pronti a diventare padri, fino a quando non lo si diventa davvero. È in quel preciso momento – non prima – che si diventa responsabili. Come tutti, si fa quel che si può, secondo le proprie possibilità, e ci si adatta. È quello che mi piace davvero del film: non esistono istruzioni per l'uso per diventare genitori, nessuno è perfetto e fa bene riconoscerlo! Ci sono perfino persone che si chiedono se
    sarebbero degne di allevare un bambino. È come per i nostri personaggi, e quello che funziona davvero nella sceneggiatura è che questo dà vita a momenti molto divertenti".

    Ti riconosci nel lato infantile del tuo personaggio?

    "Ma certo! Fa parte di me, anche se in modo più cosciente. In Samuel è più a livello inconscio, anche se emerge chiaramente. Da parte mia, so di avere dentro di me questo lato infantile e lo coltivo senza rifiutare le mie responsabilità da adulto. Cerco di essere responsabile senza prendermi troppo sul serio. Il mestiere che faccio mi aiuta in questo – mi offre quasi un pretesto – e mi autorizza a farlo".

    Che genere di padre si rivela?

    "Un padre 'chioccia'. Accudisce la sua piccola e non vuole lasciarla andare, come appare subito chiaro nel film. La prova: quando, dopo otto anni, sua figlia dorme lontano da lui, lui non lo sopporta. Non si sente a posto senza di lei, e vive solo per lei".

    Parlami del tuo rapporto con la piccola Gloria...

    "Non è stato difficile creare un'intesa con Gloria perché è irresistibile, molto intelligente e in grado di cogliere al volo le cose. In generale non è sempre facile lavorare con i bambini ma Gloria è particolarmente precoce: fa la DJ, è abituata a stare in scena ed è già un'artista! Ho capito subito che sarebbe stata in grado di farlo, e
    la cosa mi ha sollevato perché ero un po' preoccupato al riguardo. Si è rivelata una collega a pieno titolo. Inoltre è molto divertente: ci prendevamo in giro e ci insultavamo continuamente – il mio modo di
    comunicare preferito! Abbiamo scherzato molto, ma non come tra un adulto e un bambino".

    E con Antoine Bertrand?

    "Quanto mi fa ridere! Adoro il suo umorismo. La cosa buffa è che ho saputo che in Québec recita in teatro il ruolo di Driss in un adattamento di 'Quasi amici'. È stato un incontro bellissimo e, anche in questo caso, è stato molto facile stabilire un legame: è un partner meraviglioso".

    Si avverte una vera tensione nelle scene con Clémence Poésy, e questo rende credibili la rabbia di Samuel e lo sconforto di lei…

    "Nella sceneggiatura originale non potevo sopportare Kristin, la madre: non riuscivo a perdonarla. Grazie a Clémence, che è un'attrice di altissimo livello, riusciamo a provare empatia per lei. Ha lavorato sul suo personaggio e ha fatto quello che bisogna fare: lo ha difeso. Ha offerto delle motivazioni profonde a Kristin e ha saputo farmi capire delle cose che non avevo colto nella sceneggiatura. Spesso, sul set, continuava a farsi domande, ce le proponeva, e così tornavamo a lavorare su alcune scene. Ho recitato alcune sequenze
    diversamente da come era previsto grazie a Clémence. È stata esemplare e per il mio lavoro di attore ho fatto tesoro di quello che ho appreso da lei e dal suo modo di lavorare".

    Come giudichi la direzione degli attori da parte di Hugo Gélin?

    "Hugo ha le idee chiare su quello che vuole, ma è estremamente umile. Spesso i registi che sanno esattamente quello che vogliono sono molto dirigisti e fanno solo finta di ascoltare gli attori. Ma non è
    questo il caso di Hugo. Lui si fa un'idea del montaggio finale, ma senza rinunciare ad un approccio fluido. Allo stesso tempo, ascolta gli altri. La prova è che Clémence ha potuto mettere un po' di umanità nel suo personaggio, come desiderava".

    Hai fatto un particolare allenamento per le scene più acrobatiche?

    "Nella vita di tutti i giorni sono uno sportivo, ma non ho fatto allenamenti speciali. Invece la cosa divertente è che a partire da 'Due agenti molto speciali', ho sempre la stessa controfigura. Ora, in 'Famiglia all’improvviso – istruzioni non incluse', in cui interpreto la parte di uno stunt-man, è la mia controfigura che interpreta Jack Bates… l'eroe della serie per il quale Samuel dovrebbe fare da controfigura!"

    Qual è la cosa che ti è sembrata più difficile durante le riprese?

    "I bambini! Perché bisogna per forza averne più di uno. Con alcuni è andato tutto bene e con altri meno… Bisognava che il bimbo piangesse al momento giusto o che guardasse il biberon al momento giusto. Qualche volta c'è stato bisogno di giocare d'astuzia, orientando l'asta del microfono per attirare lo sguardo
    del bébé. Ogni membro della troupe aveva una sua tecnica, visto che la maggior parte di noi è già padre. Eppure, anche quando si è genitori, non è detto che la propria tecnica funzioni con altri bambini. È stato molto divertente scambiarsi opinioni come in genere fanno le madri".

    LA REDAZIONE


     
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