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    L'INTERVISTA

    LE IDI DI MARZO - PRESS CONFERENCE UFFICIALE - INTERVISTA al regista, co.sceneggiatore, attore e produttore GEORGE CLOONEY, al co.sceneggiatore e produttore GRANT HESLOV e agli attori PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, PAUL GIAMATTI, MARISA TOMEI, EVAN RACHEL WOOD (A cura dell'inviata PATRIZIA FERRETTI)

    31/08/2011 - Alla CONFERENZA STAMPA del film di GEORGE CLOONEY THE IDES OF MARCH/LE IDI DI MARZO, con GEORGE CLOONEY, qui in veste di regista, co-sceneggiatore, attore e produttore, gli attori PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, PAUL GIAMATTI, MARISA TOMEI, EVAN RACHEL WOOD e il co-sceneggiatore e produttore GRANT HESLOV sono intervenuti anche il produttore BRIAN OLIVER e il distributore italiano del film PAOLO DEL BROCCO:

    Un bellissimo film d'apertura che tratta di politica. Quanto personali sono i vostri film e i vostri ruoli?

    GEORGE CLOONEY: "'Le idi di Marzo' io non l'ho mai considerato un film politico. Mi piacevano alcune delle cose che i personaggi dovevano fare: e sono le questioni legate alla moralità, del fatto di arrivare a vendere la propria anima per raggiungere un risultato, la politica aumenta questi rischi... Molti dei miei film sono personali. .. Sono arrivati dei film come 'Good Night, and Good Luck' che mi hanno reso molto orgoglioso e,del resto, se passi 4 o 5 anni a fare un film, evidentemente diventa una cosa personale, quindi si, il film è personale".

    Potete parlarci della seduzione Nel film ogni personaggio cerca di sedurre l'altro: il giornalista cerca di sedurre l'addetto stampa, la stagista viene sedotta dal politico, la gente che gestisce la campagna cerca di sedurre il politico dell'altro campo. La seduzione è un fatto importante?

    PAUL GIAMATTI: "Il mio personaggio certamente ha molto a che fare con la seduzione, utilizzando soltanto le parole per sedurre. Non so. Tutto il gioco politico è un pò sexy in America e il film dà molto bene l'idea di questo ed era molto divertente interpretare questo protagonista...".

    MARISA TOMEI: "Si, questo della seduzione è un tratto interessante. Tutti gli esseri umani possono essere sedotti da un altro. Non si tratta solo della politica, si tratta di essere umani che possono essere manipolati, sedotti. Quindi è un fattore umano ed è un bel modo per ottenere quello che si vuole".

    PHILIP SEYMOUR HOFFMAN: "Si, penso che anche l'ambiente politico stesso sia seduttivo: quella gente vuole essere lì, nel posto dove si trova".

    G. CLOONEY: "Si, l'ambiente della politica è seducente. Ci sono molti ricchi lì, sono poche le persone al potere che non sono ricche. Dunque questo lato seduttivo viene sfruttato... La seduzione in effetti, è una grande fetta della storia raccontata ne 'Le idi di marzo'".

    Congratulazioni per il film: questo conferma che lei è un regista eccellente. Il discorso portato avanti nel film è un pò affine alla politica che lei segue nella realtà. Lei ha mai pensato seriamente di entrare in politica e magari di candidarsi per la Presidenza? Il film parla di diritti civili, della fede nella Costituzione ma anche dei giochi sporchi della politica: un Presidente deve andare contro la propria morale per diventare Presidente? Sto pensando alla decisione difficile di Obama nei rispetti dell'uccisione di Bin Laden. E riguardo al titolo: perchè ha scelto 'Le idi di Marzo?'

    G. CLOONEY: "Per quanto riguarda il titolo è legato ad argomenti shakespeariani e lasciamo allo spettatore l'opportunità di decidere chi è Cassio, chi è Giulio Cesare e chi è Bruto, ognuno può avere punti di vista diversi. Per quanto riguarda la mia presunta candidatura alla Presidenza, io vedo che il Presidente è una persona simpatica, carica di impegni che sta soffrendo molto, allora per quale motivo mettersi in lizza per un posto così difficile? Io ho un bel posto di lavoro perciò non ho alcun interesse ad espormi in questo modo".

    GRANT HESLOV: "Voler fare la cosa giusta ma dover scendere ai compromessi è un pò il nocciolo della questione."
    Come vede e sente il suo approccio alla regia essendo anche attore?

    G. CLOONEY: "Siamo stati fortunatissimi. Avevamo una sceneggiatura con la quale la gente voleva lavorare e siamo riusciti a mettere insieme questo cast veramente fantastico... Posso solo dire che questo ha reso il nostro lavoro molto più facile."

    Qual è stato esattamente il suo approccio con questo film? Voleva raccontare una storia americana o piuttosto una storia sulla moralità utilizzando la scena politica? Ci può parlare del cinismo e dell'idealismo?

    G. CLOONEY: "Volevamo raccontare una storia di moralità poi abbiamo visto questa piéce teatrale che aveva uno scenario radicato nell'ambito politico delle Primarie per la Presidenza e abbiamo pensato che fosse l'ambientazione giusta... La temperatura nel nostro Paese, così come in altri, rende molto difficile governare: circola una gran quantità di cinismo... io sono ottimista però: le cose si aggiusteranno, il cinismo adesso sembra avere il sopravvento sull'idealismo ma le cose cambieranno, almeno così spero".

    (SEGUE...)


     
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