66 Mostra: Lido di Venezia 8 settembre 2009 PRESS CONFERENCE & DINTORNI: LO SPAZIO BIANCO di FRANCESCA COMENCINI
12/09/2009 -
Presenti in sala: FRANCESCA COMENCINI (regista), MARGHERITA BUY (attrice), ANTONIA TRUPPO (attrice), GIOVANNI LUDENO (attore), GAETANO BRUNO (attore), FRANCESCA PONTREMOLI (sceneggiatrice), VALERIA PARRELLA (scrittrice)
VALERIA PARRELLA: "Ho visto il film in un premontato, in una visione non integrale quanto quella offerta al pubblico e sono rimasta piacevolmente colpita dal risultato. Francesca Comencini è riuscita nel non facile intento di trasferire in immagini le mie parole. Desideravo fare del mio libro un film e ho deciso per questo di incontrarla".
Come ha trovato il libro?
FRANCESCA COMENCINI: "Ho letto il libro per caso, poi Procacci e Paolucci mi hanno parlato del progetto che mi
ha colpito per due motivi principali, la maternità intesa al femminile perché molto spesso si parla di maternità ma sempre con molta retorica e senza parlare delle donne. Non ne parlano molto le donne.
Poi per il racconto dell’età di una donna; Maria è una donna di quarantadue anni che vive la sua età sentendosi a tratti ragazzina ed altri tremendamente vecchia. Si tratta di una donna sola che da sempre è stata abituata a fare tutto da sé e per lei anche la maternità sarà così".
In questo ruolo più che in molti altri si nota come ti abbandoni totalmente
alla macchina da presa. Puoi parlarci di questa esperienza?
MARGHERITA BUY: "E’ stata un’esperienza molto importante per me, per il modo in cui ho potuto esprimermi in questo film e con la lettura del libro c'è stata un'ulteriore crescita. Come attrice e come persona, che poi non sono mai cose distinte.
Si tratta di una storia di incontri, la migliore cosa che mi sia mai capitata in questo anno".
FRANCESCA PONTREMOLI: "Il libro è uno spaio bianco, fatto di pagine; il film doveva riempire in un certo modo il non detto e poter far partecipare anche Margherita(Buy) e Francesca (Comencini) mettendo qualcosa di proprio".
Il film si chiude con un velo bianco ma non del tutto perché poi questa è solo un'impressione e invece il film continua ma il finale sembra aperto. Finale aperto o happy ending?
FRANCESCA COMENCINI: "Il camminare di Maria per la città deserta nelle scene finali è il parto, il bianco è nascita dove si annullano tutti i limiti e il bambino nasce".
La mia è un po’ una provocazione: il film sancisce l’inutilità dei maschi perché la donna partorisce e le macchine, (l’incubatrice), fanno il resto per tenere in vita il bambino?
FRANCESCA COMENCINI: "La storia di Maria è una storia molto comune, tante donne la vivono. La sua è una provocazione interessante ma nel film si tratta di più di amicizia fra uomo e donna; il film non propone un modello di assenza maschile".
MARGHERITA BUY: "Maria vive una storia d’amore breve ma anche intensa. La libertà della donna di poter scegliere di fare anche da sola; si può, è una cosa che accade, una scelta. In fondo è la realtà".
E’ un periodo in cui la famiglia è disgregata, non si parla di maternità in senso di affetti, invece qui la maternità è interiorizzata.
ANTONIA TRUPPO: "Mi sono calata subito nel personaggio, non è stato difficile perché mi è piaciuto subito e si è instaurato un rapporto non soltanto attoriale con Margherita (Buy) ma anche molto umano. Seppure molto diverse, sia come personaggi nel film che come persone nella realtà, ci siamo calate molto bene nel contesto e sono potuta crescere molto a livello personale e umano stando a contatto con lei".
FRANCESCA COMENCINI: "Giovanni (Ludeno) e Gaetano (Bruno) li ho visti per la prima volta a teatro e mi sono piaciuti subito. Non ci sono cesure fra teatro e cinema".
GIOVANNI LUDENO: "Riguardo ai personaggi maschili, c’è qualcosa al di là tra maternità femminile e maschile, qui si ha un’identità di donna come realtà profonda, eppure in difficoltà. È come nella vita reale".
GAETANO BRUNO: "Mi è subito piaciuta questa storia di donna che irrompe in un asettico reparto di ospedale, portando scompiglio ma anche tanto calore e umanità".
(A cura di ENRICA MANES)
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