IRON MAN - ROUND TABLE & DINTORNI - INTERVISTE al regista JON FAVREAU e agli attori ROBERT DOWNEY JR., GWYNETH PALTROW e TERRENCE HOWARD* (A cura dell'inviata CATERINA D'AMBROSIO)
23/04/2008 -
Roma - Hotel Hassler, Trinità dei Monti -
Lei, alter ego di Iron Man. Sostituirà presto Tony Stark?
“Se continuerà il rapporto con la Marvel verrà fatto anche War Machine, così come avviene nel fumetto. Stavolta non me lo toglie nessuno!”.
Quindi presto il sequel?
“Non c’è niente ancora di definitivo. Si sta scrivendo lo sceneggiatura. Posso dire, però, che potremo lavorare con maggiore libertà: non ci sarà più la pressione del Ministero della Difesa e questo ci consentirà di fare un lavoro più compiuto. Dovremo tenere conto solo della Marvel e del fumetto”.
Non sembra amare affatto la divisa, nonostante che lei l’abbia indossata
più di una volta…
“Infatti. Credo nell’uomo ma non nei militari o nei politici. Ci sono uomini che, in totale buona fede, si impegnano in campo militare perché pensano di poter dare un apporto concreto ma poi spesso si scopre che quello per cui combattono non ha alcun senso…”.
La stessa crisi di coscienza per Rhodey, il personaggio che lei interpreta in Iron Man?
“Per certi versi sì. Rhodey si renderà conto che tutto quello in cui lui credeva crolla, non ha più un senso e si ribellerà… Il resto è sorpresa”.
Quindi non possiamo farle una domanda sull’amministrazione americana?
“No. Non mi occupo di queste cose. Non mi piacciono e non voto”.
Perché interpretare questo film?
“Una delle ragioni fondamentali per cui ho scelto di partecipare al film è perché avremmo avuto la possibilità di improvvisare molto. E così è stato. Il regista ci ha lasciato una grande libertà e sul set tutto è filato liscio, anche grazie ai grandi professionisti che avevo accanto a me”.
Pochi sanno che lei è anche un cantante. A settembre uscirà un suo disco per l’etichetta della Sony…
“La musica è la mia vera identità. Con la musica io riesco a esprimere quello che ho dentro: i miei sentimenti, il mio modo di sentire, il mio cuore. Sarà un album di canzoni d’amore fondamentalmente. Ci tengo molto perché rappresenta la vera parte di me, il mio punto di vista sulla vita”.
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Sto lavorando nel nuovo film di Dito Montiel. E’ la storia di un uomo molto corrotto, che ha perso la sua umanità e sente però molta vergogna, un grande disagio per questo. Vive in un mondo di coperture emotive. E’ come il ritratto di Dorian Gray. Davanti allo specchio è tutto bello, in ordine, ma dentro è la devastazione”.
Poi c’è il teatro…
“Già tornerò prestissimo a Broadway. Dal 6 al 22 maggio porterò in scena nuovamente La gatta sul tetto che scotta”.
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