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THE HATEFUL EIGHT: NEL SUO OTTAVO FILM QUENTIN TARANTINO RACCONTA L'ODIO. FIRMA LA COLONNA SONORA IL NOSTRO ENNIO MORRICONE
VINCITORE di 1 OSCAR e di 1 GOLDEN GLOBE per la 'Migliore Colonna sonora (ENNIO MORRICONE) - 3 NOMINATION agli OSCAR: 'Migliore Attrice Non Protagonista (Jennifer Jason Leigh); 'Migliore Fotografia' (Robert Richardson), 'Miglior Colonna Sonora' (Ennio Morricone) - RECENSIONE - Dal 4 FEBBRAIO
"... Potrei definire 'The Hateful Eight' una versione de 'Le iene' in salsa western. Da Carpenter ho certamente ripreso uno stato di profonda paranoia che fa sottofondo e tre elementi cruciali: la neve opprimente, un gruppo costretto alla convivenza forzata e il fatto che tra loro serpeggi una grande sfiducia reciproca... Questo film è decisamente diverso dagli altri, perché è molto teatrale, il che significa basarsi su dei tempi molto più dilatati e rilassati del solito. Se il ritmo è compassato, il tono del film è invece molto vario, perché adoro giocare con i registri e i generi del cinema. Sono un giocoliere dei generi, credo sia uno dei miei più grandi talenti. Per questo film ho iniziato a scrivere con la consapevolezza di creare un western con atmosfere misteriose alla Agatha Christie, da giallo claustrofobico. Alla fine, quasi inconsciamente, è venuto fuori anche un certo gusto per l'horror. Questo effetto cumulativo è un pregio secondo me, soprattutto nei confronti del pubblico, che è libero di trovare nel film quello che cerca. Paga il prezzo per un film e poi ne guarda tanti messi assieme... 'The Hateful Eight' è scisso nettamente tra interno e esterno. Dentro l'emporio siamo nel bel mezzo di una grande partita a scacchi tra gli otto personaggi, dove ogni mossa è lenta e calcolata, almeno sino all'esplosivo finale. Una suspense ottenuta grazie anche alla pellicola 70 mm che mi ha permesso di mettere in evidenza i due piani teatrali presenti sullo schermo: la scena e la controscena, il primo piano e lo sfondo. Fuori, invece, c'è la tempesta che per me è un mostro vero e proprio. Una presenza inquietante impossibile da sfidare che aleggia su tutto e tutti, minacciando di divorare qualsiasi cosa. L'incombere della tempesta di neve, sempre più minacciosa, incide su tanti elementi visivi: la luce, i respiri, i volti dei personaggi... Questo film ha un vocazione politica molto meno spiccata rispetto a 'Bastardi senza gloria' e 'Django Unchained', infatti non vi era traccia di impegno sociale nelle mie idee iniziali. Poi è successo che i personaggi hanno iniziato ad avere una vita loro, ad esprimere opinioni proprie e quindi a scomodare una loro visone del mondo. E il loro era un mondo appena uscito dalla Guerra Civile americana, abitata da nordisti e sudisti, afflitta da contrasti razziali e scorie belliche. Poi c'è una cosa che accade spesso durante un film: si torna a casa, si leggono i giornali, si guarda la televisione e la realtà irrompe nella finzione cinematografica. Così tanti elementi reali sono per forza di cose entrati di prepotenza nel film".
Il regista, sceneggiatore e soggettista Quentin Tarantino
Galleria Fotografica:
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