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    Home Page > Ritratti in Celluloide > L'intervista > CROWLEY - INTERVISTA all’attore HARRISON FORD sul set - A cura di PHIL THOMPSON per il settimanale “GRAZIA” (29 Giugno 2009, n. 26, pp. 40-44)

    L'INTERVISTA

    CROWLEY - INTERVISTA all’attore HARRISON FORD sul set - A cura di PHIL THOMPSON per il settimanale “GRAZIA” (29 Giugno 2009, n. 26, pp. 40-44)

    05/07/2009 - CROWLEY - INTERVISTA all’attore HARRISON FORD sul set (A cura di PHIL THOMPSON per il settimanale “GRAZIA” (29 Giugno 2009, n. 26, pp. 40-44)

    FAR SOLDI E’ IL MIO MESTIERE

    E’ una strepitosa faccia da cinema, un padre appagato di cinque figli, un uomo affascinantissimo e molto ironico… HARRISON FORD, alla soglia dei 67 anni, è ancora una volta in cima al box office, e lavora come un matto perché si diverte. Che cosa sogna per il futuro? “Fama e ricchezza, no?

    E’ il più sexy del pianeta, ha il sito internet più visitato dalle fan di tutto il mondo, è l’uomo che la maggioranza delle donne sogna di ritrovarsi sull’uscio di casa, è il più pagato nella storia del cinema (2001)… Il nome di HARRISON FORD, nel corso degli anni, ha scalato tutte le top ten possibili e – alla soglia dei 67 anni – ancora una volta è al primo posto, come l’attore che ha guadagnato di più nell’ultimo anno, con la cifra stratosferica di 65 milioni di dollari. La rivista “Forbes” con la solita precisione ci informa che questo piccolo patrimonio è la somma dei cachet e delle percentuali sugli incassi di due film: Indiana Jones e il Regno del teschio di cristallo e Crossing Over (già uscito negli Usa). La quarta puntata della saga del celebre archeologo, da sola, ha fruttato 46, 5 milioni. Cifre da capogiro anche per le star hollywoodiane (il divo per eccellenza, Brad Pitt, nella stessa classifica è al nono posto, con “solo” 28 milioni), ma che non stupiscono affatto se riferiti a HARRISON FORD, visto che, secondo “Variety”, solo con le due trilogie - Guerre stellari e, appunto, Indiana Jones - ha guadagnato e fatto guadagnare al sistema-Hollywood più di qualsiasi altro attore della storia del cinema. E pensare che per nessuno dei due ruoli era stato la prima scelta: per Han Solo gli studios avevano pensato a Tom Selleck e per Indiana a Christopher Walken.(*)
    (…) Ironico (alla domanda: che cosa si augura per il futuro, mi ha risposto, ridendo: ‘Diventare ricco e famoso’), iperprofessionista (l’abbiamo intervistato sul set di CROWLEY, tra una ripresa e l’altra), e sincero. Ripensamenti su qualche film che ha fatto? “Senta - mi ha risposto – “In fin dei conti, ho fatto questo lavoro per far quattrini. Il mio lavoro è fare quattrini e farne guadagnare agli studios con film di successo”. Disponibile a rispondere a tutto (o quasi): solo sulla sua relazione di otto anni con l’attrice Calista Flockhart è stato piuttosto spiccio.
    Un film dietro l’altro: mentre sta finendo di girare CROWLEY, in Italia sta uscendo (dal 26 Giugno) CROSSING OVER, scritto e diretto da Wayne Kramer, con Ray Liotta, Ashley Judd, Cliff Curtis (e un cameo di Sean Penn tagliato nel montaggio). Una storia corale, con più personaggi e vicende che si incrociano, che racconta i sogni – e gli incubi – di tutte le persone che quotidianamente arrivano a Los Angeles sperando di diventare cittadini americani. HARRISON FORD - abbandonate le produzioni miliardarie e gli eroi fantastici – è un poliziotto dell’ufficio immigrazione, che anni di quel lavoro non hanno reso insensibile alle condizioni dei clandestini. E ci regala uno di quegli uomini comuni, e speciali, che pur hanno costellato la sua carriera.

    Lei ha ottenuto praticamente tutto dalla vita. Perché continua a lavorare?

    HARRISON FORD: “Per il motivo molto semplice che adoro farlo, che mi piace e mi diverte”.

    Ha mai avuto ripensamenti, si è mai detto che sarebbe stato meglio non interpretare ‘Guerre stellari’ o la saga di ‘Indiana Jones’? Si tratta di film che la inquadrano in personaggi molto specifici, no?

    H. F.: “Non mi sono mai preoccupato di venire incasellato in un determinato personaggio, anzi, sono proprio quei ruoli che mi hanno permesso di realizzare altri progetti, anche se talvolta, per lo stesso motivo, non ottengo la parte che vorrei. Ma non m’importa. Non mi fraintenda, però. Sono grato al destino per la fortuna che ho avuto”.

    Come descriverebbe la sua vita attuale?

    H. F.: “Molto appagante! Sono felice della mia vita privata e professionale: è una condizione piacevole”.

    Le capita mai di sentirsi troppo vecchio per qualcosa?

    H. F.: “Be’, penso che con la commedia romantica ho chiuso… E ogni tanto mi capita di leggere un copione e desiderare di averlo avuto in mano dieci anni peima”.

    Che cosa migliora quando si invecchia?

    H. F.: "E' un aspetto che non prendo molto in considerazione. Non mi soffermo a riflettere sull'età. Ho un figlio di otto anni, Liam (adottato insieme a Calista Flockhart, n.d.r.) e dunque mi sento padre di un bambino di otto anni. E' la mia vita, non penso ai miei anni".

    Si gode la paternità?

    H. F.: "Certo, ho cinque figli: Liam non è il primo (due avuti dalla prima moglie, Mary Marquardt, due dalla seconda, la sceneggiatrice Melissa Mathison, n. d. r.). E' una condizione che adoro, è la mia vita".

    Che cosa desidera per loro?

    H. F.: "Che riconoscano l'importanza del lavoro e che si impegnino per ottenere ciò che vogliono".

    E per il suo futuro?".

    H. F.: "Ricchezza e fama?".

    Sta per sposarsi? Su Internet se ne parla molto

    H. F.: "Non si fidi di internet. Siamo fidanzati: presumo che questo risponda alla sua domanda, no?".

    Pensa mai di ritirarsi?

    H. F.: "Non sono più agli inizi della mia carriera, anzi, mi sto decisamente avviando al termine. Tuttavia, penso che lavorerò fino alla fine. E' la vita stessa che dà dipendenza, lo sapeva? E ogni giorno aggiunge qualcosa alla trama della nostra esistenza".

    Che cosa apprezza maggiormente in una persona?

    H. F.: "Il senso dell'umorismo. E' fantastico essere circondati da chi sa come parlare agli altri, è paziente e in più ti fa anche divertire".

    Nel film che sta girando 'CROWLEY', interpreta uno scienziato...

    H. F.: "Si, uno scienziato che tenta di risolvere un problema medico. E' un personaggio molto eccentrico e irascibile".

    Nel film si parla di amicizia e di rapporti molto profondi tra uomini. Accetterebbe di interpretare un gay?

    H. F.: "Certo, perché no?".

    Lei è noto per essere un attore non politico. Ma il film riguarda anche il problema dell'assistenza sanitaria per tutti, che è un tema politico. Che cosa ne pensa?

    H. F.: "Ho idee abbastanza liberali e sono convinto che dovremmo avere l'assistenza sanitaria... universale, ma non so se possiamo permettercela. Comunque ho votato Obama proprio perché credo nella sua lotta per la giustizia sociale".

    E' più difficile realizzare film di buona qualità in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo?

    H. F.: "C'è bisogno di una bella storia, di dramma, di personaggi credibili, ma non vedo perchè un buon film non possa conquistare il pubblico anche di questi tempi".

    Crede di poter migliorare ancora come attore?

    H. F.: "Si, si cresce come esseri umani ogni giorno della propria vita. E ogni giorno voglio imparare qualcosa, perché questo mi mantiene concentrato, impegnato, vivo".

    Che cosa significa essere Harrison Ford?

    H. F.: "Non mi capita spesso di pensare al mio status. Non considero il mondo a partire dal mio modo di essere o dall'opinione che ho di me".

    Le è mai successo di non venire riconosciuto per strada?

    H. F.: "Certo e sono posti che mi piace molto frequentare. Se mi presento in qualche luogo dove non mi stanno aspettando, la gente ci mette un pò prima di capire chi sono".

    Fa ancora lavori di falegnameria?

    H. F.: "No, è un'abilità che bisogna tenere allenata e ho perso la mano, perché non mi ci dedico più".

    Che cosa la affascina ancora del cinema?

    H. F.: "Mi piace che le cose funzionino, mi piace ancora immaginare come fare una scena o come potrebbe venire il film... E' una cosa che spero di non perdere mai".

    Come affronta i problemi della vita?

    H. F.: "La prima cosa che mi viene in mente è il consiglio dei Monty Python: scappa! No, sto scherzando. Ogni strategia per affrontare un problema prevede la comprensione della sua vera natura. Il primo passo consiste nel fronteggiare la situazione. E poi, non mi stancherò mai di dirlo: nella vita bisogna essere pazienti. E' un insegnamento che ho imparato vivendo".

    (*) Ci risulta che Tom Selleck fosse stata la prima scelta per Indiana Jones (la redazione di ‘CelluloidPortraits’)

    LA REDAZIONE


     
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