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    L'INTERVISTA

    63a Mostra (Lido di Venezia 30 agosto-9 settembre 2006) PRESS CONFERENCE & DINTORNI: INLAND EMPIRE di DAVID LYNCH

    07/09/2006 - DAVID LYNCH PREMIO LEONE D’ORO ALLA CARRIERA

    DAVID LYNCH (regista), LAURA DERN (interprete protagonista) e JUSTIN THEROUX (interprete protagonista)

    Questo film è un’epopea. Ma di cosa parla?

    D. LYNCH: (estremamente laconico) “Beh, secondo me dovrebbe essere chiarissimo

    Qui alla mostra sono passati molti film dai toni cupi ma con uno squarcio aperto alla speranza, un’apertura verso la positività. Sarebbe interessante sapere che cosa ne pensa David Lynch. Sta per arrivare un periodo migliore? I film possono svolgere ancora un grande ruolo in questo processo verso la guarigione?

    D. LYNCH: “Credo effettivamente che all’orizzonte si profili un periodo buono, in cui i film possono svolgere un piccolo ruolo”.

    C’è una canzone che lei canta, come indicato nei titoli di coda del film:

    D. LYNCH: “Non sono un cantante e quindi sono stato aiutato elettronicamente… Nel processo sperimentale di questo film suono e immagini vanno avanti insieme. L’elemento suono è estremamente importante e deve legare con le immagini. Credo che bisognerebbe assolutamente finirla con il doppiaggio dei film, perché li rovina. Il doppiaggio rovina completamente un film. Per quel che mi riguarda, i sottotitoli almeno non incidono sul suono e il risultato è perfetto”.

    Io ho fatto il mio film personale con le immagini del suo film che ho visto stamattina. Hitchcock potrebbe in qualche modo entrare nella concezione del suo film, nella sua teoria di quel che è un giallo?

    LYNCH: “Hitchcock è il Maestro della suspense e del mistero, ossia di quello che non si conosce. Mi piace molto penetrare in un mondo senza sapere che cosa vi troverò. Mi piace quando si spengono le luci e si aprono le tende e si entra in un nuovo mondo. Ormai il cinema ha cento anni. Quindi c’è spazio per Hitchcock e anche per tanti altri nel mondo del cinema”.

    Com’è stato per Laura Dern recitare in questo film e quali indirizzi, suggerimenti, quali richieste le sono state fatte da Lynch?

    LAURA DERN: “La mia esperienza nel film è stata veramente unica. Abbiamo lavorato per due anni e mezzo e ogni giorno mi dava indicazioni diverse. Ogni giorno c’era un’idea diversa perché non c’era una sceneggiatura da seguire. Avevamo una sceneggiatura scena per scena, ma niente di generale. Per cui facevo quello che mi si diceva di fare. Quello che è stato straordinario per me come esperienza, era arrivare ogni giorno per scoprire il film, il personaggio, le idee e le emozioni di David (Lynch) in quel giorno, in quel momento, perché ogni giorno era nuovo”.

    Si vorrebbe approfondire la questione del senso del film. Quali raccomandazioni dareste per l’approccio della visione a qualcuno che non ha visto il film? Chi non ha visto il film, come dovrebbe prepararsi alla visione?

    D. LYNCH: “Come ho detto prima, mi piace l’ignoto, tutto ciò che non si conosce, e ogni film dovrebbe significare entrare in un mondo ignoto e perciò non dovreste avere paura di fare questo tipo di esperienza. Così suggerirei di vivere l’esperienza e di avere fiducia in una parte di voi che riesce a capire di cosa si tratta. Il film ha un bellissimo linguaggio. E poi ognuno di noi ha l’intelletto per capire la lingua di quel linguaggio. Il cinema si occupa di un qualcosa che va al di là delle parole, e quindi lasciarsi andare al cinema, è come lasciarsi andare alla musica. Però si è sempre accompagnati dall’intelletto. Il cinema quindi, è un qualcosa che vi parla ma in maniera molto più compiuta, e non solo con le parole. E’ come avere un’esperienza in un mondo diverso”.

    (SEGUE)


    (A cura di PATRIZIA FERRETTI)


     
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